TERZA PISTOIA, il VENERI vince il CAMPIONATO dopo un finale da infarto
Parla il tecnico Daniele Mencarini, non confermato per la prossima stagione già prima dello straordinario traguardo
Decisione in volata nel girone di Pistoia della Terza categoria dove alla fine la spunta un po' a sorpresa il VENERI, società della zona di Pescia in Valdinievole. Ultima giornata al cardiopalma, con la capolista Margine Coperta che è andata a perdere sul campo della Ciregliese per 3-1, mentre il Veneri vince lo scontro diretto con il Cecina (secondo fino all'ultimo turno e anch'esso dunque in lotta) per 2-1, compiendo il clamoroso sorpasso.
E così "le rane", questo il simpatico soprannome dei ragazzi del Veneri, hanno vinto inaspettatamente, ma con merito, un campionato dove certo non certo non erano partiti con i favori del pronostico e che lo svolgimento sembrava favorevole ad altre società come lo stesso Margine Coperta a lungo capolista incontrastato.
Grande merito di questo successo va dato al tecnico Daniele Mencarini che ha ben lavorato sotto l'aspetto tecnico e tattico, ma soprattutto è stato abile nel gestire il gruppo durante tutto l'arco della stagione.
Una squadra senza "prime donne" questo Veneri, ma un grppo unito, compatto che ha lottato sempre contro tutto e tutti, pallone su pallone, centimetro dopo centimetro, dimostrando grande attaccamento, sprito di sacrificio e anche correttezza e rispetto verso gli avversari. Proprio questa "forza morale" è stata l'arma in più del Veneri 2015-2016.
Ai microfoni di TOSCANAGOL mister Mencarini racconta come è nata questa esperienza. “A metà maggio ho ricevuto la telefonata da un dirigente del Veneri, per sentire la mia disponibilità ad accettare l’incarico di allenatore. Ho accettato subito molto volentieri l’offerta, visto che da giocatore con il Veneri avevo vinto un campionato e che mi sarebbe piaciuto ripetermi da allenatore. Non nego, anche per motivi scaramantici, che il campo di Veneri a me è particolarmente fortunato. Infatti da giocatore ho vinto campionato con il Veneri e col Club 81 e coppa con il Club 81. Per cui le premesse, dal lato rituale, c’erano. L’anno prima il Veneri era arrivato a 14 punti dai play off e necessitava per forza di cose di un inserimento di alcuni giocatori in settori di campo che io ritenevo dovessero essere rinforzati. Quindi, d’accordo col DS Stefano Guastapaglia, abbiamo iniziato a chiudere determinati colpi di mercato. Non nego che ad inizio stagione ci sono stati dei grossi problemi con alcuni giocatori della vecchia guardia e chi mi ha seguito è rimasto, chi non lo ha fatto se ne è andato. D’altronde il ruolo di allenatore, a volte, ti impone di dover prendere delle decisioni anche scomode. Fa parte del gioco”.
Il trainer “rivive” la stagione. “A parte i primi giorni di assestamento, la squadra mi ha sempre seguito allenandosi con tanto impegno, tanta determinazione e sempre in numero elevato diciotto/diciannove sempre ad allenarsi. Sapevamo di avere qualcosa in meno a squadre di spessore elevato come Meridien, Margine Coperta, Cecina 2000 e Cireglio, senza dimenticare squadre quadrate come Giovani Granata, Pescia e Spazzavento senza tralasciare l’Olmi che l’anno prima aveva fatto un’ottima stagione, ma la nostra forza è stata sempre di guardare a casa nostra e tirare dritti di partita in partita senza mai regalare niente agli avversari, partite dove non brillavamo abbiamo portato a casa lo 0-0 e ce lo tenevamo ben stretto quel risultato, sapendo sempre della nostra forza a livello mentale. Abbiamo vinto partite non meritando è vero, ma anche pareggiato partite che meritavamo di vincere, ma la squadra non si rammaricava mai e pensava subito alla successiva. Si dice che la difesa è stato il punto di forza della squadra, è vero siamo stati la miglior difesa del campionato con appena venti gol subiti, in realtà dire questo toglie dei meriti al resto della squadra, in quanto se il centrocampo non fa il suo dovuto filtro e se l’attacco non lavora per la squadra non si va da nessuna parte. I numeri dicono che rispetto alle prime abbiamo segnato di meno, e questo è vero solo per le statistiche. Ma, rapportato alla nostra realtà, questo non vuol dire niente perché i gol realizzati sono stati tutti pesanti, grazie ripeto al gioco di squadra. Tante squadre si sono lamentate per gli infortuni, ma ricordo che noi abbiamo avuto il centravanti Tommasi rientrato a metà girone di ritorno, l’attaccante Pasquini, fuori tutto l’anno, e Ferhati rientrato a metà girone di ritorno, i centrocampisti Guidotti e Carnemolla, stagione finita da febbraio, Paoli fuori tre mesi e Salvadori che ha smesso per motivi di lavoro. Anche qui noi, sempre senza piangersi addosso, abbiamo lavorato a testa bassa e chi giocava dava sempre il massimo per il bene della squadra”.
Quali schemi tattici avete adottato? “Abbiamo alternato diversi moduli di gioco, la base fissa era la difesa a quattro bloccata, poi tre mediani a centrocampo e poi spesso abbiamo giocato con un trequartista atipico e due punte oppure tre punte senza il trequartista. Spesso quando soffrivamo gli avversari ci mettevamo a quattro in mezzo, non nego che spesso il quarto di centrocampo l’ha fatto anche un difensore. Tutto questo, sempre, grazie alla disponibilità dei ragazzi”.
Il finale è stato thrilling, vietato ai deboli di cuore. “Arriviamo a giocare l’ultima gara e ai miei prima della partita ho detto: “Ragazzi, oggi se vogliamo prenderci qualcosa di importante e che rimarrà sempre dentro di noi, dobbiamo fare una cosa sola, vincere e sperare in notizie positive da altri campi”. Noi si vinceva 2-1 e l’arbitro, ottima direzione di gara la sua, aveva dato cinque minuti di recupero, da Cireglio nessuna notizia sempre, 1-1. Poi al 93’ si sparge la voce del vantaggio del Cireglio e subito dopo il 3-1. Da noi finita 2-1, tutti a guardarsi negli occhi “Mamma mia che sta succedendo”. A Cireglio mancano ancora cinque minuti alla fine, minuti lunghissimi che non passavano mai, poi alla fine arriva il finale. Gioia e festeggiamenti non preparati, così è più bello”.
Dopo il successo è tempo di ringraziamenti. “Un grosso plauso va al mio grande amico Massimo Cortesi che mi ha fatto da secondo ed al quale auguro in futuro che possa allenare, perché se lo merita. Ringrazio la società Veneri per l’opportunità che mi ha dato, in particolare a Vasco Spicciani, Giuliani Paoli e il presidente Gerry che sono stati sempre particolarmente vicini alla squadra ed al sottoscritto. Ringrazio il mio grande maestro Mauro Viviani, con il quale ho conseguito il patentino di allenatore. Un altro ringraziamento doveroso va al dirigente accompagnatore e mio personale uomo di fiducia Alfredo Maffei che mi segue da anni. E' un amico vero”.
Nella prossima stagione Daniele Mencarini non siederà più sulla panchina del Veneri. “Io e Massimo Cortesi, di sicuro non saremo più alla guida della squadra come già comunicatoci dalla società circa un mese e mezzo fa, la settimana del derby contro il Pescia. Seppur non condividendo la decisione nei tempi e nei modi, abbiamo ugualmente portato a termine, con grande serietà ed impegno, il nostro mandato vincendo il campionato”.
Questa la rosa del Veneri:
PORTIERI: Capotosti, Lupi
DIFENSORI: Giusti, Giuntoli, Alamanni J., Baldi, Lucchesini, Monti, Flammia F., Spicciani
CENTROCAMPISTI: Flammia P., Alamanni A., Paoli, Profili, Belshi, Salvadori, Carnemolla, Danesi
ATTACCANTI: Tommasi, Ferhati, Parenti, Pasquini, Cecchi