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ESORDIENTI a 9: le SOCIETA' TOSCANE non ci stanno ed è POLEMICA

La presentazione del nuovo modello della FIGC trova l'opposizione e ora sarà Bresci a dover mediare a livello nazionale

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Sembrava un riunione di routine e di "normale amministrazione". O almeno noi l'avevamo pensata così. Si è rivelata invece di puro confronto tra il calcio dilettantistico toscano e la FIGC nazionale. Un incontro quello svoltosi ieri sera al Museo del Calcio di Firenze vivace e con qualche tono polemico che pare anche evidenziare di un certo malcontento che esiste nelle società sulla gestione del calcio ai massimi livelli.

Una "scintilla" questa della riforma della categoria Esordienti che scoppia improvvisamente con alcume delle società presenti che chiedono alla FIGC di ripensare al percorso intrapreso, ribellandosi soprattutto all'imposizione dall'alto e chiedendo un percorso di condivisione. 

Ma facciamo un passo indietro, al racconto di questo convulso incontro al Museo del Calcio. I temi erano due e riguardavano la proposta ora definita MODELLO che la FIGC vuole per definire la sua politica in ambito giovanile: i centri federali territoriali e il cambio del numero dei giocatori da impiegare nella categoria Esordienti "A", da 11 a 9. "Padroni" di casa il nuovo presidente della LND Toscana Paolo Mangini e l'ex presidente Fabio Bresci, ora vice nazionale della LND. Relatori importanti come Maurizio Viscidi, il coordinatore della squadre Nazionali giovanili, nonchè responsabile dei Centri Federali Territoriali, Maurizio Marchesini, suo principale collaboratore come coordinatore dei suddetti centri e poi Massimo Tell. Ospite gradito anche il segretario del Settore Giovanile e Scolastico Nazionale Vito Di Gioia.

L'inizio è da "andamento lento" con la presentazione di Mangini e l'introduzione di Bresci. Ineccepibile e particolareggiata la relazione di Maurizio Viscidi, oratore impeccabile, che ha raccontato quello che sta succedendo in FIGC, a livello di settore giovanile, e dei cambiamenti in corso. Viscidi ha posto l'attenzione su come in Italia sia rimasta indietro su certi concetti tecnici e ha raccontato la sua esperienza di sei anni come responsabile delle Nazionali in giro per l'Europa. 

"Lo scadimento tecnico del calcio italiano - ha detto tra l'altro - è sotto gli occhi di tutti e non per colpa degli allenatori che sono più bravi di una volta. Il rischio sono quegli allenatori che si innamorano della tattica e vanno a scadimento della tecnica nel settore giovanile".

Poi ha parlato dei Centri Federali. "Noi ora proponiamo un modello di lavoro, non certo lo imponiamo. Le nostre squadre nazionali e i Centri avranno una loro impostazione e sarà al servizio di tutti coloro che la riterranno utile da seguire. Ogni lunedì in tutti i Centri Federali ci sarà lo stesso allenamento e un percorso che servirà per la crescita dei ragazzi. L'obiettivo è di non disperdere dei talenti che altrimenti se ne andrebbero. Tutto il lavoro sarà impostato sulla tecnica, sul controllo e sul passaggio. Abbiamo visto come i nostri ragazzi rispetto al resto dell'Europa abbiano difficoltà a tenere il possesso della palla. Questo non deve più avvenire."

Quindi Viscidi è entrato nel merito degli Esordienti, premettendo che nella sua esperienza da allenatore è partito proprio da questa categoria e quindi conosce a fondo tutte le problematiche anche a livello dilettantistico. “Noi pensiamo che sia giusto che il calcio italiano si riallinei su quello che sta succedendo in altri paesi europei dove i ragazzi di questa fascia d’età giocano a nove o persino a otto. Le ragioni sono molto semplici. In primo luogo è scontato che il ragazzo tocca più la palla ed è maggiormente coinvolto nel gioco. Il campo è in misura ridotta e questo facilità il possesso palla. È ora che finisca il fatto di vedere negli Esordienti la “memorizzazione” della giocata. Non si può più vedere la tattica. Nel settore giovanile si deve lavorare per il bambino e per il gioco, non per l’allenatore che se vuole avere una sua ribalta vada ad allenare quelli più grandi. Noi quindi ora proponiamo un metodo che non abbiamo la presunzione di dire che sia il migliore, però intanto è un metodo che prima non c’era.”

Fino a qua tutto tranquillo. La sala applaude Viscidi e mostra gradimento, ma qualcosa “bolle in pentola”. L’intervento di Massimo Tell che deve spiegare le modalità organizzative del calcio a nove per gli Esordienti viene spostato, sono parecchie le società che chiedono di intervenire e Paolo Mangini dà loro la parola.

Inizia il presidente del Coiano Macrì che in un lungo discorso articolato ritiene completamente sbagliato il fatto che questa riforma arrivi dall’alto, senza la necessaria condivisione da parte delle società. Rincara la dose poi Burroni dello Scandicci al quale non sta bene che la regola del calcio a nove per gli Esordienti non varrà per i club professionistici ma solo per quelli dilettanti e gli animi si riscaldano quando Filippo Giusti, presidente della Sestese, arriva a porre quasi un aut aut alla FIGC “altrimenti andremo a giocare con gli Esordienti con gli Enti di formazione sportiva”, provocando una risposta piccata di Mangini che chiede di abbassare i toni.

Gli animi si accendono di nuovo quando il factotum della Settignanese Romei dice che i Centri di formazione territoriale “non servono a niente, solo a pagare stipendi da parte della Federazione con i nostri soldi” e poi punta il dito sulle società professionistiche “che ci vengono a prendere i bambini del 2010 e 2011”. Insomma il malcontento è notevole e non riguarda, come si può evincere solo il problema Esordienti.

Il segretario nazionale del settore giovanile Di Gioia cerca di capire perché il problema di giocare a nove diventi poi un problema anche economico per le società (rose più corte, meno quote, meno incassi alle partite e ai tornei), mentre Viscidi riflette sul discorso società professionistiche. “Accettiamo le osservazioni e le riteniamo giuste. Di solito i professionisti hanno giocatori più pronti sia fisicamente che tecnicamente ed è per questo che siamo partiti per questa differenziazione. Non siamo però certi che la cosa sia giusta.”

Il confronto è duro, anche all’interno delle società. Da una parte ci sono anche alcuni responsabili tecnici che dichiarano di essere d’accordo con la proposta di giocare a nove, ma vengono zittiti perché anche loro sono “percepienti” nel calcio, mentre le società sono quelle “paganti” e che rimetterebbero ancora per questa riforma.

Si chiede che venga spiegata compiutamente, a livello organizzativo, e allora ecco l’intervento di Massimo Tell che con alcune slide sulla schermo mostra le possibili attuazioni del calcio a nove per gli Esordienti.

Poi l’ultima mossa che chiude (per ora) i giochi. Mangini dà la parola a Fabio Bresci che accetta la proposta di fare da mediatore in sede nazionale. “Proporrò di dividere la stagione degli Esordienti in due fasi: la prima come naturale proseguimento della precedente giocando a nove, la seconda in proiezione futura con il calcio a undici. Tutto questo per far sì che la riforma venga ben recepita da tutte le componenti.”

E’ il passo finale dopo due ore di sano e aspro confronto. Certo però non finisce qua. La Toscana ora aspetta risposte, ma forse, è il caso di dirlo, non solo sul fronte Esordienti a nove o a undici…

CHIARAMENTE, VISTA L'IMPORTANZA E LA DELICATEZZA DELL'ARGOMENTO CI PIACEREBBE SAPERE IL PENSIERO DEI NOSTRI UTENTI....

 
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  Scritto da La Redazione il 24/02/2017
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