I GIOVANISSIMI REGIONALI del VERSILIA brillano anche grazie ai GPS
Mister Agostini: "Innovazione necessaria per gestire allenamenti migliori e più specifici per le caratteristiche di ogni giocatore"
Vai alla galleriaDopo l’ottimo secondo posto con il gruppo 2002, Stefano Agostini ed il Versilia Calcio si stanno confermando anche con l’annata 2003 nel campionato Giovanissimi Regionali. Dopo undici turni la compagine versiliese si trova al quarto posto del Girone D con 22 punti, quattro in meno della capolista Atletico Lucca, frutto di sei vittorie, quattro pareggi ed una sola sconfitta.
Proprio mister Agostini parla di come la società stia crescendo in questi ultimi anni. “Abbiamo il nostro Dirigente Davide Silvestri che cura la logistica e l’organizzazione in generale, ma sopratutto abbiamo la fortuna di avere un Direttore Sportivo, Adriano Baesso, che riesce ad allestire squadre molto competitive, ha l’occhio ma soprattutto l’esperienza nel trovare ottimi giocatori e metterli a nostra disposizione. Anche sul piano tecnico stiamo crescendo un po’ in tutte le categorie”.
Il trentunenne tecnico non nasconde che la squadra stia andando oltre le aspettative. “Ho una rosa ampia, della passata stagione sono rimasti solamente in cinque elementi sui venti in totale a mia disposizione. E quando si inizia a lavorare con un gruppo quasi totalmente nuovo è sempre difficile. Abbiamo iniziato con la preparazione presto e con carichi di lavoro importanti, inoltre con la professionalità del mio Preparatore Atletico Carlo Giordano, fresco di laurea in Scienze Motorie e con il corso a Coverciano ormai concluso, direi che il mio ruolo è più facile. Ma è sopratutto la qualità dei ragazzi, i vari Tragni, Dell’Amico, Silvestri, Tucci, Sgadò e Sacchelli che ci stiamo regalando qualcosa di inaspettato”.
Il Versilia è reduce dal pareggio interno contro la capolista Atletico Lucca. “Sapevamo che sarebbe stata una gara durissima, ci tengo a fare i complimenti a loro e al mister Alessandro Tempesti per l’ottima prova e per il percorso fatto sino a qui. È stata una partita equilibrata, siamo stati anche un po’ fortunati, ma il fatto di averla giocata praticamente alla pari ci inorgoglisce ma al tempo stesso ci fa capire che possiamo giocarcela con chiunque, quindi dovremo impegnarci ancora di più e credere nel lavoro quotidiano per provare ad affermarci su più fronti”.
Quali sono state sin qui le vostre migliori armi? “Il lavoro fisico sul campo studiato dal Professor Carlo Giordano direi che è stato un fattore determinante. In ogni seduta utilizziamo i gps, strumento che ci permette di monitorare i carichi di lavoro e come i giocatori reagiscono agli allenamenti. È un investimento oneroso, un metodo sicuramente inusuale nelle nostre piccole realtà, ma efficace sopratutto per far capire a noi allenatori la strada da percorrere nel programmare le varie esercitazioni, dandoci informazioni fondamentali anche per scegliere la formazione migliore da schierare in campo”.
Come è nata questa nuova tecnica di allenamento e di cosa si tratta nello specifico? “I gps sono stati un investimento personale del mio Preparatore Atletico Carlo Giordano, poiché secondo noi nel calcio attuale è necessario essere supportati da un sistema di valutazione e controllo del carico esterno. Disponiamo di dieci gps con una frequenza di 10hz del marchio K-Sport. Con questo sistema possiamo estrapolare distanza percorsa, distanza equivalente, distanza relativa, numero e metri percorsi in accelerazione e decelerazione ad alta intensità, sprint oltre i 16 e 25 km/h, ed infine è possibile analizzare anche potenza metabolica e l’indice di anaerobiosi di ogni atleta. Chiaramente siamo consapevoli che questa strumentazione è soltanto di supporto al nostro lavoro, e non dobbiamo basarci esclusivamente sui dati che rileva, poiché quello che riusciamo ad osservare con i nostri occhi, sul campo, rimane lo strumento migliore di ogni allenatore e preparatore atletico”.
L’introduzione dei gps potrebbe essere uno dei passi tecnologici necessari per risollevare il nostro calcio? “Il calcio italiano deve cambiare, in particolare quello dilettantistico. Le prime squadre più importanti prendono giocatori dai vari settori giovanili professionistici, ma se andiamo a vedere indietro gli stessi li vanno a prendere nei dilettanti, quindi è proprio nelle società locali che il futuro di questo sport si sviluppa. Innovazioni come i gps, se pur un investimento molto oneroso, credo che siano necessarie per gestire allenamenti migliori e più specifici per le caratteristiche di ogni giocatore. Per questo sono fermamente convinto che la Federazione debba investire nella Lega Nazionale Dilettanti valorizzando anche chi ci lavora, spesso più per passione che per tornaconto economico, per avere i campioni e i professionisti di domani”.
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