NO alla FUSIONE CAMAIORE-CAPEZZANO: "NOI non eravamo PRONTI"
Le spiegazioni del presidente bluamaranto Michele Pardini: "Serviva del tempo, ma per noi la cosa resta aperta e fattibile in futuro"
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Ha letto con attenzione le dichiarazioni di Ivo Coli a TOSCANAGOL (LEGGI QUA) e ora è pronto a dare la sua versione dei fatti e raccontare i motivi per cui la fusione Camaiore-Capezzano non è andata in porto. Ma, giusto precisarlo, subito, non c'è polemica in alcun passaggio nelle dichiarazioni di Michele Pardini, presidente del Camaiore, anzi, per lui (Coli ora non ne vuol sentire parlar più...) le porte restano più che mai aperte. Mai dire mai.
"Confermo tutto quello che ha detto Ivo - dice Pardini -, le cose sono andate esattamente come lui ha raccontato a TOSCANAGOL. Nell'ultimo mese e mezzo abbiamo provato ad accelerare le cose con una serie di incontri, cercando di verificare fino a che stato possibile di unire le forze delle due società. Eravamo pure arrivati ad una sorta di idea di organizzazione, ci siamo avvicinati molto".
E poi cosa è successo? Come mai è mancato il passo finale? "Serviva un approfondimento maggiore per costruire una società duratura. Io capisco le esigenze del Capezzano che con il settore giovanile deve per forza partire ora con la programmazione. A lui servivano subito risposte e certezze. Le tempistiche sono diverse, ha ragione Coli. Io alla fine non me la sono sentita di ufficializzare e fare l'ultimo passo. Ho chiesto ancora tempo, ma il Capezzano non ha acconsentito".
Pardini è dispiaciuto, ma coerente con il suo "modus vivendi". "Condivido in pieno il pensiero di Coli e mi dispiace che ci sia stata una fuga di notizie che abbia potuto mettere in difficoltà la sua società. A me piacerebbe riparlarne magari per la prossima stagione".
Il presidente del Camaiore rifiuta invece il pensiero per cui lui abbia cambiato idea. "Non è stata una questione di non credere in quello che stavamo provando a fare. Nessuno mi ha mai chiesto ufficialmente se facevamo questa fusione e io continuo a credere che sia un progetto interessante. Proprio per questo e perchè è una cosa molto delicata, a mio avviso, servivano tempi più lunghi per arrivarci".
Il punto è proprio qua. Pardini vuole spiegarsi meglio. "Io credo che come in tutte le cose della vita serve del tempo per conoscersi, per approfondire i rapporti e organizzarsi. Poi se tutto combacia e le cose sono condivise, allora si può partire. Ecco questi tempi ora non ci sono e io sono uno che prima di fare una cosa voglio ponderarla in tutti i sensi. Non è quindi questione di non credere alla bontà del progetto o di aver cambiato idea. Ho chiesto qualche mese di tempo, che so, gennaio 2025, oppure arrivare all'inizio della prossima stagione e utilizzare questi mesi per sistemare il tutto".
Coli però ha detto stop: ora o mai più. "Lui ha ragione a pensarla così. Il mio rapporto con lui è buono ed è rimasto tale, di piena e reciproca stima. Non abbiamo assolutamente litigato. E non c'erano problemi nè da parte loro, nè da parte nostra sulla fattibilità della cosa. Sgombriamo il campo da qualsiasi illazione. Però servira tutta una serie di verifiche che non è stato possibile fare".
Dispiaciuto? Rammaricato? "Certamente sì, perchè era un'idea che piaceva. Ma per sposarsi c'è chi impiega sei mesi di fidanzamento, chi due anni, chi magari anche cinque o sei anni. Ognuno hai i suoi tempi. Coli era pronto, noi no. Tutto qua".
Un'occasione persa? "Certo che sì, è un peccato. Potevamo diventare uno dei gruppi più importanti della Toscana. La Federazione era al corrente di tutto e favorevole a questa fusione".
E c'era pure il nome pronto: Unione Camaiore-Capezzano. Pardini fa una rivelazione. "Questo nome l'ho consigliato io e c'era una storia dietro. Era il primo nome usato a Camaiore negli anni 50 quando si iniziò a fare calcio".
Ora cosa succederà? "Noi lasciamo la porta aperta. Tra galantuomini tutto resta possibile. Resta la cordialità tra noi e loro. A Camaiore continueremo a fare calcio giovanile nella maniera in cui lo intendiamo, ben venga la competitività, ma senza essere schiavi dei risultato. Puntiamo maggiormente sul fatto sociale e sulla forza di un movimento sempre più grande e importante. Stesso discorso per la Prima squadra: tanta amarezza per come si è conclusa la stagione di Eccellenza, ma dopo qualche giorno si supera tutto e si riparte con lo stesso entusiasmo. Nei prossimi giorni andremo a cena con lo staff e con i giocatori e si festeggerà in ogni caso".
