"Chiudere i CAMPO da CALCIO? Non è OBBLIGATORIO, serve solo PRUDENZA"
Parla l'assessore del Comune di Altopascio Adamo La Vigna: "Nessuna psicosi, le società devono prendere le necessarie misure preventive
E' assessore agli eventi e al territorio del Comune di Altopascio (Lucca), ma da anni anche (apprezzato) istruttore a livello di scuola calcio. Adamo La Vigna è d'accordo con i provvedimenti presi per fermare il calcio in questi giorni di allarme coronavirus. In particolare nell’attività di base "dove i bambini ,che come tali si comportano, e che nel loro giocare e divertirti si azzuffano, si abbracciano, si stuzzicano senza ovviamente badare alle precauzioni del caso. Poi ci sono le docce, i pulmini, gli aspetti critici di affollamento e di mancato rispetto delle distanze come da decreto ci sono".
Sono giorni così di chiusura degli impianti e di allenamenti sospesi, con molte società che si domandano però su cosa devono fare proprio nella gestione delle strutture. "Credo - spiega La Vigna - che innanzitutto non dobbiamo farci prendere dalla psicosi, ma allo stesso tempo tutti abbiamo il dovere di tutelare la salute pubblica. Nel Decreto ministeriale non si parla di chiusura di impianti sportivi, ma solo di restrizioni. Serve un atto di responsabilità, un passaggio doveroso e un consiglio tra le società e Amministrazioni".
Quindi? "Serve mettere in atto quegli accorgimenti che possono consentire il proseguo dell'attività, condividere l’aspetto organizzativo e sanitario messo in atto. Il Sindaco comunica alla società sportiva (che nella maggior parte dei casi gestisce direttamente gli impianti) l’obbligo di assicurare l’esatta ottemperanza del provvedimento nazionale Se una società non se la sente, non può prendere le necessarie misure preventive, è giusto che sospenda, però serve che passi il concetto di mantenere la calma".
Tornando alla chiusura degli impianti, La Vigna vuole fare alcune precisazioni. “In questo momento i Comuni non chiudono direttamente gli impianti, non ci sono ordinanze che lederebbero la fattibilità del rispetto del decreto stesso che fa riferimento a scuole, teatro, cinema ( ma molti privati si attrezzeranno per adeguarsi, in modo da garantire il famoso metro di distanza). Certo, le linee guida sono chiare e gravose, in molti casi forse ci sarà l’ impossibilità di svolgere tale attività secondo i criteri espressi, ma sta alla singola società vagliare la situazione e capire se può svolgere attività in sicurezza. Poi se la stessa crede di non poterla svolgere comunicherà al comune la chiusura. Personalmente ho consigliiato al Tau Academy (prima di qualunque comunicazione ufficiale della Figc) di fermare attività di base nella giornata di giovedì e così è stato fatto. Era un passaggio doveroso per una realtà che nel nostro territorio “muove” centinaia di ragazzi in diverse fasce di età".