Il VORNO festeggia la SALVEZZA, ma CARDELLA ora potrebbe lasciare
Intervista a cuore aperto con il tecnico che in ogni caso dice: "Chi verrà qua troverà una società competente e un bell'ambiente"
Il Vorno festeggia la salvezza in Eccellenza. Era la prima volta per questa piccola società alla porte di Lucca al cospetto di piazze e società blasonate. Un traguardo raggiunto persino con una giornata di anticipo che premia il lavoro serio e competente di una società che sapeva che c’era il rischio di pagare una certa inesperienza a questi livelli e di uno staff tecnico che si è dimostrato competente e preparato anche in categoria superiore.
A guidarlo il tecnico Alfredo Cardella che ora confessa a TOSCANAGOL tutta la sua soddisfazione. “Abbiamo raggiunto la salvezza con una giornata di anticipo e per noi questo equivale a vincere un campionato. I meriti sono ragazzi, della società e dello staff. In questi ultimi due anni abbiamo fatto la storia, ritengo però che parlare di sogno o di miracolo sia molto riduttivo nei confronti di tutti: dietro questo risultato non c'è casualità, oltre a me c'è un allenatore in seconda, un preparatore atletico, un match analyst, un preparatore dei portieri, un fisioterapista per il recupero degli infortunati, un massaggiatore, e persone competenti dietro una scrivania. Nulla è lasciato al caso, il lavoro sul campo, le nostre riunioni tecniche, i confronti con i dirigenti. Tutto ciò ci ha permesso di raggiungere l'obiettivo prefissato ad inizio stagione. Per questo parlare di sogni o di miracolo non è nel mio modo di lavorare e di pensare”.
Analizzando la stagione, Cardella focalizza il momento più bello e quello più deludente. “Sicuramente battere la corazzata Grosseto allo stadio “Porta Elisa” di Lucca è stata una grande soddisfazione che difficilmente la società Vorno dimenticherà. A noi come squadra quel giorno ha dato la consapevolezza che stavamo lavorando bene e che il motto “rispettare tutti ma non aver paura di nessuno” cominciava ad essere applicato sul campo. Quel giorno i ragazzi cominciarono a capire che trasformare il lavoro settimanale sul campo era possibile. Delusioni particolari non ce ne sono state, anche se è chiaro che quando facciamo un campionato difficile come quello dell’Eccellenza, alcune volte si arrivava alla domenica sera dopo una gara andata male e la mancanza di certezze sull’assetto tattico potevano essere rimesse in discussione, ma con il mio staff ci rimettevamo subito al lavoro per ritrovarle”.
Da non dimenticare quello che poi è successo nel “mercato” di dicembre con la partenza di due pedine importanti come Petracci e Remedi. Il Vorno sembrava spacciato nonostante l’arrivo di un attaccante di grande esperienza come Marino Taddeucci. “Chi ha lasciato Vorno, lo ha fatto chi per problemi lavorativi, chi per mancanza di spazio, chi per scelta nostra perchè faticava a fare questa categoria. Petracci soffriva di mancanza del gol e faceva un po’ di fatica, ma noi lo avremmo aspettato, però lui per mancanza di stimoli ha preferito cambiare. Io credo però che una categoria come l'Eccellenza gli stimoli possa solo darteli, anche perché non mi sembra che l’avesse mai fatta da protagonista. Abbiamo però rispettato la sua scelta e la società lo ha lasciato andare, mentre Remedi è un giocatore che tutti gli anni a dicembre cambia casacca e la cosa si commenta da sola. Detto questo il direttore Dal Porto si è rimesso al lavoro e i risultati ancora una volta hanno confermato le sue capacità. I suoi “ritocchi” ci hanno permesso di centrare l'obiettivo”.
Cosa è cambiato con l’arrivo dei nuovi? “Intanto ci tengo a dire che anche prima la squadra era fuori dai playout, come l’anno scorso fummo primi dalla prima giornata fino all’ultima anche quest’anno siamo sempre stati fuori dai play out. L’arrivo dei nuovi ha portato entusiasmo e tranquillità in uno spogliatoio che faticava a fare gruppo. I nuovi si sono messi subito a disposizione con molta umiltà e soprattutto con la carica che questa categoria trasmette, hanno portato serenità e ottimismo: Poi tenere il profilo basso, rispettare tutti, ma non aver paura di nessuno e lavorare senza fare tabelle non ha interrotto il cammino verso il traguardo”.
C’è qualche giocatore che in una maniera o in un’altra ha fatto la differenza? “Faccio due nomi perche so che tutto il gruppo la pensa come me. Il primo è Carusio che come ho sempre detto è come un allenatore in campo: è un professionista vero, ha dato sicurezza tattica a tutta la squadra, Sono convinto che diventerà in futuro un buon allenatore, se saprà ascoltarmi, anche se penso che possa ancora giocare a buon livello. Il secondo è Catania, un giocatore di 37 anni che appena l’ho chiamato è corso a darmi una mano: lui ha portato fiducia e spensieratezza con la sua umiltà e la sua voglia di vincere sempre. Ha dato quella marcia in più a tutti”.
Come giudica il lavoro in queste due stagioni della società Vorno? “C’è gente che sa di calcio, è competente ed è abituata a lottare, che con i suoi difetti cerca di non farti mancare niente. E’ una società che negli ultimi anni ha sempre raggiunto l'obiettivo prefisso, due campionati vinti e due salvezze alle prime esperienze in categoria. Credo che siano numeri che parlano da soli sul come si lavora a Vorno. A mio avviso la “ciliegina” sulla torta è sicuramente rappresentata dal direttore sportivo Maurizio Dal Porto, persona competente e intenditore di calcio, conoscitore di giovani e in grado di capire quali innesti fare, una persona che con budget ridotti riesce sempre a lavorare al meglio”.
A salvezza ottenuta ora si può parlare del futuro di Alfredo Cardella? “E' presto per dirlo, manca sempre una partita e vogliamo finire bene. Credo che per il Vorno il discorso allenatore sia secondario, con questa salvezza si sono aperti scenari importanti che la società dovrà valutare con tutta calma. Sono molto soddisfatto a livello personale di questi due anni: l 'Eccellenza è una sorta di campionato “semiprofessionismo” che ti affascina e ti permette di lavorare come piace a me, Vorno mi ha dato tanto e io credo di aver dato qualcosa al Vorno, il calcio è bello per questo ma poi quello che si è fatto ieri, domani è già dimenticato e si ricomincia. Con Cardella o senza Cardella il Vorno andrà avanti e continuerà a fare bene, perché è una società che sa fare calcio e non improvvisa mai. Chi verrà a Vorno potrà lavorare in un ambiente ideale per fare calcio”.
Dalle sue parole sembrerebbe profilarsi un divorzio. “Ad oggi sono concentrato sul festeggiare con i ragazzi questo traguardo raggiunto e poi su concludere bene il campionato perché abbiamo la partita con il Piombino tra due settimane. Per cui parlare di conferme o addii non mi sembra il caso. A tempo debito saprete tutto”.