"Io credo che LEGA DILETTANTI dovrà ANNULLARE questa STAGIONE"
Le amare considerazioni del direttore sportivo della Larcianese Luigi Palumbo
“Serve chiarezza e che la Lega si informi di come è la reale situazione in Lombardia dove lassù sicuramente non si parla di calcio. Qua non siamo professionisti che muovono il 2-3% del PIl e la volontà dello Stato di farli partire. Nei dilettanti campiamo con gli sponsor e con il volontariato. Qua si sta parlando di migliaia di morti. Il picco pare prorogato di una settimana. E di cosa vogliamo parlare, di ripartire dopo pasqua per fare cinque partite del campionato dilettanti”.
E’ l’amaro sfogo di Gigi Palumbo, direttore sportivo della Larcianese e militare nella Guarda di Finanza nella compagnia di Empoli. Sta vivendo lui stesso ogni giorno, su un “campo” che non è quello di calcio, una “guerra” contro un nemico invisibile. Legge tante cose su come il calcio vorrebbe ripartire, date e combinazioni, e allora vuole fare alcune importanti precisazioni.
“Fino a Pasqua è sicuro che non succede niente. Sento dire che il 2 Maggio sia la data limite per poter eventualmente ripartire, ma lo stesso discorso è valido per i dilettanti fermi da tre mesi. Che squadre ritroveremo? Oltre al discorso fisico, ci dovrebbero essere zero contagi. Io spero che ci sia questa situazione, ma che sia chiaro e ci sia spiegato”.
Questa non è un’influenza, ma di una pandemia. “Hanno rinviato un Europeo di calcio e fermato tutti gli sport. Alcuni sicuramente fino a giugno. Capisco la situazione dei professionisti dove è tutto un altro mondo. Ma noi nei dilettanti? Come si farà a sapere i contatti che hanno avuto coloro che giocano con noi e tutti i giorni si spostano per lavoro? Chi si prenderà questi rischi? Noi a Larciano abbiamo il segretario Luca Pieri che è in quarantena perché il fratello è contagiato ed è ricoverato all’ospedale. Come facciamo a pensare di ripartire in tempi brevi?”
Al Nord la situazione è pazzesca. “Ho contatti lassù ed è un dramma. Oltretutto questa emergenza ha colpito le regioni meglio organizzate. Se successe in Basilicata o in Campania che succederà? Vogliamo davvero rischiare di ripartire in questa situazione? Poi è chiaro che tutti ci auguriamo che si va verso la normalità prima possibile. Parlare però ora di calcio mi sembra davvero difficile”.
Anche le società avrebbero giovamento se tutto fosse definitivamente stoppato. “Se fermiamo tutto ufficialmentegià da ora servirebbe alle società per interrompere i rimborsi spese. Il lato economico ora è secondario, ma intanto le società non ci dovrebbero più pensarci. Tutto è bloccato in Italia. È come se due mesi, marzo e aprile, fossero da cancellare nella vita italiana. E se finisse tutto qua. Come possono gli sponsor far fede ai loro impegni con le società quando magari hanno problemi a pagare i loro dipendenti?”.
Cosa fare dunque? “Io credo che sarà oltretutto impossibile prendere decisioni che non scontentino nessuno. Una decisione va presa. A mio avviso sarebbe giusto annullare tutto: come si può assegnare una promozione o una retrocessione quando mancano cinque giornate come nel caso del nostro girone di Promozione? Noi se vinciamo il recupero con il River Pieve saremo sicuramente salvi, nella stessa maniera loro vincendo potrebbero essere primi come pure in caso di pareggio. Perché si dovrebbe assegnare il titolo ora? E poi perché far ad esempio retrocedere il Lammari che è attualmente ultimo? Vale per tutti i campionati. Capisco la posizione di chi è attualmente primo, ma per me sarebbe annullare questa stagione. Io con la vita delle gente non voglio giocare. Anche i presidente non credo che vorranno prendersi in futuro la responsabilità di far scendere in campo le proprie squadre correndo un solo rischio. Io spero che tutto si risolva prima possibile, ma ora servono decisioni forti”.
Infine una precisazione che Palumbo tiene a fare. “Le mie considerazioni possono sicuramente non essere condivisibili, ma le voglio fare alla luce di quello che sta succedendo. La vita è primaria per tutti, conta salvaguardarla. Mi metto dei panni delle società che magari ora potrebbero essere penalizzate e non voglio passare come quello che fa questi discorsi per gli interessi della sua società. Non mi interessa proprio, è solo la percezione di questa triste realità. Parliamo di centinaia di morti ogni giorno, e pensare di tornare in campo tra quindici giorni o un mese mi sembra fuori follia e questo non deve essere ora un nostra pensiero. La Lega Dilettanti ha avuto il buon senso di fermarsi prima degli altri, credo che anche ora sarà lungimirante di pensare quanto prima a prendere delle decisioni”.