Il massese CRISTIANO BACCI ora vuole conquistare l'ARABIA SAUDITA
Fa parte dello staff tecnico di Razvan Lucescu e dopo lo scudetto vinto in Grecia, ora si è trasferito in Asia all'Al-Hilal
L'abbiamo ritrovato con grande piacere alcune settimane fa a Corfino dove ha portato il promettente figlio Francesco (classe 2007) a partecipare allo STAGE organizzato da TOSCANAGOL. Cristiano Bacci, classe 1975, massese, è da considerarsi ormai un "emigrante di lusso" del nostro calcio. Dopo aver l'esperienza di alcune stagioni fa in Portogallo con l'Olhanense, ha conquistato la Grecia, vincendo con il Paok Salonicco lo scudetto senza subire sconfitte. Bacci fa parte dello staff tecnico di Razvan Lucescu, figlio di Mircea, per tanti anni in Italia: insieme a Diego Longo è uno dei "tattici" del gruppo, si occupa di difesa e palla inattive. Nel gruppo anche il preparatore Matteo Spatafora.
Pochi giorni fa, il clamoroso passaggio agli arabi dell'Al Hilal. "C'erano state difficoltà nei ripartire con il Paok - dice oggi Cristiano a TOSCANAGOL - ma siamo andati ugualmente in ritiro. Qua, dopo tre giorni abbiamo lasciato tutto. L'Al Hilal ha pagato una penale per liberarci tutti e così siamo tornati a casa".
Da pochi giorni Bacci è in Austria, a Neustift per la nuova avventura. Nella ricca compagine araba che rappresenta la capitale Riad, in cui milita anche Sebastian Giovinco e il forte attaccante francese Bafètimbi Gomis (ex Lione, Marsiglia e Galatasary), si parla addirittura di un contratto di quattro milioni per il tecnico. La squadra ha terminato l’ultima Saudi Professional League al secondo posto. "Credo che questa sia la squadra più importante del continente asiatico. Ha vinto ben quattro Champions League. Il 6 Agosti ripartirà questa competizione e dobbiamo farci trovare pronti. Onestamente non mi aspettavo un tale livello tecnico e questo è chiaramente di stimolo per tutti".
NELLA FOTO CRISTIANO BACCI E L'ATTACCANTE GOMIS
Bacci è stato l’allenatore dell’Entella Berretti nel 2010, dove entrò in contatto con Spatafora che è stato il tramite per aprire la collaborazione con Lucescu in Romania.
In una recente intervista alla cronaca di Genova del quotidiano LA REPUBBLICA, Cristiano ha tracciato il profilo dei due nuovi tecnici di Sampdoria e Genoa nel 1994 alla Lucchese in serie B, quando era nella Primavera rossonera, guidata da Andreazzoli, ed in prima squadra Di Francesco si faceva conoscere. "Eusebio ed Aurelio sono due rari esempi di persone preparate ed oneste che sono arrivate nel calcio. Il primo proveniva dall’Empoli e capitava che ci allenavamo con la prima squadra. Mi ricordo che era molto disponibile, aiutava tanto i giovani. Aveva qualcosa di diverso, era già avanti come mentalità rispetto ai giocatori di allora".
Andreazzoli è più di un collega. "È un amico ed il mio riferimento professionale. Sto cercando di seguire il suo percorso. Al Paok, dove abbiamo fatto la storia con le vittorie in campionato e coppa di Grecia, mi sono occupato di palle inattive e studio dell’avversario, le sue specialità. Quando ho preso il patentino UEFA Pro in Portogallo, la mia tesi finale era sulle palle inattive e ho menzionato Aurelio nella tesi. Propone sempre delle soluzioni molto interessanti. Rimane un innovatore di calcio, non conta l’età. Quando sono tornato in Italia dopo la fine della stagione in Grecia, ho seguito i suoi allenamenti nelle ultime due settimane di campionato. Ho trovato anche Antonio Conte, non so se mi spiego. È arrivato tardi, ma è uno dei migliori tecnici assieme a Sarri e Giampaolo".
Cristiano Bacci continua la sua storia di emigrante di successo, prima premiato in Portogallo con l’Olhanense e poi protagonista in Grecia. "All’estero conta la meritocrazia, è una sfida continua. Ho imparato a vivere alla giornata, come ormai in tanti mestieri. Bisogna essere pronti a mettersi in gioco. Ho trovato un gruppo di lavoro fantastico con Lucescu, questo è quello che conta. Mi sento pienamente valorizzato e mi trovo bene. All’estero si è lontani dalla famiglia, non è facile, ma è difficile chiedere di meglio".
Rispetto alla Grecia però cambieranno le distanze per tornare a casa dove lo aspettano la moglie Monica e i figli Anita (17 anni) e Francesco (12 anni). "E' vero, prima una volta al mese ci riuscivo. Ora dovrò organizzarmi. Ho visto già che ci sono dei voli diretti con Roma. Servono oltre cinque ore di volo. Il sacrificio è tanto, è chiaro che la cosa mi pesa, ma questo è lavoro, il calcio è in continua mutazione e dobbiamo adeguarci".