"A PIOMBINO non mi hanno capito e non credo che rimarrò"
Il direttore sportivo Alessio Ferroni spiega i motivi della retrocessione dell'Atletico Piombino
Dopo l’amara retrocessione in Promozione, è tempo di bilanci (e di addii?) in casa Atletico Piombino. A rivivere questa stagione ci pensa il Direttore Sportivo Alessio Ferroni, che non nasconde la sua amarezza per l’epilogo ed apre ad un probabile addio.
Già dal principio le cose non sono state facili per il diesse. “Quando sono arrivato a Piombino la scorsa estate, la società era reduce da tre stagioni dove aveva fatto benissimo, con una squadra composta da gente del luogo e zone limitrofe. Sono stato chiamato per rifondare un progetto, chi c’era prima era andato via e mister Sebastiano Miano aveva colto l’importante occasione di poter allenare il Grosseto. La situazione era dunque particolare, erano rimasti solo pochi giocatori ed ho dovuto cercare di prendere giocatori anche da fuori e di assemblare le due realtà”.
Cosa non ha funzionato poi? “Questa è una piazza che ho nel cuore e dove si potrebbe fare calcio a certi livelli, ma purtroppo la mia ideologia non è stata recepita, ci sono state tante situazioni complicate, gli equilibri societari non sono stati confermati, e questo scollamento è stato avvertito dal gruppo, che mi sento di ringraziare per non aver mollato fino alla fine, garantendo che l’obiettivo rimanesse in piedi fino all’ultima giornata, aspetto sicuramente positivo pur nella sua drammaticità”.
Il rapporto tra Ferroni ed alcuni personaggi non è stato dei più idilliaci. “Tengo a sottolineare che, nonostante spesso e volentieri si sia identificato in me il capro espiatorio, non sono venuto a Piombino per fare i miei interessi, come qualcuno si è permesso di dire, ma ogni mia azione era in accordo con il Presidente, con il quale c’è sempre stata massima trasparenza su tutto”.
Adesso cosa farà? “Non ho abbandonato la nave prima della fine della stagione perché sono una persona che si mette sempre in discussione fino in fondo, ma ad oggi non mi sento di poter rimanere perché non ci sono i presupposti per fare il calcio che intendo io, nonostante la piazza sia stimolante e mi piaccia. Ho molta rabbia e voglia di ripartire con determinazione verso un nuovo obiettivo. Sono stato cercato da alcune realtà e questo mi fa piacere ma ogni discorso è prematuro perché prima devo parlare con il Presidente e fino ad allora non scioglierò alcuna riserva. Mi auguro che, con me o senza di me, l’Atletico Piombino possa ripartire nel miglior modo possibile dalla Promozione e risalire in Eccellenza”.