"VANGIONI non doveva tornare, gli ERRORI però li abbiamo fatti in DUE"
Il presidente del Seravezza Pozzi Lorenzo Vannucci spiega i motivi dell'esonero dell'allenatore
Una decisione che ha fatto tanto clamore, soprattutto perchè presa all'indomani di una partita vinta. Si è interrotta alla sesta stagione (non consecutiva, vista la parentesi nell'ultima sulla panchina del Ghiviborgo) e nella maniera più brutta la "storia" tra il Seravezza e Walter Vangioni. Un esonero che brucia e che necessariamente deve essere "spiegato" e "motivato" da colui che l'ha deciso in prima persona, il presidente Lorenzo Vannucci che con la consueta disponibilità non si sottrae e che racconta a TOSCANAGOL quello che è successo.
"Sono tanti anni che sono nel calcio, so quali sono le dinamiche che lo muovono - dice subito - e capisco che esonerare un allenatore dopo una vittoria non sia "politicamente corretto", ma credo di aver maturato l'esperienza per capire le cose al di là di un risultato. A me non mi interessa sapere che abbiamo vinto con la Sangiovannese, una partita è troppo riduttiva nel bene e nel male. L'analisi che si deve fare è diversa e non può essere legata ai risultati bello o brutti che siano. Io non ho visto reazione da venti giorni a questa parte. Domenica siamo partiti male, come sempre succede. Nel secondo tempo non abbiamo mai passato il centrocampo".
L'analisi è profonda. "Quest'anno abbiamo commesso tanti errori io e Walter che abbiamo costruito questo gruppo. Io sono arrivato alla conclusione che il feeling tra lui e la squadra non era quello giusto. Io credo che Walter non doveva tornare qua, ma andare in una piazza nuova che gli dava stimoli diversi. Gli errori sono più miei e della società che suoi, ma io sono il presidente, non posso certo "esonerarmi", gliel'ho pure detto anche a lui. Ora si prova a dare una scossa per ritrovare una certa serenità".
Il concetto è questo. "Non dovevamo riprendere Vangioni. Lui ha fatto un autentico miracolo con il Ghiviborgo, nessuno discute il suo valore. E' però tornato senza gli stimoli giusti e noi in questi mesi non l'abbiamo messo in condizione di ritrovarli".
Poi torna sugli sbagli commessi. "La squadra l'abbiamo fatta io e lui. Qua non abbiamo un direttore sportivo che cura il mercato. Il calcio lo sappiamo non è una scienza esatta. Lui dice che bastava avere pazienza e che alla fine arriveremo al quinto posto, per me non è così. Abbiamo scelto dei buoni giocatori che però si assemblano male. Ma il problema giocatori è solo una parte del problema: ripeto, il Vangioni che è tornato non era la stesso di prima. Gli stimoli erano diversi, ormai ci conoscevamo troppo bene, io ho lasciato fare a lui le cose, tanta è la fiducia che ripongo, ma la situazione ora era piatta e dovevo intervenire".
Il mercato di "riparazione" che è attualmente aperto non poteva risolvere le cose? "A me non piace stravolgere le squadre come ad esempio sta facendo ora il Livorno. Non lo ritengo giusto. Abbiamo preso due ragazzi, faremo un'altra operazione, ma andiamo avanti così".
Il presidente ritorna sul suo rapporto con Vangioni. "Sicuramente ho sbagliato io nei suoi confronti. Lui non aveva più stessi stimoli, ma anche io nei suoi confronti. E non sono riuscito a darglieli. Forse ci dovevamo mettere maggiormente in discussione, invece ci siamo adagiati. Ripeto, la mia fiducia in lui era cieca, è un bravo allenatore nessuno discute questo. Però anche io verso di lui sono cambiato, sapevo che c'era lui e che tutto era apposto. Invece non era così: purtroppo quando ci si conosce troppo bene, c'è anche questo rischio".
La paura di Vannucci è quella di retrocedere. "Vedo una squadra remissiva. Walter dice che sarebbe arrivato quinto, io dico che sicuramente lotteremo nella parte bassa della graduatoria. Il nuovo allenatore ora dovrà dare la scossa. Ha voglia di rimettersi in gioco, mi è piaciuto l'approccio che ha avuto nel primo allenamento. Ora sarà il campo a dare i giudizi".