"Adesso INTITOLIAMO la SALA STAMPA del PORTA ELISA a DIEGO CHECCHI"
Proposta di un gruppo di giornalisti sportivi lucchesi per omaggiare lo sfortunato collega
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Un gruppo di giornalisti sportivi lucchesi (Giacomo Bernardi, Duccio Casini, Guido Casotti, Giulio Del Fiorentino, Aldo Grandi, Emanuela Lo Guzzo, Michele Masotti, Gino Mazzei, Luciano Nottoli, Enrico Pace, Emiliano Pellegrini, Luca Tronchetti e Fabrizio Vincenti) ed una proposta: intitolare la nuova sala stampa dello Stadio "Porta Elisa" a Diego Checchi, prematuramente scomparso pochi giorni fa all'età di trentanove anni.
Una lettera è stata recapitata a Fabio Barsanti, assessore allo sport del Comune di Lucca (e, per conoscenza, alla Lucchese 1905), a cui adesso spetterà la decisione in merito. Diego era un bravo giornalista ed un grande amante dei colori rossoneri, e intitolargli la sala stampa sarebbe il giusto riconoscimento a chi, in vita, ha dato davvero tanto per la Pantera.
Questa la lettera:
Siamo un gruppo di giornalisti sportivi lucchesi che da anni seguono le sorti rossonere e che hanno apprezzato in tanti anni il lavoro, la passione e la dedizione del collega DIEGO CHECCHI scomparso prematuramente qualche giorno fa.
Siamo tutti rimasti profondamente scossi da quanto accaduto a un collega e amico che abbiamo tanto apprezzato in questi anni per il suo attaccamento, professionalità e serietà con la quale ha seguito quotidianamente le sorti della Lucchese.
Per questo con grande spontaneità e affetto è nata in tutti noi la richiesta che inoltriamo all'Amministrazione perché si possa INTITOLARE quanto prima la nuovissima SALA STAMPA dello STADIO di PORTA ELISA a DIEGO.
Siamo convinti della bontà della nostra richiesta per quanto ha rappresentato la figura di DiEGO CHECCHI nel corso degli anni 2000 e il giusto tributo per un collega che ci ha lasciato troppo presto e con il suo esempio ci ha insegnato che attraverso passione, serietà e dedizione ogni ostacolo può essere rimosso e superato.
Confidiamo nella sensibilità dell'Amministrazione comunale, ma anche dell'intero consiglio, affinché a una figura unitaria e non divisiva come quella incarnata dal nostro caro collega possa essere intitolato il luogo in cui ha trascorso gli anni più belli e professionalmente importanti della sua esistenza.
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