"Questi BIMBI sono e resteranno VITTIME nonostante le loro COLPE"
Squalifiche post Zambra-Montignoso, interviene il Direttore Generale del Castelfiorentino United Andrea Vaglini
Dopo l'intervento del Presidente del Casellina Giovanni Bellosi (LEGGI QUA), è la volta di Andrea Vaglini, Direttore Generale del Castelfiorentino United A.S.D., che porta il suo contributo al "caso" riguardante le pesanti squalifiche (LEGGI QUA) dopo la combine nella gara di Giovanissimi Regionali Zambra-Montignoso della stagione 2021/2022.
UNA STORIA, NESSUN VINCITORE, MOLTI SCONFITTI, TUTTI NOI COLPEVOLI.
Ho apprezzato molto l'intervento dell'amico Giovanni Bellosi, col quale spesso mi trovo in sintonia, volto a sensibilizzare l'opinione pubblica verso il "dramma sportivo" e umano che stanno vivendo i ragazzi pesantemente squalificati nella vicenda Zambra - Montignoso.
Non entro nel merito della sentenza della CAF, non ne ho i titoli, non sono sufficientemente preparato per poter esprimere un giudizio su una una sentenza per certi versi molto controversa e per di più potrei anche essere condizionato dall'amicizia che mi lega a molti dirigenti che hanno vissuto in prima persona questa triste vicenda.
Mi limito però ad analizzarla:
Abbiamo dei bimbi di 15 anni (bimbi sì, a 15 anni lo si è ancora) che per me sicuramente sono e resteranno delle vittime al di là della loro eventuale e presunta colpa e oltre la loro giusta o ingiusta condanna, che non potranno più giocare al calcio per quattro anni. Un danno enorme per la loro crescita, non è da escludere che possano abbandonare anche l'attività.
Una società penalizzata di quattro punti in campionato.
Un allenatore squalificato.
Le altre società che hanno subito un "danno" da questa vicenda che giustamente rivendicano meriti e diritti.
No, non è la Serie A .
Si parla di Giovanissimi dilettanti (14 anni) proprio quelli che solo due anni prima giocavano a nove con l'obbligo di giocare almeno un tempo dei primi due e con il risultato della partita determinato non dai goal segnati e subiti ma da quanti tempi avevano vinto.
Sentenze come questa DEVONO fare riflettere TUTTI.
Sicuramente si impone una riflessione sull'esasperazione del risultato nel settore giovanile e le richieste sempre più performanti cui sottoponiamo i nostri ragazzi.
Ha senso questa iperclassificazione selettiva dei campionati? Elite, regionali, retrocessioni, promozioni, selezioni a 6/7 anni e quant'altro...
Sarebbero forse comprensibili ed attuabili in un paese dove la cultura sportiva sia marcata e il saper accettare una sconfitta rappresenti un valore e non un segnale di debolezza, dove la capacità di gestire con serenità un insuccesso sia una prerogativa e non un'eccezione, dove il metro di valutazione di un allenatore di settore giovanile o di un direttore sportivo non sia determinato dai campionati vinti o dal numero di ragazzi portati ad ogni "campagna acquisti", bensì dalla qualità del lavoro svolto sul campo nel migliorare tecnicamente e umanamente i propri ragazzi o dietro una scrivania a supporto dei propri allenatori e dei genitori dei ragazzi.
Quindi, mi pare evidente, non da noi.
O almeno non da noi finché noi addetti ai lavori non riusciremo ad essere meno "egocentrici" e soprattutto finché non riusciremo a modificare in maniera netta e determinata la cultura sportiva del mondo del calcio giovanile e di chi ci lavora e ci gira intorno.
Non voglio fare la morale , né tantomeno generalizzare.
Lungi da me.
Come dico sempre "chi è senza peccato scagli la prima pietra" e sicuramente anche io non sfuggo a questa parabola, come sicuramente ci sono tantissimi addetti ai lavori che operano con serietà e onestà intellettuale , ma quando fatti come questo e come altri che settimanalmente accadono sui nostri campi, rivestono una così grande attenzione mediatica significa che davvero la misura è colma e che qualcosa vada davvero cambiato, altrimenti avremo in futuro, altre giovani "vittime" di un meccanismo più grande di loro e che per anni non potranno più dare sfogo alla loro grande passione.