"Vogliono farci giocare a tutti i costi, ma sanno se noi vogliamo?"
L'allenatore del Treggiaia Christian Martini scrive al Comitato Regionale della LND TOSCANA

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'allenatore del Treggiaia società della provincia di Pisa che partecipa al girone O della Seconda categoria Christian Martini. La lettera che è indirizzata al Comitato Regionale Toscano della LND contiene di fatto alcune domande che lo stesso Martini pone in un momento di estrema difficoltà per tutti.
Appreso il contenuto dell’ultimo DPCM che consente di continuare a fare attività anche agli sport di squadra di contatto, siamo fermamente convinti dei grandi benefici sotto l’aspetto del benessere fisico, cognitivo e sui risvolti sociali di tale decisione. Rimaniamo tuttavia perplessi della scelta della Federazione – Comitato Toscana di voler disputare i campionati dilettantistici ad ogni costo, ignorando le enormi problematiche che scaturiscono dall’applicazione dei protocolli e del rispetto delle ordinanze sulla prevenzione e contenimento di emergenza sanitaria che scattano non appena qualsiasi individuo risulta positivo o in attesa di esito.
Non ci riferiamo chiaramente a quelle realtà professionistiche o semi professionistiche per le quali lo sport è fonte di reddito, ed è giusto che proseguano le loro attività attenendosi alle normative in materia, ma facciamo riferimento a tutte quelle società dilettantistiche che rappresentano la linfa di tutti gli sport. Il Comitato Regionale Toscana è uscito con una nota lapidaria che ci dice che si può continuare a giocare e forse sarebbe stato opportuno un confronto veloce con le società dilettantistiche per riflettere e confrontarci sulle problematiche gestionali nel continuare i campionati:
ha senso disputare un campionato in balia di possibili quarantene e/o isolamenti domiciliari che impongono rinvii di partite con le conseguenti difficoltà nel recuperare le stesse di mercoledì pomeriggio/sera e squadre che si trovano costrette poi a giocare diverse partite in pochi giorni con una forzata inattività?
ha senso disputare partite senza molti giocatori, allenatori, dirigenti, massaggiatori. Chi non ha una squadra Juniores a cui attingere come fa a supplire ad assenze di diversi giocatori?
rientra tra i valori dello sport giocare contro squadre decimate dalle quarantene ad armi impari?
ha senso disputare campionati quando alla sfortunata eventuale ma non improbabile reiterata quarantena molti giocatori potrebbero decidere di non continuare l’attività per non compromettere lavoro o studio?
qual è l’azienda che dopo che sei stato in quarantena per 14gg ti da il permesso per andare a giocare un recupero di mercoledì alle 14:30?
quale è il controllo sui protocolli da parte della Federazione, vengano rispettate le normative o basta compilare l’autodichiarazione o il Codice QR che ha solo uno scopo di controllare le presenze e non sanitario?
come affrontiamo il problema delle trasferte, dove ci sono squadre con diversi giovani e con la difficoltà nell’utilizzare pulmini o le macchine personali ottemperando alle normative vigenti sul trasporto di persone?
Queste sono solo alcuni dei quesiti che la Federazione deve poter confrontarsi ricordando che le società sono alimentate dal grande impegno di volontari (spesso persone over 65 in pensione a gestire le società) che si dedicano al funzionamento del mondo sportivo ma in questo modo sono lasciati in balia degli eventi. Non vogliamo credere che tutto si limiti a voler riscuotere tasse di iscrizione, tesseramenti e multe. Ci è stato detto che bisogna far ripartire il movimento in questo difficile momento.
Il calcio dilettantistico è nella testa, nel cuore e nei piedi di tutti i dirigenti, allenatori ed atleti e non finirà mai però va fatto tutelando la salute e il lavoro/studio di atleti che per la maggior parte lo fanno in modo volontario e per il gusto di divertirsi la domenica. Con la speranza che ci possa essere un confronto tra tutte le società
Cordiali Saluti
Christian Martini
