SECONDA, ROSSANO BRIZZI raccconta l'IMPRESA del RICORTOLA
Ha preso la squadra che aveva solo 8 punti e l'ha portata alla salvezza diretta con 28 punti nel girone di ritorno
Ci sono allenatori da copertina, sempre pronti ad apparire e per i quali c'è stranamente una panchina a prescindere dai risultati, e ci sono i cosiddetti “antieroi”, quelli che non amano i riflettori ma lasciano parlare soltanto il campo. Rossano Brizzi, tecnico del Ricortola dei miracoli, appartiene a quest'altra categoria. Trent'anni che allena, mai un esonero e adesso un'impresa epica. Ha preso il Ricortola a fine girone d'andata con 8 punti in classifica e ne ha fatti 28 nel ritorno (chiuso al secondo posto) portandolo alla salvezza diretta.
E' la soddisfazione più bella della sua carriera? "Un'impresa simile l'avevo già centrata a Monti nel 2004 ma lì avevamo più punti e cambiammo qualche giocatore in corsa. Questa, ottenuta mantenendo la stessa squadra, credo sia la più bella e mai accaduta".
Se l'aspettava un'impresa del genere? "I punti erano pochi ma conoscendo una parte del gruppo che avevo lasciato un anno e mezzo fa dicevo che era impossibile che fossero questi ed i fatti mi hanno dato ragione".
Quali sono state le armi vincenti? "Sono un allenatore pragmatico. Per me contano il gruppo e la corsa se non hai la qualità per dominare il gioco. Fino al 95', come i risultati dimostrano, correvamo più degli altri. Ci sono stati giocatori che hanno reso di più, qualcosa è stato cambiato perché ogni allenatore ha le sue vedute".
Vi siete salvati con una squadra giovanissima. "Abbiamo vinto partite anche con un "vecchio" e dieci fuoriquota in campo. E' la vittoria del gruppo perché i giocatori hanno capito la mentalità e anche chi entrava cinque minuti dava il massimo, giovani compresi".
Quali sono state le partite "chiave"? "Vincendo a Romagnano contro la seconda in classifica ci siamo resi conto che potevamo giocarcela contro tutti. Quella di Filattiera, poi, è stata una sorta di finale e dopo mezzora vincevamo già 3-0”.
Questo Ricortola può avere un futuro? "La prospettiva c'è bisogna vedere chi lascerà dei vecchietti e come verrà sostituito. Ad esempio Ginocchi smette ed è una grossa perdita perché è il capitano ed ha un peso specifico importante nello spogliatoio".
E lei hai qualche sassolino da togliersi? "Avesse fatto un altro, un'impresa del genere, sarebbe stato omaggiato dai salotti ben del calcio ma io non ne faccio parte. Non vendo fumo e non ho sponsor. Non sono una persona malleabile. Dico quello che penso, educatamente, e porto avanti le mie idee senza sottomettermi a nessuno. Eppure quando vado sui campi di Massa, Carrara e della Lunigiana la domenica tutti mi vogliono bene. E questo mi basta. Mi tengo i pochi amici veri che ho e vado avanti con lealtà e correttezza come nella vita”.
Il tuo futuro sarà ancora neroverde? "Guarderemo i programmi della società. Ci metteremo al tavolo. Non precludo niente a nessuno. Per ora, però, mi preme ringraziare questi ragazzi fantastici che per quattro mesi si sono allenati in ventidue per tre volte alla settimana senza prendere un euro. La nostra squadra è stata l'unica ad arrivare alla salvezza diretta senza pagare i giocatori”.