Si apre un MONDO con il libro "ALLENARE GLI ALLENATORI"
Complessità e altri aspetti flisofici e neuro-scientifici nel volume scritto e presentato da Francesco D'Arrigo e Claudio Albertini
Una location prestigiosa ed elegante come la Sala del Teatro del Real Collegio di Lucca e tanta gente davvero per la presentazione ufficiale del terzo libro di Francesco D'Arrigo, "ALLENARE GLI ALLENATORI", scritto stavolta a quattro mani con il genovese Claudio Albertini. C'erano tanti personaggi del nostro calcio, amici di D'Arrigo, suoi allievi nei Corsi per Allenatori di cui è docenti, rappresentanti della Lucchese con in primis Bruno Russo, società dove D'Arrigo ha prima giocato e poi allenato, e poi alcuni ragazzi del Liceo Sportivo di Lucca, incuriositi da un argomento molto interessante per la loro crescita.
E poi c'era lui, Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili italiane, a cui D'Arrigo ha chiesto di scrivere la prefazione del libro, che ha affascinato tutti con un intervento breve, ma eloquente e coinciso. Una presentazione in grande stile coordinata da Alessandro Pagnini, professore universitario di filosofia moderna e ben introdotta dal provveditore agli studi di Lucca Donatella Buonriposi.
"E' un libro che mi ha colpito molto - ha detto proprio quest'ultima nel suo intervento - perchè tocca dei temi filosofici molto importanti, come quello della complessità che caratterizza la nostra epoca. Non è detto però che una cosa complessa sia anche difficile. L'importante è capire come affrontarla, come capire il concetto di pluridimensionalità e di affrontare i cambiamenti che la vita quotidiana ci propone. Il buon allenatore è come il buon docente che sa preparare i suoi allievi ai cambiamenti che sono in corso. Sono concetti profondi che questo libro tocca e che a me sono molto piaciuti".
Maurizio Viscidi è andato subito sul concreto. "L'amico Francesco D'Arrigo mi ha chiesto di fare l'introduzione del libro ed è la stessa situazione in cui si trova l'amico a cui viene chiesto di fare testimone di nozze o padrino per un battesimo. Devo dire che chi ha scritto questo libro si è documentato e ha dimostrato di avere cultura, ha svolto un duro lavoro, credetemi. Senza alcunea presunzione devo dire che io sono la persona giusta per presentarlo visto il ruolo che occupo. Una delle mie funzioni è di allenare gli allenatore e non è assolutamente semplice. Questo libro coniuga l'aspetto tecnico a quello scientifico, tocca aspetti come quello della variabilità che fanno parte dell'animo umano, tocca aspetti neuro-scientifici mica tanto comuni. E' un libro tosto che testimonia di tanto studio per realizzarlo. Coniuga l'aspetto tecnico a quello scientifico, ti permette di riflettere e di arrivare a trovare un obbiettivo, quello del "calciatore pensante". Concludo dicendo che gli allenatori non devono sapere solo di calcio, ma allargare i loro confini. Questo libro deve servire a fare uscire gli allenatori dalla loro zona di comfort".
Interessante anche l'intervento di Claudio Albertini, genovese, personaggio che Francesco D'Arrigo ha avuto il merito di apprezzare e valorizzare collaborando alla realizzazione del libro. "Ho iniziato come operaio di secondo livello - ha detto - e mai avrei pensato nella mia vita di arrivare oggi a presentare un cosa di questo genere. Posso dire che una cosa che mi ha sempre caratterizzato è stata quella di cercare sempre di sapere e capire le cose, essere sempre aperto alle novità e a recepire qualsiasi cambiamento.. Ringrazio Francesco per aver avuto fiducia in me e mia moglie per avermi sempre stimolato a non fermarmi mai".
Poi un D'Arrigo influenzato ha voluto ribadire alcuni concetti, precisando che "questi libri che ho scritto hanno la presunzione di voler cambiare un po' certi aspetti culturali del nostro calcio. Dico subito che se io allenassi ancora, l'80% delle cose che facevo un volta, oggi non le farei più. Io vivevo di 11 contro 0 che è la negazione dei concetti che sto esprimendo in questi libri. Oggi gli allenatori devono avere la voglia di approfondire certi concetti e la fertilità mentale di cambiare. Il mio e il nostro intento è di aiutarli attraverso lo studio a capire come funziona il cervello ed essere pronti a sostenere i proprio calciatori a vivere le complessità che il gioco del calcio rappresenta".
Applausi per tutti e un'ora di incontro che è volata via in un battibaleno. Quindi la tradizionale firma e dedica sui libri per i tanti intervenuti.
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