"E' un TEATRINO per prenderci SOLDI, ci DIFENDEREMO in tutte le SEDI"
Pesante sentenza contro la Massese da parte del Tribunale Federale. L'allenatore Gassani però non ci sta

Dodici mesi di inibizione al direttore generale Dario Pantera, otto mesi al presidente Giovanni Nepori, 2000 euro di multa alla società Massese, deferito alla Commissione disciplinare del settore tecnico della FIGC l’allenatore Matteo Gassani. Ecco la dura sentenza pubblicata sull’ultimo bollettino della LND Toscana che ha concluso l’indagine della procura federale dopo la denuncia di un calciatore, già tesserato per la società bianconera, in ordine al comportamento tenuto dall’allenatore nei confronti di due calciatori.
E’ lo stesso Gassani che prende posizione e risponde duramente. “In merito alla sentenza pronunciata dal tribunale sportivo territoriale nei confronti del dg Pantera e del presidente Nepori (il sottoscritto dovrà rispondere delle proprie azioni il prossimo 5 marzo) è arrivato il momento di fare chiarezza perché quanto contestato alle parti è privo di elementi oggettivi e frutto di fantasie personali da parte del denunciante”.
Gassani inizia così il suo racconto. “In data 02/12/2019 (nella sentenza sono erroneamente riportate le date dell’8 Novembre 2020 e del 2 Dicembre 2020, ma devono ritenersi relative all’anno 2019 ndr) giorno dell'apertura del mercato invernale vengo contattato telefonicamente dal dg Pantera che mi riferiva della richiesta da parte dei calciatori Cela e La Rosa di essere svincolati. Da parte mia all'inizio c'era ostruzionismo, visto che dal punto di vista tecnico si trattava di due giocatori titolari dell'allora reparto difensivo e perché nonostante fossero difensori erano i giocatori più prolifici della squadra dal punto di vista realizzativo, e ciò testimoniava l'importanza tecnica degli stessi nel contesto sportivo e di conseguenza il mio iniziale ostruzionismo al loro svincolo”.
“Il dg Pantera, sempre telefonicamente, e in quella data, mi informava che i tesserati erano irremovibili nella loro decisione di lasciare la squadra – prosegue Gassani -, il cui motivo principale era che gli stessi non tolleravano più, a loro dire, le critiche feroci degli ultras (anche questo aspetto non veritiero perché gli ultras nonostante una stagione difficile dal punto di vista dei risultati sportivi sono sempre stati vicino alla squadra)”.
A questo punto Gassani prese atto. “Riferì a Pantera che i giocatori potevano lasciare il gruppo squadra solo quando sarebbero arrivati i sostituti, invitando il dg a trovarli nell'immediatezza visto l'imminente gara di campionato a Castelfiorentino che aveva una rilevanza importante. Dal 03/12/2019 né il Cela né il La Rosa si presentavano più agli allenamenti e non ottemperavano alla convocazione inviatagli dalla società a mezzo raccomandata postale per la gara domenicale successiva. Dal dg Pantera mi veniva riferito, a tal proposito, che il La Rosa non rispose mai alle sue chiamate mentre il Cela mandò un certificato medico rilasciato da un medico specializzato in pediatria, e ripeto pediatra, nel quale si evidenziava che il calciatore non poteva svolgere attività agonistica ma aveva bisogno di assoluto riposo a causa di un problema al ginocchio”.
L’allenatore nega di “avere avuto contatti diretti con il tesserato Cela se non quelli di natura tecnica e mai fatto richieste economiche allo stesso visto che i rapporti per ottenere lo svincolo lì doveva avere con il dg Pantera e il presidente Nepori quali persone incaricate a svolgere tali mansioni. Tutto ciò è confermato dai testimoni interpellati dalla procura federale, nonché da altri tesserati di quel momento che nella finestra di mercato vennero svincolati, i quali nelle loro dichiarazioni hanno riferito e verbalizzato che ottennero lo svincolo senza che la società (o il sottoscritto) gli richiedesse somme di denaro e sempre gli stessi hanno riferito e verbalizzato che il sottoscritto non ha mai partecipato a riunioni nelle quali l'argomento fosse di natura non tecnica”.
A proposto delle registrazioni che sarebbe state portate come prove, Gassani spiega che “si parla che il Cela avrebbe registrato il contenuto delle presunte riunioni da lui indicate che poi sono state messe all'attenzione degli imputati e nelle quali è emerso, in maniera oggettiva, che le voci presenti nelle stesse non sono riconducibili né al sottoscritto né al Pantera e per confermare tale estraneità a ciò, i suddetti, chiesero al procuratore federale di essere sottoposti ad esame vocale che avrebbe confermato, in maniera inequivocabile, la loro estraneità a quanto contestato, ma tale richiesta, in maniera inspiegabile, non è stata accolta e per di più, è bene sottolineare, che tali registrazioni sono state ritenute valide dal giudice nonostante che quest'ultimo non conosca minimamente il timbro di voce degli imputati perché gli stessi non sono stati mai ascoltati in tribunale e non hanno presenziato all'udienza”.
L’allenatore bianconero vuole poi precisare “che lo stesso presidente del Corneto Tarquinia, squadra nella quale Cela fu tesserato da dicembre, nega di aver versato somme all’US MASSESE per ottenere lo svincolo del calciatore, cosa che invece il Cela riferisce essere avvenuta”.
E poi. “Faccio presente che in data 06/02/2020 la società riceve una lettera dall'avvocato del Cela, tale avvocato QUATTRONE, indirizzata anche al sottoscritto nella quale vengono richiesti 6.600 euro da versare al Cela (non capendone il motivo di tale richiesta) e in caso di non ottemperanza a ciò lo stesso avvocato riferiva che avrebbe agito nelle sedi di competenza. Questo a casa mia si chiama ricatto nonché estorsione”.
Infine Gassani precisa anche il comportamento sempre tenuto in fase processuale. “Aggiungo, per terminare, che il collaboratore federale autore delle indagini al termine delle stesse chiese con insistenza ai nostri avvocati che il sottoscritto e gli altri imputati si avvalessero del patteggiamento. In virtù dell’estraneità ai fatti contestati, il sottoscritto e gli altri imputati rifiutarono il patteggiamento perché per noi era un ricatto, perché patteggiare un qualcosa mai commesso è un ricatto”.
E ora? Cosa succederà? “Siamo pronti ad arrivare fino all' ultimo grado di giustizia e se è il caso fino al tribunale di Losanna, nonostante tutto ciò comporti un grande esborso economico, per tutelare la nostra immagine e la nostra dignità e per far cadere le accuse fantasiose, infondate e calunniose nei nostri confronti, nonché il “teatrino” inscenato al solo scopo di estorcere denaro, convinti che la verità verrà fuori perché quest'ultima è supportata da prove a nostro favore inequivocabili”.
