"Avevamo fiducia nella GIUSTIZIA,ma questa STORIA è veramentre TRISTE"
Il Montignoso ora dice la sua sul presunto illecito: "Hanno giocato sulla pelle di 17 e 18 anni"

Ora l'A.C. Montignoso passa al contrattacco e si toglie alcuni "sassolini" dalle scarpe in merito alla vicenda (LEGGI QUA) che aveva fatto mediaticamente il giro d'Italia in quanto a clamore. Dopo la sentenza della Corte d'Appello Federale che ha scagionato completamente il club rossoblù, ora ecco le motivazioni ed il comunicato dello stesso che TOSCANAGOL ha ricevuto e che pubblichiamo integralmente:
E’ finalmente passata in giudicato la sentenza di secondo grado con la quale il Montignoso ed i suoi tesserati è stato assolto dall’accusa infamante di aver commesso il gravissimo reato di illecito sportivo.
Tenuto conto dei tanti titoli su giornali e testate on line, tra le quali addirittura La Gazzetta on line ed il Corriere della Sera on line, ci permettiamo di trasmettere l’intera sentenza di assoluzione.
Sappiamo bene che nessuno può tornare indietro e cancellare titoli infamanti non solo per la società ma soprattutto per ragazzi da 17 ai 18 anni condannati da 1 a 4 anni di squalifica ma riteniamo corretto che ognuno, nel suo piccolo, dopo aver letto appunto la sentenza allegata, dia la giusta visibilità a questa notizia che ha finalmente fatto luce su questa storia tanto incredibile quanto vera.
L’Ac Montignoso dall’inizio ha sempre confidato nella Giustizia e per questo ha aspettato serenamente la sentenza di secondo grado redatta da uomini di diritto che ben han colto la questione e soprattutto hanno affermato la necessità del rigore e della cautela nella valutazione di fatti cosi delicati.
Il caso in questione non puo non far riflettere e soprattutto genera 2 considerazioni inevitabili.
La prima sulla Giustizia Sportiva: E’ evidente che il sistema abbia la necessità di una giustizia rapida ma tutti i soggetti devono aver ben chiaro che si sta parlando della vita di ragazzi minorenni o da poco maggiorenni e pertanto sono necessarie nella valutazione di ogni indizio e/o prova molta diligenza ed attenzione perché, se è vero, da un lato, che se le accuse avessero trovato conferma in prove incontestabili e pacifiche, la pena avrebbe dovuto esser per forza pesante ed esemplare, dall’altro nel caso in cui la ricostruzione dei fatti risulti chiaramente precaria e senza alcun riscontro oggettivo, come nella nostra ipotesi, la Giustizia Sportiva dovrebbe sempre tener presente che qualunque provvedimento preso potrebbero rovinare la vita di ragazzi che fanno del calcio la loro principale passione.
La seconda riguarda invece il comportamento di tutti i soggetti del mondo sportivo: è possibile che un dirigente sportivo non accetti il verdetto del campo ed arrivi ad immaginarsi scenari da fantascienza pur di far penalizzare una squadra arrivata davanti in classifica con la speranza che quest’ultima venga stravolta senza considerare gli effetti del proprio agire?? E’ proprio questo l’aspetto inquietante della questione. Il Dirigente della Massese, Augusto Cantoni, ha fatto un esposto riferendo di aver appreso dell’alterazione della partita “da una fonte che voleva rimanere anonima” e producendo un messaggio sms del quale nè la procura federale né lui (!!!!) sono riusciti a identificare il mittente ed il destinatario: un esposto pieno di sentito dire ma senza alcuna prova incontrovertibile. E’ triste pensare che gente di sport possa usare la giustizia sportiva senza considerare le conseguenze delle proprie agire nei confronti di giovani ragazzi che hanno il calcio come la loro grande passione; ha senso cercare di capovolgere il risultato finale di un match distruggendo la vita di tanti giovani atleti e delle loro famiglie??
Povero calcio!
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