Duro COMUNICATO della ZAMBRA: "Solo CONGETTURE, siamo INNOCENTI"
Dopo la sentenza della Corte d'Appello Federale la società pisane prende posizione

Dopo la pesantissima decisione della Corte Federale d'Appello nei confronti dello Zambra, che si è visto togliere quattro punti nel campionato Giovanissimi Regionali Elite in corso e squalificare per quattro anni l'allenatore Federico Viviani e gli atleti Simone Bertolini, Gabriele Ribechini e Christian Zaccagnini, immediato è arrivato il comunicato del club pisano.
Lo Zambra è stato infatti dichiarato colpevole di aver combinato il match contro il Montignoso dello scorso campionato Giovanissimi Regionali Elite. Il successo del club massese su quello pisano, costò infatti la retrocessione alla Floria e la conseguente salvezza delle due squadre affrontatesi nell'ultimo turno di campionato.
Questo il comunicato:
La società Zambra Calcio ha accolto con incredulità e grande senso di ingiustizia il verdetto della Corte federale sulle presunte irregolarità durante una gara del campionato 2021-2022 dei Giovanissimi regionali contro il Montignoso. Questa società, come ha sempre fatto, rispetta le decisioni degli organi Figc, ma ne respinge in toto le conclusioni che hanno portato a una decisione arbitraria e irragionevole nell'esito e per giunta abnorme nell'entità delle pene comminate a atleti di 15 anni i quali rischiano di vedere troncata - per mano della federazione - la loro attività agonistica giovanile.
La sentenza della Corte federale di Roma, va ricordato a chi non ha seguito la vicenda, si basa soltanto sull'estrapolazione di una conversazione in una chat tra due ragazzi adolescenti acquisita da un social network (i cui toni dunque sono facilmente immaginabili) e da un brano di un video amatoriale con una ripresa da un centinaio di metri di distanza.
Per ribadire la totale insussistenza di teoremi di un esposto di parte che ora, in modo sbalorditivo, risultano trasformati in sentenza, la società ricorda volentieri - a chi non conoscesse la vicenda - le parole usate dalla Corte federale toscana in sede di giudizio di primo grado, che fece cadere ogni accusa. In quella pronuncia i giudici respinsero le tesi della Procura federale con queste motivazioni: 'In assenza di prova dell'illecito ed in presenza di meri indizi che però, per come dettagliato, non appaiono in alcun modo gravi, precisi e concordanti (come enunciato dal Collegio di garanzia del Coni), per di più in presenza di una prova privilegiata (il rapporto arbitrale) e di numerosi indizi che sembrano andare in senso antitetico rispetto alla sussistenza di un illecito'.
Mentre si ribadisce la totale estraneità alle ricostruzioni prese per buone dalla Caf - basate su mere congetture che evidentemente da qui in avanti saranno sufficienti per ribaltare i risultati del campo - si insiste qui sulla totale iniquità della sentenza non solo e non tanto in difesa del buon nome di questa società (da sempre ossessionata dal rispetto della correttezza delle regole, sia a livello societario che in campo), ma soprattutto a tutela dell'allenatore e dei ragazzi coinvolti, colpiti da un giudizio severissimo e inaudito. Per necessità di brevità non elenchiamo qui ma ci limitiamo a riportare alla mente gli svariati precedenti - impressi nella memoria di chiunque segue il calcio - di fatti ben più gravi (violenze in campo, vere combine alla luce del sole con goleade e autogol o illeciti economici delle società o ancora calciatori condannati per reati abietti) conclusi con pene molto più tenui o accolti quasi con noncuranza dagli organi di giustizia sportiva.
Accanto all'incredulità e al senso di ingiustizia resta il dispiacere per una decisione che mina la fiducia nelle istituzioni di dirigenti, tecnici e atleti delle società dilettantistiche e giovanili - in particolare quelle che non possono contare su importanti sponsor politici ed economici - le quali con impegno, abnegazione e volontariato rappresentano le fondamenta di un movimento che invece sembra sempre più inteso a uno sport ad uso di ricchi club e mera vetrina per la televisione.
Resta chiaro che da qui in avanti la societù - che ha atteso con fiducia e compostezza le decisioni delle corti federali - si vedrà costretta a far valere le sue ragioni in qualsiasi sede le sarù possibile.
Aspettando con fiducia l'esito dell'ultimo grado di giudizio.
