MUORE a soli 58 ex CALCIATORE originario della GARFAGNANA
Frediano Taddei era cresciuto nel Valle di Ottavo, poi si era trasferito a Livorno
Avrebbe compiuto 58 anni il prossimo 30 aprile, ma la malattia che lo colpì un anno fa se lo è portato via nelle prime ore di lunedì 27 gennaio. In tanti, per tutta la giornata erano alla stanza mortuaria per salutare Frediano Taddei, una vita nel calcio, la sua vera passione che non gli faceva sentire sacrificio per spostarsi e giocare nella sua Garfagnana anche dopo essersi sposato nell’81 con Laura Nencini, livornese doc e quindi anche lui diventato nel frattempo un labronico adottivo.
Nativo di Gallicano, cresciuto calcisticamente nel Valle di Ottavo, si trasferì poi nel Ponte all’Ania e poi proprio nella formazione del suo paese. Fino alla chiamata dell’Antignano che nell’83 aveva una bella rosa ed ambizioni di vittoria del campionato. Serviva un bomber di razza, uno bravo quando c’era da sferrare il tiro, ma che se la cavasse egregiamente anche quando c’era da staccare di testa. Nessuno come lui in elevazione, un terrore per i difensori. Finalmente a casa senza più arrivare a casa la sera tardi e la grande soddisfazione di vincere il campionato. Dal bianconero, ancora la valigia in mano per scuotere le reti nelle categorie dove faceva davvero la differenza. Pomarance e Ponteginori. Un infortunio ne interruppe però l’attività facendogli pensare che in fondo per respirare l’atmosfera di uno spogliatoio e l’odore dell’erba, si poteva anche prendere il patentino di allenatore e darsi alla formazione dei ragazzini.
Diventata praticamente una necessità dopo che Gianluca, suo figlio, ora bel jolly di centrocampo in forza all’Armando Picchi nel campionato di Promozione, all’età di sei anni decise che il pallone sarebbe diventato il proprio sport. Padre e figlio insieme nel Livorno 9, entrambi in organico della leva calcistica del ’95. Uno con tuta e fischietto, l’altro, invece con i compagni a imparare i fondamentali. Un gruppo portato avanti fino alla categoria Allievi, fino a che non arrivò il momento di cambiare società ed approdare al Picchi, prendendo sotto la sua ala i “bimbi” del 2002.
Ha continuato ad allenare, facendosi volere bene da tutti, costretto a salutare in silenzio un anno fa ai primi sintomi di un male che non perdona. Troppo debole per seguire durante la settimana, troppo debole per seguire le partite dalla panchina. Personaggio molto conosciuto a livello sportivo ma anche per l’attività commercilae di rifornitore di alimenti e tabacchi, molti saranno quelli che arriveranno ad omaggiarlo per l’ultima volta alla stanza mortuaria, dove a mezzogiorno verrà celebrata una funzione con rito buddista al termine della quale la salma sarà portata al cimitero dei Lupi dove per le ore 14 è prevista la cremazione.
fonte www.iltirreno.gelocal.it