"Io STO con SIBILIA: non è ancora il momento di chiudere la STAGIONE"
Intervista al giornalista de IL TIRRENO Luca Tronchetti: "Se poi tutto verrà sospeso serviranno norme precise per evitare le battaglie legali"
E’ un cronista preparato e conosciuto, esperto di diritto sportivo. Luca Tronchetti è da anni un cronista della redazione di Lucca del quotidiano IL TIRRENO. Le sue competenze però non sono solo nel mondo sportivo, svariano anche (e soprattutto…) nel campo delle cronaca giudiziaria.
Spesso, anche seguendo le vicende della Lucchese calcio le sue estati sono state “torride”, soprattutto per quanto concerne le vicende sportivo-giudiziarie della Lucchese sulla quali ha sempre tenuto la barra dritta e i fatti poi gli hanno dato ragione. Ecco perché, entrando nello specifico, all’indomani delle dichiarazioni del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, Tronchetti non ha dubbi. “Sto con Sibilia”.
Poi prosegue: “Tutti cercano di avere sempre dei vantaggi. Pensare che tutti si adeguino al sistema lo vedo difficile. Lo dice la storia: quanti ricorsi ci sono stati in passato anche per cose meno futili. La Lega deve trovare delle norme precisa per uscire da questa situazione. Hai voglia di dire che è un gioco, tutti cercano di approfittarne".
Chiede di leggere attentamente le parole di Sibilia. “Bisogna seguire volta per volte le indicazioni del Ministero e capire come va la pandemia. La prossima scadenza. è il 13 Aprile, bene, a quella data si vedrà come saremo messi”.
Poi prosegue. “Dire a prescindere ora, che si chiude o si va avanti, non ha senso. Bisogna aspettare. Sibilia parla del 17 Maggio per tornare a giocare. A mio avviso se a quella data non ci saranno i presupposti, a quel punto dovranno trovare delle norme e delle soluzioni che non saranno facili. Per questo dico che dovrà essere studiata bene per evitare quei ricorsi che poi non potrebbero far ripartire la stagione successiva”.
Sta parlando di serie D o dei dilettanti in genere? “Il principio vale per tutte le categorie. Poi è chiaro che sono realtà diverse. E poi c’è un’altra divisione da fare. Ci sono regioni come la Lombardia che sono colpite tantissimo. Qua non vedo proprio come possono fare squadre di Prima o Seconda a giocare anche in altre regioni, in campo neutro, come è stato ipotizzato per la serie D”.
Chi dice che Sibilia è troppo ostinato e servirebbe chiudere tutto ora cosa risponde? “Siamo il paese dei mille campanili. Potrebbero anche chiudere tutto ora e a cosa di andrebbe incontro? Tutti vorranno avere il loro vantaggio, ricorsi nei Tribunali sportivi, qualcuno andrà anche a quelle ordinari. Essere troppo frettolosi adesso mi sembra prematuro, apprezzo l’intervento di Sibilia che reputo di buon senso che va di pari passo con il Ministero della Sanità. Chiudendo tutto ora, si rischia di creare subito situazioni difficili da risolvere. Faccio per tutti l’esempio del Foggia che è secondo in classifica nel girone pugliese-campano della serie D, che da qualche settimana sostiene che farà ricorso nel caso in cui fosse cristallizzata l’attuale graduatoria che li vede soccombenti rispetto al Bitonto”.
E’ chiaro che è una situazione mai vista. “Per questo dico che in ogni caso serviranno norme precise e che siano difficili da impugnare da qualcuno dopo la fine della pandemia. Non si può chiudere un campionato dalla sera alla mattina. Non perché non vi siano i presupposti, ma perché occorre creare strumenti giuridici per far fronte ai possibili ricorsi che poi arriveranno perché gli interessi in gioco sono altri”.
Nel girone A della Promozione in Toscana c’è ad esempio una situazione in cui al secondo posto c’è una squadra come il River Pieve che ha un partita in meno e un punto di svantaggio dalla prima in classifica Prato 2000. Come si potrebbe chiudere un campionato del genere? “E’ logico che qualsiasi decisione sarà presa a qualcuno non andrà bene. I ricorsi sarebbero lunghi e creerebbero incertezza per il prossimo torneo".
Molte società dicono già di pensare al prossimo campionato, pensando alle difficoltà che avranno in futuro ad allestire le proprie squadre a livello finanziario. “Sibilia è stato chiaro, questa situazione porterà a una rivoluzione nel mondo calcio dilettantistico: ha parlato di un 30% di società che non ci saranno più perché mancheranno gli sponsor che non potranno certo pensare ad sovvenzionare il calcio. Ho letto che il Governo ha promesso finanziamenti al calcio professionistico, diciamo le leghe di A e B, che rappresentano un’economia importante nel nostro paese. Io credo che parte di questi fondi devono finire nelle casse piccole delle società dilettantistiche. Serve un mutuo soccorso. In questo contesto, come è già successo nel 1954 che si potrebbe arrivare ad un C unica con meno squadre professionistiche, tornando alla cosiddetta categoria semipro abbandonato nel 1978, con la formazione di uno o due gironi”.
A una società dilettantistica che vorrebbe ora la conclusione della stagione per evitare i costi di mensili di gestione, che consiglio dà? “Se gli sponsor non pagano più è giusto che anche loro non diano i rimborsi previsti. Le società non devono avere spese in questo periodo, quindi anche i giocatori e i tecnici non dovranno ricevere niente. E’ chiaro che questa vicenda dovrà portare a un ridimensionamento di tutto e ridisegnare tutto il movimento”.