"Stiamo cercando di risolvere il PROBLEMA TAMPONI per l'ECCELLENZA"
La Toscana e altre regioni hanno chiesto di cambiare il tipo, usandone uno più economico. Parla il presidente del CRT Paolo Mangini
Ma l'Eccellenza? Dove eravamo rimasti? L'iter per farla ripartire è scattato lunedì 8 Febbraio quando la FIGC ha inviato al CONI la richiesta per il riconoscimento di campionato di interessa nazionale per Eccellenza maschile e femminile, serie C1 calcio a cinque maschile e femminile. Una richiesta che dovrebbe essere accolta nei prossimi giorni.
Nel frattempo però ogni Comitato Regionale della LND si è messo all'opera per risolvere in termini pratici il problema dei tamponi. E' lo stesso presidente della Toscana Paolo Mangini a fare il punto della situazione per TOSCANAGOL. "Avverto da parte delle società la voglia di ripartire. Occorre però avere determinate garanzie, quella economica prima di tutto, per il ristoro del costo dei tamponi".
c'è però da risolvere tecnicamente la questione tamponi, la maniera cioè per farli e chi li dovrà fare. "Al momento non è chiaro se sarà la stessa Federlab, che attualmente si occupa di tutte le squadre di serie D, a gestire l’intero sistema che in Toscana vede teoricamente interessate un grande numero di società, ben 76".
Mangini spiega che "con le prescrizioni contenute nel protocollo attualmente in vigore, soprattutto per il tipo di tampone che viene richiesto, solo alcuni laboratori di analisi sarebbero in grado di ottemperare alle indicazioni del protocollo. Spero pertanto che sia la stessa Federlab ad occuparsene, contrariamente si potrebbe presentare un problema di non poco conto".
La Toscana insieme ad altre regioni del Nord Italia si è fatta promotrice di una richiesta per rendere più semplice l’attuale protocollo sanitario. "Chiediamo che venga prescritto un tipo diverso di tampone, utilizzato ad oggi da tutte le federazioni e anche a scuola, e che semplificherebbe da un punto di vista economico, operativo e logistico tutto l’iter di rilevamento presso le società sportive. Tecnicamente si tratterebbe di sostituire il test antigenico rapido in chemiluminescenza–fluorescenza con il test antigenico rapido immunocromatografico".