"Marco ORLANDI", GIOVANISSIMI B di MASSA-CARRARA pronti per il DEBUTTO
Parla il Selezionatore Corrado Grassi: "Senza amore per il calcio niente risultati"

Mercoledì 29 gennaio prenderà il via il Torneo "Marco Orlandi", riservato alle categorie Allievi B e Giovanissimi B delle Rappresentative Provinciali della Toscana. Il girone che riguarda la provincia di Massa-Carrara sarà composto anche da Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto.
Per il secondo anno consecutivo l’allenatore dei Giovanissimi B 2006 è Corrado Grassi, storico conoscitore di calcio e tecnico molto esperto che nella sua lunga carriera nelle giovanili ha allenato squadre come Carrarese (13 anni), Milan Carrara, Portuale, Ricortola, Ortonovo, Tirrenia e Poggioletto.
Mister quale è il valore degli avversari? ”Il valore degli avversari è un’incognita per molti, per non dire per tutti. E’ difficile capire quale sia il livello tecnico delle altre rappresentative, se non per qualche sporadica informazione. Però, pur conoscendo poco delle altre realtà, sappiamo che il bacino di utenza dove pescano i nostri avversari è maggiore del nostro, e non poter convocare ragazzi di Massa-Carrara che giocano in altre province limitrofe la vedo una cosa assurda. Dalla parte nostra, comunque, c’è l’ottimo lavoro che, a livello di club, hanno fatto e stanno facendo i tecnici delle nostre società”.
Cosa vorrebbe in più? ”Ci vorrebbe più tempo da passare con i ragazzi, ma so che questo non è fattibile e quindi mi adatto”.
Cosa dice ai ragazzi nuovi a questa esperienza? “Ai ragazzi dico di andare in campo senza fare calcoli, devono pensare solo a giocare e a fare bene. Le cose semplici le devono fare semplici, senza complicarsi la vita”.
Come ha trovato i ragazzi? “I ragazzi sono arrivati in buone condizioni fisiche: lavoriamo sulla mentalità dei ragazzi, non avendo tanto tempo a disposizione con loro convocandoli una volta alla settimana e provandone tanti. L’aspetto positivo che ho visto in questo e nello scorso anno è che la squadra è stata composta da ragazzi educati, intelligenti ed appassionati, perché senza amore per il calcio non si raggiungono risultati. I giocatori devono rimanere umili e rispettosi, perché il calcio è uno sport in cui ci deve essere una certa lealtà”.
Qualche nome di ragazzi che l’hanno impressionato? ”Non faccio nomi in particolare, tutti i ragazzi hanno dimostrato di avere una gran voglia di migliorare. Hanno qualità importanti e noi allenatori dobbiamo esser solo di supporto a loro che sono i veri protagonisti. Sono nel calcio da diversi anni, ho avuto esperienze in diverse categorie, ed alla fine è solo la crescita dei ragazzi che conta, è quello che almeno realizza me. E’ importante curare i fondamentali, sia a livello motorio prima di tutto, altrimenti i giocatori non imparano i movimenti corretti, sia per quello tecnico e mentale in un secondo momento. Questi ragazzi devono ancora sbocciare: c’è chi è più pronto tecnicamente e chi più fisicamente, ed a questi livelli la prestanza fisica influisce in maniera devastante, lo si è visto bene anche nel torneo della passata edizione”.
Per lei il risultato non conta? ”Certo che sì, non giochiamo mica per partecipare. De Coubertin mi piace, ma quando gioco ed esco perché magari ho perso ai rigori, ci rimango male (ride, ndr). Quando si lavora con i bambini, a livello di Scuola Calcio, l’importante è il divertimento e la cultura dello sport; ad altri livelli invece si pensa ad altro, rimarcando la sconfitta se necessario ma con il solo fine del miglioramento, sennò si passa all’anticalcio”.
Infine, ringraziandola per la disponibilità, quale consiglio si sente di dare a questi giovani atleti? “Prima ho parlato dell’amore per il gioco del calcio, ora il consiglio che do è di essere umili, con la consapevolezza che non ci si diverte solamente, perché i risultati che si ottengono sono frutto del lavoro, del sacrificio e degli insegnamenti seguiti. I giovani atleti devono essere bravi a curare il proprio aspetto mentale e tecnico, per farsi trovare pronti al grande salto: non importa il risultato della squadra in cui si gioca, se uno è pronto può fare da solo passi avanti, giocare sotto età e quant’altro. I giocatori non devono avere paura a venire in Rappresentativa: quello che dico sempre ai ragazzi è di sprigionare le loro potenzialità, poi il tecnico deve solo correggere, senza rimproverare”.
Un sogno nel cassetto? ”Sono sicuro che onoreremo questo torneo dedicato a Marco Orlandi che ho avuto l’onore di conoscere e poter apprezzare le sue innumerevoli qualità. Il sogno sarebbe quello di passare il turno che è tanto tempo che non accade”.
