DUE FRATELLI ALLENATORI in testa insieme nello stesso CAMPIONATO
Enrico e Pietro Cristiani sono alla guida rispettivamente di Signa e Tau capoliste nel girone A dell'Eccellenza
Erano abituati da qualche anno a fare incontrare le proprie squadre solo in amichevoli precampionato. Ora invece sono diventati “avversari”, e, scherzo del destino, dopo quattro giornate di campionato sono in testa al girone A dell’Eccellenza con le rispettive squadre, il Tau Calcio Altopascio e il Signa.
Stiamo parlando dei fratelli (andiamo in ordine di età) Enrico e Pietro Cristiani, da Staffoli in provincia di Pisa. Enrico è il più “vecchio”, nato nel gennaio del 1981, Pietro è il più “giovane”, nato nel giugno del 1982.
Due allenatori, due fratelli, due storie da raccontare. OItretutto, Enrico è stato per un periodo l’allenatore di Pietro nello Staffoli in Prima categoria nella stagione 2014-2015. Pietro quell’anno si ruppe tibia e perone prima della fase finale, quei playoffs che lo Staffoli vinse contro il Bozzano salendo così in Promozione.
Abitano nello stesso blocco di case, uno in cima, l’altro in fondo, sono molto uniti, spesso hanno anche fatto vacanze insieme alle rispettive famiglie. “Prima di tutto siamo amici – dice Pietro, l’allenatore del Tau – e poi fratelli. Lui sa di calcio e parlarci è sempre stimolante. Quest’anno io conosco meglio questo girone e certe squadre che abbiamo già affrontato, lui sa meglio della realtà fiorentina e pratese”.
Facile pensare come la domenica sera i due fratelli Cristiani si trovano per raccontare e commentare le rispettive partite. “E’ vero – dice Enrico, l'allenatore del Signa - ci sentiamo molto spesso per confrontarci sulle squadre da affrontare, commentando le nostre rispettive partite precedenti”.
Enrico dice che “siamo simili anche caratterialmente, visto che siamo cresciuti insieme”. Pietro però dice che "ora sono meno agitato, dicono che abbiamo un caratteraccio, ma ora penso di essermi calmato. Enrico è animoso più di me, non è detto però che sia un difetto. In ogni caso il calcio lo vediamo un po' alla stessa maniera. Dicono che io sia più puntiglioso a preparare le partite, mentre lui è più bravo a leggere e a cambiare in corsa".
Pietro ha grande stima del fratello. “Ha una cultura del lavoro importante e un grande dote: crea sempre gruppi uniti e forti nello spogliatoio. Poi prepara bene la partita, è uno dei tecnici più preparati della categoria e lo dico non perché sono suo fratello. Le sue squadre si distinguono perché quando le vedi giocare si nota che c’è qualcosa di preparato”.
“Credo – risponde Enrico – di avere solo un po’ più di esperienza rispetto a Pietro avendo iniziato prima ad allenare. In ogni caso mi sembra che Pietro abbia dimostrato di essere un allenatore top in questa categoria. Non rimani tanti anni in una società come il Tau se non hai qualità importanti".
Essere in vetta alla classifica insieme è chiaramente una soddisfazione e se per il Tau si può parlare di una conferma, il Signa pare essere una bella sorpresa. "Non per me - dice Pietro - perchè ricordo fin dall'estate quando ci siamo affrontati in amichevole di aver visto una bella squadra. Non sono i nomi spesso a stabilire i valori. Enrico ha tenuto i giocatori che voleva, ha plasmato piano piano il gruppo ed è molto contento di quello che sta facendo. Ora poi hanno tanto entusiasmo e sono un osso duro per tutti".
La data è già cerchiata di rosso sul calendario: domenica 21 Novembre a Signa dove arriverà il Tau e dove i fratelli Cristiani si affronteranno per la prima volta da avversari in gare ufficiali. "Non voglio pensare adesso al Tau - dice Enrico -, la mia testa è alla partita di domenica a Montecatini che sarà molto difficile. Devo pensare domenica per domenica. In ogni caso sarà una bella giornata con tanti nostri amich che verranno a vederci".
Nessun vantaggio al fratello. "Parliamo poco delle nostre rispettive squadre - spiega Pietro -, qualche segreto dobbiamo pur tenercelo. Lui è bravissimo e non posso certo dargli vantaggi". E' la risposta di Enrico? "Lui conosce molto bene la mia squadra e io la sua. Non ha senso perdere tempo a parlarne tra di noi. E proprio perchè ci conosciamo, meno ne parliamo e meglio è".