Questa è la STORIA di LAMIN, il CALCIATORE venuto da LONTANO
Arriva dal Gambia, ha lasciato un inferno per cercare una vita dignitosa e a Lammari l'hanno accolto e fatto sentire uno di loro
Ecco una storia che ci piace raccontare, di quelle che sentiamo spesso in tv e che invece è tremendamente vicina a tutti noi. Il problema accoglienza per i tanti che scappano dagli orrori, ci accompagna ogni giorno con la sua demagogia e con coloro che si riempiono la bocca con frasi ad effetto. La realtà quotidiana è questa, come la storia di Lamin e della sua integrazione nella nostra società con lo sport, in questo caso il calcio, come un vettore importantissimo. La speranza è che almeno lui ce la faccia, che la sua vita sia dignitosa e ricca di soddisfazioni non solo calcistiche. Ecco la storia di Lamin che TOSCANAGOL racconta ringraziando Vittorio Andreoni e il Lammari (Promozione girone A) per avercela presentata.
Il ragazzo venuto da lontano. Quante volte negli ultimi tempi su i campi da calcio nei campionati dilettantistici abbiamo visto giocare assieme a tanti ragazzi italiani un ragazzo di colore. Ma quanti di voi si sono chiesti perché gioca qui? Che storia c'è dietro?
Questa è la storia di Lamin, il ragazzo venuto da lontano, nato in Gambia un piccolo stato del Africa centrale nel 1998. All'età di otto anni sua mamma si ammala, purtroppo muore e lo lascia con il nonno materno e un fratellino di quattro anni più piccolo. il padre non lo ha mai conosciuto, la vita per lui si fa subito dura con solo il nonno a sostenere due bimbi e una guerra civile che miete tante vite umane.
In lui però è viva una grande passione quella per il calcio che coltiva in strada con i suoi amici senza però poter mai giocare in una squadra vera. Con il tempo il pericolo aumenta: arriva così la decisione del nonno che nel 2013 lo fa andare via da quel inferno per paura che gli succedesse qualcosa di brutto. Lamin parte appena sedicenne per un viaggio lunghissimo e pieno di insidie verso il nord del Africa per il sogno che si chiama Italia.
Solo con il suo bagaglio e tante speranze di una vita migliore: il suo viaggio è lunghissimo passa da tanti stati africani e da tanti momenti difficili, i più duri in Libia quando viene arrestato due volte e rischia veramente grosso che il suo viaggio finisse lì per sempre. Poi la svolta per il ben volere di una guardia che lo libera e dopo varie peripezie riesce a farlo salire su una barca, destinazione Sicilia. "Ho avuto tanta paura di annegare - dice Lamin - in quelle otto ore di navigazione su in imbarcazione fatiscente con onde altissime e tanti come me imbarcati".
Poi l'arrivo in Sicilia, la liberazione da un incubo. Il resto è storia recente. Lui minorenne mandato subito in un centro a Firenze, poi il trasferimento in una struttura di Capannori dove nelle varie attività viene notato per la sua bravura nello sport in particolare nel calcio: da lì l'idea del coordinatore di contattare il Lammari per un provino al ragazzo. "Cavolo - disse il mister Fracassi appena lo vide giocare - questo è forte".
Poi un anno per poterlo tesserare da maggiorenne, con lui sempre presente agli allenamenti con la sua immancabile bicicletta che lo portava da Capannori al campo sportivo di Lammari sia con la pioggia, con il sole o con il vento.
"Oggi Lamin - spiega il direttore generale del Lammari Vittorio Andreoni - è un punto di forza della nostra squadra, parla quattro lingue fra cui l inglese e sta imparando molto Bene l italiano, eppure di scuola né ha fatta ben poca, ma ha fatto quella della strada, quella che ti tempra e ti fa diventare uomo anche se è poco più di un ragazzo".
"Volete sapere il suo sogno? - aggiunge Andreoni - poter portare suo fratellino qui in Italia per poterlo riabbracciare e farlo studiare. Sai che ti dico ragazzo venuto da lontano: sei un esempio per tanti di noi e siamo onorati di averti nella Nostra squadra: LAMIN SEI UN GRANDE".