"Ora andrebbe TUTELATO anche il LAVORO di noi ALLENATORI"
E' il grido di allarme di Stefano Biotti che chiede garanzie e attenzioni per questa componente del mondo del calcio
E gli ALLENATORI? In questo momento di stop assoluto al calcio dilettantistico e giovanile anche questa "categoria" si è gioco forza fermata. Una componente importante quella dei tecnici, coloro cioè che devono dare le nozioni e far crescere sotto ogni aspetto il giovane calciatore. Un ruolo difficile, spesso controverso, ma dove ci sono figure preparate e rispettabili sotto ogni profilo.
Come stanno vivendo anche loro questa fase difficilissima? Come la affrontano coloro che magari hanno fatto scelte ben precise nella loro vita, lavorativa e familiare, ponendo il calcio come attività non secondaria e puramente amatoriale? E' un po' quello che scrive nelle sue riflessioni Stefano Biotti, apprezzato tecnico del gruppo 2005 del Montespertoli, club della provincia di Firenze, nonchè responsabile della scuola calcio gialloverde.
Speriamo che questa volta pensino un po' anche agli allenatori.... Questo è stato il mio primo pensiero (economico) dopo aver realizzato che ci chiudevano nuovamente, e dopo aver metabolizzato EMOTIVAMENTE la nuova chiusura.
Si perché quando realizzi la chiusura pensi subito; chissà per quanto tempo questa volta non potrò più fare ciò che mi piace, ciò che mi rende felice, ciò che mi fa sentire partecipe della crescita altrui. Inutile nasconderlo, la passione e l'amore per questo sport, sono di gran lunga il motore trainante dell'intero movimento, ma credere che amore e passione siano sufficienti per andare avanti è pura utopia.
Aiutare i ragazzi a rincorrere un sogno, quel sogno in cui ancora credono, questo è ciò che facciamo ogni giorno.
È per far ciò, a me come ad ogni altro mio collega, viene richiesto sempre più competenza, sempre più impegno formativo, sempre più professionalità.
Esistono molti allenatori che come me hanno basato su questa missione, oltre la metà del loro tempo a disposizione nella giornata, perché solo operando in questa maniera si può dare massima professionalità alle società e a tutto il movimento giovanile.
Pensare ora che possa essere fatto solo per una grande passione è pura ipocrisia e surrealismo. Passare 20 ore settimanali (ma anche qualcosa in più) al campo è da considerarsi più un lavoro part time che un passatempo, e come tale, a mio parere, dovrebbe essere considerato e tutelato.
In questo momento ovviamente diventa tutto più difficile perché son molti quelli che si sentono traditi dal sistema, privati della libertà e del lavoro. Ecco, un po' così secondo me ci sentiamo anche noi " piccoli allenatori".
Per l'ennesima volta ci viene a mancare il campo, il gioco, l'adrenalina della gara, del pubblico e ci viene a mancare pure il compenso economico, che per quanto poco sia, nel bilancio familiare incide sicuramente.
Lo so, siamo in piena pandemia, c'è sicuramente chi in questo momento sta peggio perché ha un familiare in lotta per la vita, oppure è lui stesso a soffrire...al solito, prendiamo il bicchiere mezzo pieno, però oggi mi andava di dirlo, ogni tanto ci vuole, e magari chissà qualcuno potrebbe leggere, riflettere e magari migliorare la situazione. Fosse mai che per una volta, siamo noi ad inseguire un sogno...
PERCHE' NON PROVIAMO AD APRIRE UN DIBATTITO SU QUESTO ARGOMENTO? INVITIAMO CHI FOSSE INTERESSATO A INVIARCI IL PROPRIO PENSIERO VIA EMAIL info@toscanagol.it O VIA WHATSAPP 3295316202
Scritto da La Redazione il 17/11/2020