Quelle PARTITELLE ILLEGALI e la "GIUNGLA" del CALCIO MINORE
Accuse sotto traccia, calciomercato addirittura attivo, non si gioca ma regna il caos
E' il momento del "tutto possibile", del "tutto fattibile", quello in cui tutto può essere giusto o sbagliato. Chiaro, le regole ci sono, le leggi pure, però logico (vizio italico) cercare sempre di aggirarle, soprattutto quando non sono comprese pienamente.
Tanti giorni ormai di stop del calcio agonistico, una ripartenza lenta, un virus che è ancora lì, come una "mannaia" sulla testa di tutti. La normalità che non ritorna, la vita quotidiana fatta di rinunce, divieti e privazioni.
Il mondo del calcio minore "soffre" e non lo nasconde. I ragazzi sono la fascia maggiormente da proteggere, quella che non ha ufficialmente voce, ma che potrebbe anche pagarne in termini maggiori quando tutto, si spera presto, sarà finito.
Piano piano tutto il movimento giovanile sta ripartendo. Qualche società non si è fermata neppure nel momendo in cui la Toscana aveva il colore arancione, ora stiamo seguendo la lenta ripartenza di molti con i chiari problemi della mancanza dell'uso degli spogliatoi che certamente non aiuta, soprattutto quando freddo e pioggia la fanno da padrone.
Oltretutto con le clamorose distinzioni tra calcio professionistico e dilettantistico a cui abbiamo dovuto assistere in questo periodo, per cui il contagio non ci sarebbe in "certi" spogliatoi, liberi e aperti, per accogliere certe squadre e miseramente chiusi quando invece dovevano ospitare altre. Eclatante (e triste) quanto ci raccontavano nei giorni scorsi di una famiglia di Firenze, due fratelli, uno in forza nel settore giovanile della Fiorentina, uno invece in una squadra dilettanti che ospita gli allenamenti del settore giovanile viola. Una situazione per cui, il ragazzo più piccolo poteva usare tranquillamente gli spogliatoi, al pari dei suoi compagni, mentre quello più grande doveva cambiarsi in macchina e poi andare a fare la doccia a casa. Due fratelli che poi giustamente condividono tutto sotto lo stesso tetto.
E poi il "giallo sulle partitelle", vietate categoricamente da quei Decreti Ministeriali che consentono solo allenamenti inviduali che, logicamente, ognuno stai poi interpretando alla sua maniera. Come dire, un'esercitazione "uno contro uno", come viene considerata?
Sulle "partitelle" a ranghi contrapposti ecco il classico "dico non dico" all'italiana. Accuse velate da una società all'altra, nessuno che porta le prove o che fa nomi e cognomi, persino chi "usa" il fatto di fare partitelle per fare "mercato" e portare il bimbo nella propria scuola calcio.
E il "calciomercato"? Pare non si fermi neppure in tempo di lock down. Come già ci avevano segnalato nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, ecco altre voci e accuse su telefonate fatte da direttori sportivi in chiara malafede che approfittano dello stop er provare a portar via ragazzi, come pure, quello delle società professionistiche che forti del loro "status", puntano sull'inattività delle "consorelle" dilettantistiche.
Una vera e propria "giungla" dunque dove districarsi diventa torbido e avventuroso. Il bello sarà capire quali saranno gli scenari futuri del calcio minore. Si parla di Eccellenza, ma ormai si sono perse le speranze di ripartenza per Promozione, Prima, Seconda e Terza. E il giovanile? Forse i tornei primaverili potranno ridare linfa alle società e dare libero sfogo a ragazzi fermi da mesi. Ma nessuno al momento assicura niente e così si continua a navigare a vista.