Ighli Vannucchi:"Ora vi dico la mia su questo calcio che non mi piace"
L'ex professionista ha chiuso bruscamente la sua stagione al Real Forte Querceta in Eccellenza: "Si guarda solo al risultato immediato, serve una rivoluzione di pensiero"
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Che fine ha fatto Ighli Vannucchi? Dopo il suo “brusco” addio dal Real Forte Querceta avevamo raccolto il pensiero del presidente Alessandro Mussi e speravamo di poter avere anche quello del diretto interessato subito a “caldo”. Ci arriva a distanza di qualche tempo e non sono frasi banali, anzi, fanno parte di una maniera di pensare, di un calcio che Ighli vorrebbe diverso, meno attaccato all’immediato e al risultato, ma che guarda lontano. Quanto è accaduto a Forte dei Marmi non è che un film già visto a Chiavari e a Viareggio, le due ultime precedenti tappe della sua carriera.
“Serve una “rivoluzione” di pensiero – ci dice venendoci a trovare nella redazione di TOSCANAGOL – che è una possibilità che abbiamo tutti. Nel calcio del resto non si è altro che uno spaccato della società: serve armonia, stare insieme, collaborazione. Se queste cose ci sono, tutto è migliore e i risultati arrivano. In Italia il calcio ha bisogno di una svolta, serve qualcosa di diverso e tutti coloro che ne fanno parte devono contribuire. Tutto invece è legato ai risultati, se non li fai hai fallito. Io penso invece che serve la serietà e allo stesso tempo la serenità per poter stare in un ambiente.”
Una carriera calcistica del tutto particolare quella di Vannucchi che ha rinunciato a importanti piazze (e contratti) pur di rimanere legato a quell’Empoli che lo ha consacrato e nel quale ha trovato il suo “modus vivendi”. “Nessun rimpianto, so di aver perso un patrimonio, ma cosa conta se a livello qualitativo di vita hai poi soddisfazioni ben più maggiori.”
Si dice che Vannucchi ora non abbia più voglia di giocare. “Non è vero, fino a che sono rimasto a Forte dei Marmi quest’anno ho saltato tre allenamenti in tanti mesi. Sempre presente e sempre costruttivo. Io credo di essere cambiato nel 2012, l’anno che doveva essere quello della fine del mondo. A Chiavari ho vissuto una delle più belle stagioni della mia carriera: un ambiente sano, piccolo, ideale per fare certe cose. Sono andato via perché quando mi si impongono delle cose io salto in aria. Forse sono cambiato, non so, ma ora penso così e non sto certo zitto. Vorrei portare avanti un messaggio diverso dai soliti stereotipi del calcio di oggi.”
Il suo futuro potrebbe così non essere proprio in questo mondo. La testa di Vannucchi 38 anni ad Agosto, è concentrata su altre cose. Passioni, hobbies che lui insieme a degli amici sta cercando di far diventare una vera e propria professione. Ma torniamo a quanto è successo a Forte dei Marmi. “Siamo partiti con le migliori intenzioni: una società seria, puntuale, tanti buoni propositi. Penso di aver dato tutto me stesso. Anche nelle vicende dei cambi di allenatore, ad esempio con il ritorno di Cerasa, penso di aver dato un segnale forte alla società: la squadra con Del Nero era in sofferenza, c’è stata collaborazione anche in questo.”
Poi è scoppiata la “bomba” Mazzone. “C’è stato un confronto anche tra noi giocatori più anziani e siamo stati tutti d’accordo di andare avanti sulla strada intrapresa. Io non ce l’ho assolutamente con il ragazzo, ma questa doveva essere una cosa educativa, si doveva arrivare in fondo con lui fuori rosa. Era stato qualcosa di grandioso, la squadra con fatica aveva risposto e il segnale era importante. Si è scelta invece la comodità, serviva un difensore e si è tornati sulla decisione presa. Io avrei chiamato un ragazzo della Juniores e rischiato con lui: pensate quale messaggio importante si sarebbe lanciato. Poi a fine stagione, a mente fredda, si poteva rivedere tutto. Sono convinto che lo stesso Mazzone avrebbe beneficiato di questa situazione e poteva tornare più forte di prima. Invece è stato cancellato tutto.”
Vannucchi ha così alzato la mano, spiegato la sua decisione e se n’è andato. “Sono scelte difficili, io ho fatto solo quello che pensavo. Sono stato il solo in questa decisione? Non mi interessa. Ognuno è padrone delle proprie scelte.”
Il presidente Mussi ha spiegato il concetto che è la società a comandare sempre e comunque. “Sono parole che mi bloccano. Ti pago e fai come dico io. E’ come se io imponessi sempre tutto ai miei figli. Io la penso diversamente: è come se un operaio entra in collaborazione con chi comanda, i benefici sono per tutti. L’imposizione non è accettabile per nessun individuo. Nella mia carriera sono arrivato tante volte vicino a rompere, chi mi conosce bene sa che ho reso tantissimo quando ho trovato collaborazione. Ho ingollato tanti bocconi amari, ora però non riesco più a digerirli.”
Poi ritorna su quanto accaduto un anno fa a Viareggio. “Più o meno è andata come a Forte dei Marmi. All’inizio tanti discorsi belli, una maniera nuova di vedere le cose, tante chiacchiere. Poi ci siamo trovati in totale punizione in un campionato senza retrocessioni. Fra me e Lucarelli non c’è stato niente, lui però ha preso una strada e a me questo non andava.”
Per Vannucchi la pesca in questi anni è stato il suo “gioco”, la sua passione extracalcio. “Insieme al comico toscano Gianfranco Monti con il quale siamo diventati grandi amici, abbiamo lanciato il progetto BUONA PESCA: abbiamo un sito internet (www.buonapesca.it) , un canale su youtube e siamo arrivati a Sky, sul canale PESCA TV dove abbiamo preparato ben dieci puntate di un programma dedicato. Sono molto orgoglioso di questo, abbiamo creato un vero e proprio team, stiamo trasformando quella che è una grande passione e in un professione. Siamo sempre a bere, mangiare e divertirci: cosa c’è di più bello?”
Giocare a calcio non è una sua priorità. “Mi sto concentrando su miei progetto come quello de “IL BOMBER.IT” un e-commerce di abbigliamento, nato per far tirare fuori il bomber che c’è in ciascuna persona. E’ un qualcosa di motivazionale, tutti hanno qualcosa da proporre e da trasmettere, ma per primi devono crederci loro.”
Un altro progetto importante è quello di un Camp Estivo per ragazzi. L’estate ormai bussa alle porte e Ighli ne ha “studiata” un’altra delle sue, il BUONA PESCA CAMP. “Eh sì, insieme a Gianfranco Monti e a Leonardo Binchi, un campione di pallanuoto, abbiamo deciso di unire tre discipline e di organizzare due settimane in montagna a Fiumalbo, sull’Appennino Modenese, dal 28 Giugno al 4 Luglio e dal 5 all’11 Luglio.”
E’ un’idea completamente nuova. “Assolutamente, daremo la possibilità ai ragazzi di praticare calcio, pesca e pallanuoto. Saremo io, Gianfranco e Leonardo a guidarli nelle tre discipline e a partecipare al loro divertimento. Non abbiamo la pretesa di insegnare niente, ma solo trasmettere la nostra passione ai partecipanti. Ogni giorni abbineremo due discipline a rotazione, inoltre faremo un’ora di inglese a cena.”
Il BUONA PESCA CAMP sarà aperto per i bambini dagli 8 ai 13 anni. “L’obiettivo è di arrivare a 60 ragazzi a settimana. Andremo in piscina a Pievepelago con un pullman che sarà sempre a nostra disposizione.”
CHI E’ IGHLI VANNUCCHI
Nato nel 1977, si dedica al pallone sin da bambino: presto in famiglia si accorgono che il ragazzo ci sa fare, tanto da iniziare la propria carriera a soli 8 anni, nelle giovanili della squadra pratese dell'A.C. Maliseti, dove rimane fino a 14 anni, quando si trasferisce nel Margine Coperta. A 16 poi il grande salto nella Lucchese, dove esordisce a 19 anni in Serie B, dimostrando subito di essere già pronto per questo tipo di palcoscenici; nella stagione successiva, con 35 presenze e 2 reti, è protagonista della salvezza dei rossoneri nella serie cadetta. Il ruolo di Ighli è atipico: si tratta infatti del classico numero 10, dotato di tecnica, fantasia e classe purissima, in un periodo storico nel quale però il ruolo del fantasista è spesso trascurato e costretto dagli allenatori, che impongono compiti difensivi a giocatori ai quali dovrebbe essere concesso solo di inventare. Fortunatamente, l'allora presidente della Salernitana AnielloAliberti non è uno di questi: stregato da Vannucchi, nel 1998 lo acquista, assieme a Marco Rossi. Nonostante una squadra che comprendeva giocatori del calibro di Di Vaio, Gattuso, Fresi, Breda, Di Michele e Tosto e un allenatore come Delio Rossi, il club amaranto non riesce ad ottenere la salvezza. La stagione seguente Vannucchi è protagonista del buon campionato dei campani in B, realizzando 8 reti, prima di essere acquistato dal Venezia di Novellino e Zamparini nella finestra di gennaio. Sulla laguna resta solo un anno, entrando però nel cuore dei tifosi: lo aspetta infattil'Empoli, e l'avventura calcistica che cambierà la sua vita, per la quale Vannucchi disse anche no all'interessamento di un top club come il Milan, nel quale si sarebbe probabilmente'bruciato'.
UN 'EL DORADO' CHIAMATO EMPOLI - Con i toscani infatti disputa 7 campionati tra A e B, felice e protagonista in una piccola squadra, totalizzando 273 presenze e 38 gol e diventando unavera e propria bandiera: i tifosi toscani si innamorano di quel giocatore con i capelli lunghi e i piedi d'oro, che porta l'Empoli al raggiungimento di un obiettivo storico, come la qualificazione in Coppa Uefa. Nel mezzo una breve esperienza a Palermo, dove però non si ambienta e gioca poco. In Toscana realizza il suo record di marcature in Serie A, 5, e nella fantastica stagione 2006/2007, con il suo mentore Gigni Cagni come tecnico, chiude il campionato al settimo posto con 54 punti, record assoluto per la società toscana, qualificandosi alla Coppa UEFA: tuttavia l'esperienza europea per la squadra toscana dura solo 2 partite, eliminata dallo Zurigo.
IL CALCIO COME PURO DIVERTIMENTO - Nel 2010 Vannucchi si svincola dall'Empoli e approda a La Spezia: in Lega Pro segna 7 gol in 39 presenze, portando i liguri alla storica vittoria di campionato, Coppa Italia di Serie C e Supercoppa Italiana di Serie C, un traguardo mai raggiunto da nessun'altra squadra italiana. Ciò che però esplica al meglio il carattere e il modo di vedere il calcio del trequartista toscano è il suo momentaneo passaggio, tra l'avvventura empolese e quella spezzina, al Guamo, squadra lucchese di terza serie amatoriale: il pallone è visto come un divertimento, un bel modo di trascorrere la vita, non come un mero strategemma di guadagno. Sceglie di rinnovare con lo Spezia e passa alla Virtus Entella, allora in Lega Pro: con il club di Chiavari torna a segnare 5 reti in campionato, venendo eliminato dal Lecce nei playoff promozione, nei quali timbra il cartellino con una magistrale punizione, il suo marchio di fabbrica. Ma Ighli ha ancora voglia di stupire: passa al Viareggio nel 2013 e con un suo gol fa vincere l'Esperia a Pisa dopo diciannove anni dall'ultima volta. A cinque giornate dal termine però rescinde il contratto, e l'anno seguente si accasa al Real Forte dei Marmi Querceta in Eccellenza, prima di rescindere anche con loro, probabilmente non essendo più in grado di reggere l'ingombrante impegno calcistico.
Fonte: m.calciomercato.com
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