"Noi vogliamo GIOCARE: squadra e società hanno sempre voluto questo"
Il presidente del Coreglia (Terza categoria Lucca) non accetta la decisione di fermare il campionato

Ora il mondo del calcio è davvero diviso. C'è chi chiede di smettere, c'è chi pensa che non ci siano le condizioni per continuare a farlo tra quarantene e rinvii di partitite, c'è chi invece non capisce l'ultimo provvedimento del Governo (LEGGI QUA) e chede fortemente di giocare.
E' il caso del Coreglia (Terza categoria Lucca girone C) e del suo giovane presidente Federico Marchetti che si sfoga a TOSCANAGOL. "Questa chiusura non ha senso - dice - e non riusciamo proprio a capire le distinzioni che sono state fatte con le categorie maggiori e con il settore giovanile. Accetteremo la decisione di fermare tutto, ma non così".
Marchetti parla a nome del suo gruppo. "Ma certo, siamo partiti in questa stagione consapevoli dei rischi che ci sono, anche di andare in quarantena. Noi abbiamo parlato prima dell'inizio del campionato con tutti i ragazzi, chiedendo loro di assumersi le proprie responsabilità. A parte due-tre ragazzi che non se la sono sentita, e il cui pensiero è totalmente legittimo, il gruppo squadra rispose in maniera positiva, chiedendoci di continuare. La passione per il calcio ha prevalso su tutto e non credo ci sia bisogno di spiegarla. Chi vive uno spogliatoio sa di cosa parlo".
Il presidente del Coreglia chiede così di continuare a giocare. "E' da agosto che stiamo attenti a tutto. Abbiamo speso soldi e energia per sanificare e seguire i protocolli richiesti. La nostra società è rimasta sempre molto unita in tutte le decisioni prese. Si sapevano i rischi che si potevano correre, ma fermarci così non ha davvero senso".
