"Cerchiamo SOLUZIONI NUOVE per RIPORTARE in campo i nostri RAGAZZI"
Massimo Dessì, direttore sportivo del Montecatinimurialdo, manifesta tutto il disagio di chi opera nel settore giovanile
Sono tanti gli addetti ai lavori del settore giovanile toscano che stiamo sentendo in questo lungo periodo di stop. E lo lo stato d'animo è veramente alla basse. Una sorta d'impotenza, una tristezza assoluta per un mondo che si è improvvisamente fermato, è ripartito e poi nuovamente stoppato. Ora nessuno vedo la via d'uscita.
Massimo Dessì è da anni un personaggio silenzioso del nostro calcio. Prima allenatore, poi direttore sportivo, ha sempre preferito lavorare sul campo e sui ragazzi. Sta soffrendo il momento, all'interno della sua società (è da diverse stagioni direttore sportivo delle squadre del Montecatinimurialdo) si sta battendo da tempo per tenere alto l'aspetto motivazionale per ragazzi, genitori e dirigenti.
Ora vuole esprimere il suo pensiero: ritiene che sia il momento di uscire allo scoperto. "Sono pienamente d'accordo sul fatto che ora bisogna iniziare a farsi sentire. Questo silenzio sul mondo giovanile non mi piace. Privare i ragazzi del loro gioco lo sento irrespetoso: sono stati privati di tutto, scuola calcio, amici. Ragazzi in fase evolutiva dove lo sport rimane uno dei mezzi più importanti, sia dal punta di vista tecnico, ma soprattutto educativo".
Dessì non vuole essere però frainteso. "Riconosco il momento storico e le difficoltà legate alla pandemia. La salute non ha valore. Perà questo silenzio verso il nostro mondo non mi piace. I professionisti giocano, fanno tutto, i dilettanti no: non capisco, qualcosa mi sfugge. In tutto questo periodo non mi sono voluto pronunciare nel rispetto del momento e delle persone in difficoltà, ma credo che ora tutti noi che facciamo parte di questo mondo abbiamo il dovere morale di difendere il diritto di fare sport, magari nel rispetto di un protocollo. In ogni caso, o tutti o nessuno, basta con questa discriminazione".
Dessì è deciso e il suo è una sorta di appello. "Difendiamo la nostra passione nell'interesse dei nostri ragazzi. Portiamo motivazioni, studiamo soluzioni per riportare i ragazzi sul campo. Il nulla non è accettabile, il silenzio ancora peggio. Riconosco le difficoltà e le responsabilità, ma riportiamo i ragazzi sul campo nel rispetto dei protocolli, altrimenti si rischia di affondare tutti. Abbiamo bisogno di soluzioni I ragazzi sono stanchi di essere bersagliati e rischiamo seriamente l'abbandono. Concludo ribadendo che serve riportare entusiasmo e quelle motivazioni necessarie per far sì che nessuno molli. Questa sarà la nostra grande vittoria".