MANUEL PERA, storie di bomber di razza e di occasioni perdute
L'attaccante di Lucca sta segnando gol a raffica anche quest'anno nel DELTA ROVIGO (SERIE D GIRONE D): 21 in 23 partite
Segnare, sempre. Da destra o da sinistra, di testa o di piede, di prima o di seconda, in area o fuori. Chiaro, no? Chiarissimo: gol, in ogni caso e con buona pace della categoria. E' questa in sintesi la storia di MANUEL PERA, lucchese, attaccante del Delta Rovigo, squadra del girone D di serie D. 21 gol in 23 partite quest'anno, 30 in 35 la scorsa stagione: numeri importanti, che però non sono bastati per vedere Pera di nuovo tra i professionisti. Che strana la vita. Qualche contatto in estate c'è stato, ma senza esiti positivi.
"Evidentemente non mi reputano all'altezza - racconta l'ex attaccante della Lucchese - anche se mi avevano cercato alcune squadre ad agosto, ma ho deciso di restare in questa categoria. Il motivo? Ce ne sono tanti, uno in particolare: penso che sia più stimolante lottare per vincere in Serie D che giocare per la salvezza in Lega Pro".
Sincero e diretto, anche quando racconta una trattativa sfumata a dicembre. "Era tutto fatto con il Parma, stavo per firmare, poi un' incomprensione tra la società e il mio agente ha fatto saltare tutto. Un piccolo rimpianto resta, devo ammetterlo. Ora però penso a fare bene qui a Rovigo."
A quasi 32 anni il futuro può ancora riservare qualche bella sorpresa a un bomber come lui? "Spero sempre in un salto di categoria, ma la vedo dura (ride). E le normative sui giovani non mi aiutano di certo...".
A Manuel Pera nessuno ha mai regalato nulla, tanto che in Serie D ci è arrivato addirittura dalla Prima Categoria. "Prima lavoravo tutto il giorno e per me il calcio era solo un passatempo. Il passaggio in Serie D poi ha cambiato molte cose: ringrazierò sempre Paolo Giovannini, il ds che mi portò alla Lucchese. In quegli anni siamo arrivati fino alla C1, disputando anche diverse amichevoli con squadre di Serie A. Ho avuto la fortuna di vedere da vicino grandi giocatori, mi porto dentro ricordi molto belli. Un calciatore che mi ha impressionato? Gaetano D'Agostino, aveva piedi di un altro livello. Lo voleva anche il Real Madrid, poi all'improvviso si è un pò perso. I misteri del calcio...".
Il suo "idolo" però è un altro. "Mi rivedo in Mark Bresciano, un ragazzo umile e corretto. La sua esultanza non aveva rivali, era la migliore in assoluto: l'ho imitata spesso dopo un gol, che spettacolo".
Segnare e poi esultare, cose che a Pera capitano spesso. Vita da bomber, sempre e dovunque.
fonte: www.gianlucadimarzio.com