Ci lascia un altro grande personaggio del calcio toscano. Aldo Agroppi, nome noto nel mondo dello sport, è morto all’età di 80 anni. L’ex calciatore e allenatore, uno dei primi sportivi ad aver parlato apertamente con la stampa della depressione di cui era affetto, è deceduto in ospedale, dove si trovava ricoverato da giorni per una polmonite bilaterale. Ha militato come centrocampista nel Torino, nel Genoa e nel Perugia, per poi allenare squadre quali Fiorentina, Perugia e Ascoli.
Noi di TOSCANAGOL lo ricordiamo con grande affetto perchè avemmo il piacere di conoscerlo da vicino nell'estate del 2010 quando già organizzavamo i nostri STAGE estivi, allora targati A TUTTOCAMPO LIVE. Andammo proprio a Salivoli con il nostro staff per due settimane e non sapevamo che Aldo viveva a pochi metri centinaia di metri dal campo. Gl piacque come facevamo le cose e allora ci disse. "Se volete il prossimo anno vengo io ad allenare i ragazzi e lo faccio gratuitamente". Non ci parve vero di avere nel nostro staff un personaggio del genere.
E così nei mesi successivi preparammo tutto con cura. Aldo arrivava al campo al mattino con il suo scooterino, già cambiato, in maglietta e calzonicni per l'allenamento. Indossava in testa un cappellino rosa della GAZZETTA DELLO SPORT e si divertiva un mondo con i ragazzini. A Salivoli Aldo era un'istituzione. Furono due settimane bellissime e ricordiamo come Aldo volle invitare, al termine di ogni sessione, il sabato pomeriggio, i ragazzi partecipanti a casa sua per un bagno in piscina e una simpatica merenda. Ci aprì le porte della sua casa e fu di un gentilezza e di un garbo che ci colpì molto.
Aldo Agroppi ha mosso i primi passi nel mondo del calcio proprio con la maglia del Piombino, riuscendo ad esordire in Serie D nel campionato 1960-1961 non ancora maggiorenne. La classe si vedeva a occhi chiusi ed ecco nel 1961 il passaggio al Torino, la squadra che gli ha permesso di mostrare il suo talento e la sua grinta. In seconda battuta, dal momento che dopo una parentesi nelle giovanili con vittoria del Torneo di Viareggio le prime presenze tra i professionisti le ha ottenute nei prestiti di Terni e Potenza, giocando prima in Serie C e poi in Serie B.
Nel 1967 ecco il ritorno alla «casa madre» Torino. Chi non ricorda le sue battaglie a centrocampo, dove ogni pallone sembrava una questione di vita o di morte? Diventò infatti uno dei giocatori più apprezzati della formazione granata e riuscì a vincere due Coppe Italia nelle stagioni 1967-1968 e 1970-1971.
Nel 1975 ecco il suo addio al Torino, proprio nell'estate in cui arrivò in panchina Gigi Radice per la memorabile stagione che vide i granata conquistare lo Scudetto davanti ai grandi rivali della Juventus. Agroppi partecipò dunque alla rinascita del «cuore Toro» ai vertice del calcio italiano, ma non potè quindi festeggiare l'ambito trofeo. Dopo il Torino, il suo viaggio lo ha portato a vestire la maglia del Perugia, neo promosso in Serie A, squadra con cui ha continuato a brillare. Tant'è che in 2 stagioni riuscì a dare il suo contributo per la permanenza in categoria degli umbri, ritirandosi poi a 33 anni al termine della stagione 1976-1977. Ma il suo legame con il calcio non si è fermato al rettangolo verde.
Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Agroppi non ha mai abbandonato il calcio. Ha intrapreso una carriera da allenatore, guidando squadre come Fiorentina, Perugia, Pisa (promozione dalla B alla A nella stagione 1981-1982), Ascoli e Como. Ogni panchina era una nuova sfida, un'opportunità di trasmettere la sua visione del gioco ai giocatori. Con periodi anche turbolenti, come una contestazione accesa da parte della tifoseria viola nel 1986 per suoi contrasti con la bandiera Giancarlo Antognoni. Sempre a Firenze, subentrà nel gennaio 1993 ma non riuscirà a salvare la squadra nonostante la presenza in rosa di Gabriel Batistuta, l'attaccante argentino simbolo della squadra viola negli anni '90 giunto in Italia nella stagione precedente. Ma la sua influenza non si è limitata al campo. Agroppi è diventato un noto opinionista e commentatore tecnico, portando la sua esperienza e la sua sagacia in diverse trasmissioni sportive tra radio e TV. La sua voce era riconoscibile, il suo giudizio sempre acuto e mai banale.
Negli ultimi anni le sue apparizione in televisione si erano diradate a causa della malattia, ma il suo ricordo rimane sempre vivo nel mondo del calcio italiano.
Il cordoglio della Fiorentina:
"Tutta la Fiorentina esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Aldo Agroppi. Da calciatore aveva vestito la maglia del Torino (due Coppe Italia vinte e più di 200 presenze granata) e da tecnico si era seduto sulla panchina viola tra l'85 e l'86 e il 1993 per oltre 40 gare".
E quello del Torino:
Il Presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club, profondamente commossi per la triste notizia, sono vicini con affetto alla famiglia Agroppi nel ricordo di Aldo Agroppi, uno dei calciatori più iconici e maggiormente amati dai tifosi nella storia del Toro. Alla famiglia, ai suoi affetti più cari e a tutti i parenti il profondo cordoglio e l'abbraccio del mondo granata.
A Piombino Aldo era un amico di tutti. La sua casa domina la Marina di Salivoli e guarda "in faccia l'isola d'Elba". Aldo era un piombinese verace, al pari di altri concittadini come Nedo Sonetti e Lido Vieri che come lui hanno calcato le scene del grande calcio
"La società Atletico Piombino con immenso dispiacere, porge le più sentite condoglianze a Nadia, Nilio, e Barbara, per la scomparsa di Aldo, amico del calcio Piombinese. Continua a guardarci da lassù!!!"
"La società Salivoli si stringe attorno alla famiglia Agroppi per la scomparsa del grande Aldo, personaggio di grande spessore umano e calcistico sempre vicino alla famiglia Salivoli …. Ciao Aldo
Anche la Lega Nazionale Dilettanti della Toscana ricorda la figura di Aldo Agroppi:
"Ci ha lasciato Aldo Agroppi Si è spento questa mattina all'ospedale di Piombino, sua città natale, Aldo Agroppi. Da calciatore aveva legato il suo nome al Torino, con cui aveva giocato tra il 1967 e il 1975 collezionando più di 200 presenze e guadagnandosi anche la maglia azzurra, indossata in 5 occasioni. Una volta terminata la carriera da giocatore aveva iniziato quella di allenatore in cui aveva guidato Pisa, Perugia, Padova, Fiorentina, Ascoli e Como. In molti però, lo ricordano per la pungente carriera da commentatore televisivo contraddistinta da una sana vena polemica toscana.
Il Presidente del Comitato Regionale Toscano L.N.D. Paolo Mangini, unitamente a tutto il consiglio direttivo, si stringe intorno alla famiglia per porgere le più sincere condoglianze di tutto il nostro movimento".