Il viaggio all'INFERNO, ANDATA e RITORNO, per ELIA GUIDOTTI
Il forte attaccante della Fortis Juventus racconta il suo grave incidente e ora prepara il ritorno in campo
Un banale infortunio extra-calcistico, l'ospedale, le cure intense, poi il ritorno ad una vita normale. In un mese è mezzo la vita di Elia Guidotti, uno dei calciatori toscani più conosciuti e più bravi a livello dilettantistico, ha subito uno scossone non da poco. Il "Gufo" (così lo chiamano a Borgo San Lorenzo, il suo paese nel Mugello, soprannome ereditato dal padre) è tornato da pochi giorni al campo ad allenarsi al "Romanelli" per recuperare la migliore condizione. I compagni della Fortis Juventus lo aspettano per ritrovarlo in campo, quando, speriamo prima possibile, si tornerà a giocare.
Un mese e mezzo durissimo, estenuante per lui, per i suoi famigliari e amici. Ora Elia è sereno, sa che la strada è ancora lunga per tornare in piena forma. Intanto accetta di parlare e raccontare quello che è successo.
L'INCIDENTE
Era lunedì 28 Settembre, Elia era a casa. in un terreno di proprietà suo e del fratello a Sagginale dove si diverte a fare il "contadino". "Tutto è nato da un mio errore dovuto alla fretta - racconta - davvero elementare. Volevo bruciare delle sterpaglie e ho versato del gasolio da una tanica che però aveva in fondo un po' di benzina. Così al momento di dar fuoco, è partita un violenta fiammata che mi ha preso in pieno".
Da lì è iniziato il "calvario" di Elia: ricovero all'ospedale di Cisanello a Pisa in coma farmacologico, quattordici giorni intubato e otto di rianimazione. Poi l'auspicato miglioramento e il 16 Ottobre ecco il ritorno all'ospedale di Borgo San Lorenzo: tre giorni di rianimazione, poi finalmente l'uscita e il ritorno a casa. "Avevo ustioni alle mani, al viso e al collo quando sono arrivato in ospedale. La fortuna è stata che buttando subito acqua ho fermato il propagarsi del fuoco".
LA RIABILITAZIONE
"Da quando sono tornato a casa è andata tutto oltre le aspettative - spiega ancora Elia -. La prima cosa da fare e la più importante era quella di recuperare la capacità polmonare che era venuta meno con le inalazioni. Tolti i primi tre giorni dove facevo fatica anche a camminare, poi è stato un crescendo".
La giovane età (30 anni) ha sicuramente aiutato il calciatore della Fortis Juventus. "Nel giro di una settimana il fisico ha risposto molto bene ed ho ricominciato a fare quello che avevo sempre fatto. Chiaro, con tante limitazioni dovute al fatto che comunque avevo perso 12 chili ed ero stato immobile per 20 giorni, ma ben oltre quelle che erano le aspettative dei dottori".
Tornare a camminare è stato il primo step. "Dovevo recuperare stabilità e fiato. Dopo una settimana ho iniziato ad andare in bici. Ho parcheggiato la macchina e mi spostavo solo con quella".
RITORNO AL "ROMANELLI"
"Da una decina di giorni invece vado alla Fortis con il preparatore. Chiaro che mi dispiaccia la situazione che si è venuta a creare a livello dilettantistico. Ma d'altro canto gioca a mio favore perché posso permettermi di fare programmi più indicati in modo da rientrare in gruppo ed essere già pronto per una eventuale ripartenza".
Al momento però Elia ammette con sincerità che non sarebbe in grado di giocare una partita. "Ora assolutamente no. Sono oltre ogni aspettativa a livello fisico ma no, sarebbe impossibile riuscire adesso a giocare. Mi manca muscolo, corsa e fiato. È ancora lunga la strada. Diciamo che se i progressi continuano ad essere questi tra un mesetto potrò fare un pensiero a rientrare in gruppo. Covid permettendo".