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STOP al GENITORE-DIRiGENTE: "Così i ragazzi saranno più SERENI"

Una scelta da parte di un club dilettantistico piemontese fa discutere. Ma chi se lo potrà permettere?

Genitori nel calcio giovanile. Un tema ormai annoso, dibattuto e controverso. Tante proposte, tante soluzioni, "ricette" più o meno realizzabili, giuste o sbagliate che siano. Un problema più grande di "cultura sportiva" che manca talvolta e che porta a situazioni pochi simpatiche, ad aspettative non mantenute, a difficili "cerchi" da restringere per impedire pericolosi sconfinamenti. Fatto sta che una sempre maggiore "partecipazione" del genitore è richiesta da un movimento in costante crescita, dove servono ruoli e volontari per portare avanti l'attività. Interessante così analizzare e discutere quanto abbiamo trovato nei giorni scorsi nel mondo del web su quello che è stato deciso da un club piemontese che ha deciso di cambiare decisamente pagina. Ci riuscirà?
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Nel calcio di settore giovanile da sempre esiste un cortocircuito destinato per sua stessa natura a creare situazioni equivoche ed in alcuni casi, soprattutto negli ultimi anni, spiacevoli. Il fenomeno del genitore allo stesso tempo dirigente della squadra del figlio è diffusissimo e costituisce uno dei pilastri che permette a tante compagini di tirare avanti.

Il però è dato dalla sempre maggiore invasività dei papà che, vivendo il calcio a stretto contatto continuo con il presunto campione in erba, si prendono spazi sempre più grandi all’interno dello spogliatoio e, in alcuni casi finiscono sui giornali per eccessi di violenza verbale e fisica.

Il Chieri ha deciso così di intraprendere una strada del tutto nuova e per certi versi rivoluzionaria nel campo del dilettantismo, vale a dire dirigenti non genitori, cercati (e trovati) al di fuori delle famiglie dei ragazzi che giocano. Uno sforzo notevole per un progetto che ha già visto la luce in queste settimane di Superoscar e che debutterà alla fine di questa settimana con l’inizio dei campionati.

"La nostra scelta – spiega il responsabile del settore giovanile azzurro Omar Cerutti – vuole dare un segnale di indipendenza: sappiamo bene come il ruolo del dirigente sia fondamentale nelle squadre per l’aspetto educativo e il filtro con le famiglie. Affidare questo compito ad un genitore di un ragazzo della rosa si prestava a fraintendimenti. Così, in accordo con il presidente Sorrentino e il ds Montanaro che hanno sposato il progetto, abbiamo deciso per un ruolo neutro di una persona non emotivamente coinvolta".

In questo modo il giovane calciatore è più libero di esprimersi e di giocare senza pesi: "Si evitano pressioni per il ragazzo e non si corre il rischio di ricadute emotive durante la partita o intromissioni tecniche. Già le professioniste fanno così ma noi non vogliamo scimmiottarle: è solo per salvaguardare il buon clima nel gruppo squadra".

fonte www.lastampa.it

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  Scritto da La Redazione il 19/09/2022
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