PRESIDENTE AGGREDITO perchè non dà lo SVINCOLO al GENITORE
E' successo a Graziano Giannini della Folgore Segromigno: "Glielo avremmo dato prossimamente, ma lui non ha sentito ragioni"
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La notizia è grave, di quelle che davvero dovrebbero farci tutto preoccupare. Si può arrivare al punto di mettere le mani addosso a un presidente di una squadra di calcio giovanile per avere il nulla osta per portare il proprio figlio a giocare in un'altra squadra?
Lo si può fare, dopo che il presidente ti ha promesso di farlo, nonostante che uno abbia firmato un cartellino che lega il proprio figlio a quella società per una stagione calcistica? E lo ha fatto appena un mese o due fa?
E' successo e purtroppo lo dobbiamo raccontare, nonostante che, colui che ha subito tutto questo, sia un tipo molto riservato e sempre restio a qualsiasi forma di narrazione. Lui è Graziano Giannini, da alcuni anni presidente della Folgore Segromigno, storica società giovanile del Comune di Capannori, nella Piana di Lucca. E' lui l' "erede designato" di Alfredo Chelini, presidente per tanti anni della società e personaggio indimenticabile.
Il "fattaccio" è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri quando un GENITORE di un ragazzo della squadra Allievi B 2010 della Folgore Segromigno ha atteso per circa un'ora l'arrivo di Giannini al campo.
"Quando sono arrivato in sede - racconta Graziano - lui è entrato subito e ha chiuso la porta. Eravamo soli. Mi ha chiesto di avere lo svincolo, ma gli ho detto che io non sapevo farlo al pc e che dovevamo attendere l'arrivo degli addetti. Si è subito arrabbiato, mi ha detto che lo prendevo in giro. Gli ho detto di stare tranquillo e che l'avremmo fatto nei prossimi giorni. Intanto gli avevamo fatto un nulla osta per poter fare allenare il figlio nella nuova società dove andrà a giocare".
Giusto ribadire il concetto per cui la Folgore Segromigno, in questo caso nella figura del presidente, stava facendo un sorta di favore al genitore, visto che il tesseramento era stato fatto poco tempo fa e nessuno lo aveva costretto a firmare. "La mia colpa è stata di aver temporeggiato - racconta ancora Giannini - perchè ci siamo un po' presi verbalmente, quando gli ho detto che noi iscriviamo le squadre ai campionati quando abbiamo una rosa composta e se succede che dopo tutti se ne vogliono andare, che figura facciamo. In ogni caso l'ho tranquillizzato confermandogli che gli avremo fatto lo svincolo".
A questo punto però la cosa è degenerata. "Mi ha minacciato dicendomi che non sarei uscito dalla sede se non gli avessi fatto lo svincolo e mi ha messo le mani addosso. Sono caduto e mi è venuto addosso. Poi, fortunatamente sono entrati due nostri dirigenti che lo hanno fermato. Onestamente non so come sarebbe andata a finire".
Giannini parla con un filo di voce, è chiaramento scosso per quanto accaduto. "Non so più cosa pensare, noi facciamo calcio con tanta passione e queste cose ti fanno venire la voglia di smettere. Una denuncia? Non la farò, non mi sembra che ci siano gli estremi e poi si entrerebbe in una serie di complicanze. Mi piacerebbe invece che questo "signore" tornasse e mi chiedesse scusa, sarebbe la cosa migliore".
Scritto da Gino Mazzei il 09/09/2025






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