La CURIOSA e ROMANTICA storia del "BOMBER a GETTONE"
Lorenzo Pedri gioca per i Diavoli Neri Gorfigliano nonostante viva a Firenze e nell'ultimo match di Coppa Toscana è stato decisivo
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Lorenzo Pedri, un giocatore a... gettone. In rosa fino a qualche anno fa con i Diavoli Neri Gorfigliano, il calciatore dalla Garfagnana si è trasferito a Firenze. Ma, pur vivendo nel capoluogo regionale toscano, è sempre un tesserato del club garfagnino.
Quando la formazione è in difficoltà numerica, l'attaccante classe 1993 viene chiamato, prende un giorno di ferie, e viene convocato. Questo è accaduto anche nell'ultimo match di Coppa Toscana della scorsa settimana quando, subentrato negli ultimi dieci minuti, ha messo a segno la rete del due a uno per i suoi contro la Carrarese Giovani (risultato finale 3-1).
"Ho iniziato la carriera tra i grandi proprio a Gorfigliano nella stagione 2010/11 - racconta Pedri - ho giocato ai Diavoli fino al 2017 vincendo due campionati, uno di Terza Categoria alla prima stagione e uno di Seconda nell’ultima. Nel mezzo tantissime soddisfazioni come la vittoria dei playoff di Seconda nel 2014, ma anche momenti un po’ più neri come la retrocessione dalla Prima alla Seconda nel 2016".
Nel 2017 il trasferimento a Firenze."Di fatto da allora ho smesso con il calcio a undici. Ho deciso di non cercare una nuova squadra perché con il mio lavoro difficilmente posso garantire una presenza costante tra allenamenti e partite. Ho una squadra a sette, ma è tutto un altro impegno".
Così Pedri è rimasto tesserato per i Diavoli Neri Gorfigliano. "Il nostro è un rapporto di vera amicizia. Abbiamo deciso che rimanessi tesserato perché quando torno su in Garfagnana spesso passo a salutare e, in ricordo dei vecchi tempi, mi fermo per un allenamento o per una cena insieme. Tutti conosciamo le difficoltà nel costruire una squadra competitiva e numerosa a Gorfigliano per questo ho dato la disponibilità nei casi di estremo bisogno. In questi sei anni è già successo almeno quattro o cinque volte che andassi ad aiutare. Ivano e tutta la società mi conoscono e sanno quanto ci tengo. Con mister Davini, poi, c’è un rapporto di totale fiducia, ne abbiamo passate tante insieme. Quattordici anni fa mi allenò in Juniores a Piazza al Serchio facendomi esordire in Seconda Categoria. Mi conosce sia come persona che come calciatore e sa che può contare su di me. Ci tengo a sottolineare che anche mister Zuddas qualche volta mi ha buttato dentro, dimostrando una buona considerazione di me".
L'attaccante racconta la "favola" del goal decisivo. "Come già detto, quella di mercoledì scorso non è stata la prima partita con la maglia dei Diavoli dopo sei anni. Però penso che questo particolare non tolga la magia a questa piccola storia, anzi. Sarebbe stato troppo facile tornare una volta e segnare subito. Quello che è accaduto mercoledì nasce da tutte le altre volte che sono entrato e magari non l’ho neanche strusciata, ma nonostante ciò in tutti noi, io, dirigenza, mister, compagni, è perdurata la consapevolezza, o forse era solo speranza, che potessi dare veramente un contributo, un aiuto alla squadra. Prima di queste partite si fantastica, è normale penso. E allora sì, martedì sera il mio film mentale me l’ero fatto: entro, partita in bilico, all’ultimo minuto la palla decisiva capita proprio a me e non sbaglio. Il gol me lo sono sempre immaginato così. Una palla sporca, una mischia, un tocco fortunato. Avrei potuto immaginare un gol pazzesco, ma a volte è bene essere pragmatici anche nei sogni. L’emozione dopo il gol è stata tanta. 2404 giorni dall’ultimo. Sempre a Gorfigliano. Quel giorno si festeggiò la vittoria del campionato di Seconda. Tantissime cose sono cambiate da allora, ma tante altre sono rimaste praticamente identiche. È stato un mercoledì bellissimo".
Infine, Pedri ha dei ringraziamenti da fare. "Ci tengo a ringraziare veramente tutto il mondo Diavoli: la dirigenza, il mister, ma soprattutto i miei compagni. Menzione particolare per quei ragazzi che si allenano tutte le settimane al freddo artico di Gorfigliano e che, poi in queste occasioni, mi vedono entrare prima di loro. Mercoledì loro sono stati i primi a venire ad abbracciarmi dopo il gol. Il gruppo è sempre stato la forza e la bellezza di questa squadra e per questo penso che, ogni tanto, partire da Firenze, farsi 100 km per provare a dare una mano ne valga sempre la pena".
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