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Il "PORTIERE PENSANTE", valutazioni e idee per l'ALLENAMENTO

Lo STAGE IMPARANDO FOOWEL di CORFINO serve anche come laboratorio per sviluppare concetti su questo ruolo

Lo STAGE IMPARANDO FOOWEL di CORFINO si sta caratterizzando da anni, oltre che per un momento specifico di sviluppo degli allenamenti dei giovani portieri, anche come un "laboratorio di idee" e di confronto tra i vari tecnici che trovano poi gli spunti per elaborare e approfondire importanti concetti. E' il caso d Antonio Caggioni, bergamasco, da anni facente parte dello staff, "esperto" nel lavoro mentale del portieri. Proprio lui insieme a Davide Quironi, responsabile di tutto lo STAGE, hanno elaborato e elencato in un articolo certe valutazioni tratte proprio dagli allenamenti di Corfino.

Qua sotto proponiamo un proposta di allenamento mirato alla figura del PORTIERE PENSANTE, quella che sempre di più si sta imponendo per questo ruolo nel futuro. Ricordiamo che Antonio Caggioni è un riabilitatore psichiatrico-

Visual Attention Set e Cognitive Load

Allenamento cognitivo nello sport

Un aspetto necessario in tutti gli sport di squadra è la capacità percettiva degli atleti, ovvero il saper percepire i movimenti e la disposizione dei giocatori e degli oggetti in campo. Per strutturare una proposta di potenziamento delle capacità percettive approfondiamo quindi il concetto di Visual Attention Set (VAS) ovvero quell’insieme di stimoli che il giocatore individua come indispensabili per analizzare la situazione di gioco.

Analizziamo come sia necessario, in fase di allenamento, accompagnare l’atleta nel costruire un corretto VAS e come una conoscenza approfondita degli stimoli che proponiamo possa identificare quegli interventi utili per individuare ed impostare un corretto VAS nei nostri atleti.

Individuare il Visual Attention Set

Conoscere e comprendere il VAS necessario e specifico per l’atleta ci permetterà in fase di allenamento di predisporre delle esercitazioni che siano basate esattamente sugli stimoli che i giocatori incontreranno in campo limitando il coinvolgimento dell'orientamento attenzionale involontario a stimoli non necessari. Si individueranno inizialmente tutti gli stimoli percettivi presenti nello specifico sport e successivamente le priorità riguardo agli stimoli da tenere in maggior considerazione in ogni singola situazione di gioco.

Il VAS è inoltre strettamente legato al task (o azione) che vogliamo portare a termine, dovremo quindi individuare differenti VAS in base alle specifiche situazioni di gioco.

Uno studio 1 del 2017 dell’Università di Amburgo ci permette di analizzare le grandi potenzialità che ha l’individuazione di un VAS adeguato nella pratica sportiva: viene infatti osservato che nell'esecuzione di una specifica azione il nostro cervello aziona uno specifico VAS che puo’ addirttura tradursi in una regionalizzazione della vista, rendendo maggiormente predisposte alla percezione determinate zone visive.

Risulta chiaro che conoscere, strutturare ed allenare la priorità con cui il cervello analizza gli stimoli avrà una influenza radicale sulle prestazioni dell’atleta in campo.

Strutturando in maniera adeguata le esercitazioni di allenamento in modo da predisporre il cervello ad essere recettivo per determinati stimoli potremo esercitare e consolidare il VAS dell’atleta: questo si tradurrà in un vantaggio nella rapidità di analisi delle situazioni di gioco e quindi nella strutturazione di risposte rapide ed efficaci.

Allenamento e cognitive load

Pratica diffusa negli approcci formativi di oggi che vogliono allenare un atleta “pensante” è l’utilizzo dei colori come stimolo in esercitazioni stimolo-risposta, oppure la risoluzione di semplici operazioni matematiche prima o durante l’esecuzione di un esercizio.

Questa pratica oltre ad allenare a livello cognitivo delle competenze che non sono utili nella pratica sportiva (come il discernimento fine dei colori o capacità mnemoniche e matematiche), rischia addirittura di essere controproducente.

Il cognitive load, ovvero il carico di informazioni che deve elaborare il nostro cervello, influisce sulla gestione del carico percettivo e quindi sulla capacità del nostro cervello di elaborare gli stimoli percettivi 2 che ci permettono di individuare una situazione di gioco.

Aumentando il carico cognitivo interverrò negativamente sulle capacità percettive che sono la base fondamentale per comprendere la situazione di gioco e progettare una risposta alla situazione. Accrescere il carico cognitivo potrebbe essere utile per una esercitazione in condizioni di stress, in questo caso è comunque preferibile ricreare uno stress dato da fattori che possono realmente incorrere nella situazione di gioco, aggiungendo ad esempio dei giocatori in movimento che “disturbano” una esercitazione oppure degli stimoli sonori. In questo modo andrò anche a favorire la creazione di un VAS che escluda elementi distrattivi sia visivi che sonori.

Elementi di distrazione del giocatore

Un allenamento che non tenga conto di offrire dei corretti stimoli potrebbe addirittura risultare controproducente in quanto rischia di creare dei giocatori che sono facilmente distraibili.

Un giocatore che effettua un allenamento con pod luminosi avrà adottato un Visual Attention Set che lo renderà più predisposto a percepire sorgenti luminose. Quindi un flash o un cartellone luminoso potrebbero risultare delle forti distrazioni per il giocatore che è predisposto a percepire e ad elaborare questo stimolo.

Per questo motivo i pod luminosi, che sono uno strumento dal forte potenziale per l’allenamento cognitivo, andrebbero utilizzati con molta attenzione avvalendosi della stretta collaborazione di uno specialista.

Viceversa vi è la possibilità di avvantaggiarsi conoscendo la tipologia di allenamento cognitivo effettuato da un giocatore o una squadra avversaria. Infatti conoscendo la tipologia di stimoli che gli vengono offerti in allenamento potremmo ipotizzare il loro Visual Attention Set e predisporre una serie di accortezze che possono distrarre in maniera mirata l’avversario scegliendo in maniera accurata ad esempio il colore degli accessori che indosso in campo (guanti, polsini o scarpe) o la strutturazione degli schemi di azione.

Il presente ed il futuro dell’allenamento cognitivo

L’allenamento cognitivo ha una ricaduta cruciale sulle performance e sui risultati degli atleti e dei giocatori. Per questo nell'ambito sportivo professionistico possiamo vedere negli ultimi anni un incremento sempre maggiore delle sperimentazioni e delle applicazioni di metodi di allenamento cognitivo in maniera più o meno sistematica.

Nei team professionistici dal punto di vista fisico la presenza di medici sportivi, fisioterapisti e preparatori atletici permette di avere una equipe specializzata che offre un approccio scientifico-sanitario e garantisce una preparazione fisica completa che sfrutta tutte le potenzialità dell’atleta favorendo uno sviluppo e un potenziamento armonico del fisico.

Dal punto di vista cognitivo non e’ ancora diffusa una struttura di professionisti interna ai team che possa garantire un approccio strutturato verso l’allenamento cognitivo. Per impostare oggi un lavoro che possa portare risultati quantificabili, c’è la necessità che i team, con atteggiamento pionieristico, si assumano il rischio di una sperimentazione sistematica.

I team che saranno premiati nei risultati in campo e che potranno avvantaggiarsi di una preparazione cognitiva di qualità saranno quelli in grado di predisporre una coerente linea di allenamento cognitivo, individuando e collaborando con figure professionali di estrazione scientifica e sanitaria che, così come succede nella preparazione fisica, siano in grado di tradurre approcci riabilitativi e di potenziamento già utilizzati e validati nella pratica clinica, in soluzioni operative adatte al settore sportivo.

NELLA FOTO IN ALTO UN ALLENAMENTO DI ANTONIO CAGGIONI A CORFINO, IN BASSO LO STAFF DI IMPARANDO FOOWEL

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  Scritto da La Redazione il 14/01/2021
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