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Trova il PORTAFOGLI al campo, parte da PRATO e va a LUCCA a riportarlo

E' la commovente storia di JEAN MARC MBOUA, giovane calciatore ivoriano della Vaianese Impavida Vernio

In un mondo di opportunisti, spesso di "ladri" più o meno conclamati, ecco una storia di lealtà, di educazione, rispetto e onestà che deve essere per forza posta in primo piano e risaltata. Se poi è collegata al mondo del calcio, ecco che il messaggio deve partire forte e chiaro per esaltare i protagonisti, o meglio il... protagonista.

Lui si chiama Jean Marc Mboua, non ha ancora compiuto 20 anni e da quasi due è in Italia. E' arrivato dalla Costa d'Avorio, vive a Prato in un Centro d'accoglienza, non lavora e nell'estate del 2017 ha iniziato a giocare a calcio, avvicinandosi alla Vaianese Impavida Vernio, società della provincia che milita nel campionato di Promozione, girone A.

Jean Marc ha tutti i documenti in regola e viene tesserato. Il suo ruolo è quello di centrocampista, tanta forza e qualità fisica, tecnica calcistica su cui lavorare. Tre allenamenti alla settimana, più la domenica per la partita, Oppure il sabato quando va a rinforzare la squadra Juniores. Jean Marc parte da Prato in pullman con i compagni Diabate e Dosso e riceve un piccolo rimborso dalla società per le spese sostenute. Una maniera indiretta anche per poter aiutare e aggregare, visto che in Italia non riesce a trovare lavoro.

Domenica scorsa a Vernio (qua gioca le sue gare casalinghe la squadra pratese) arriva la Folgor Marlia. La Vaianese è all'ultimo posto della graduatoria, la Folgor al dodicesimo in piena zona playout. Finisce 2-2, Jean Marc parte dalla panchina, entra al 25' del secondo tempo, la gara finisce 2-2. Tutti tornano a casa, un giocatore della Folgor Marlia si accorge in serata di aver perso il proprio portafoglio. Andrea Della Maggiora chiama così il suo diesse Piero Martinelli chiedendo se poteva sentire un dirigente della Vaianese per sapere se l'avevano ritrovato. Martinelli si mette in contatto il mattino successivo con Marco Bensi, team manager dei pratesi. Alle 13 quest'ultimo gli comunica che non è stato trovato niente. Nel portafoglio, oltre a contanti, ci sono carte di credito e documenti del ragazzo lucchese.

Nessuno sa invece cosa sta succedendo nel frattempo. Uscendo dallo stadio domenica, Jean Marc Mboua ha trovato, forse nel piazzale del parcheggio, il portafoglio di Della Maggiora. Ha visto l'indirizzo e senza dire niente a nessuno arriva presto in stazione a Prato e prende il primo treno per Lucca. Non ha soldi per pagare il biglietto e attinge dal portafoglio. La sua idea è di riportarlo al proprietario.

Scende alla stazione di Lucca e inizia a cercare questa "via di Tiglio": è l'indirizzo di casa di Andrea Della Maggiora. Chiede in giro e si muove veloce a piedi. La via però è molto lunga, qualcuno l'aiuta dicendogli che è a qualche chilometro da lì. nella zona del Compitese. Qualcuno lo consiglia di portare il portafogli in Questura. Jean Marc torna alla stazione, mangia qualche cosa (attingendo ancora dal portafoglio) e poi trova l'indirizzo del campo della Folgor Marlia. Sono dieci chilometri, ma Jean Marc non ha problemi. Parte e in trentacinque minuti... arriva con il suo passo veloce a Marlia, una frazione del Comune di Capannori. Il custode dello stadio all'inizio non capisce, poi gli dà il numero dell'allenatore Luca Barsocchi, viene così avvertito Della Maggiora che poco dopo arriva, lo abbraccia e lo ringrazia, poi lo riaccompagna alla stazione, premiandolo con 50 euro.

Una storia commovente, forse d'altri tempi, che ci ricorda come l'onestà e altri valori non abbiano un colore di pelle, dove troppo spesso siamo portati a generalizzare nell' "etichettare". Una "lezione" per tutti noi quella che ci viene data da questo ragazzo che ora il padre di Della Maggiora vorrebbe premiare: lui, manager per un'azienda di Cremona, avrebbe detto al diesse della Folgor Martinelli che se non ci fossero problemi di documenti vorrebbe aiutare Jean Marc Mboua trovandogli un'occupazione proprio qua.

"Ora glielo dirò - spiega il team manager della Vaianese Impavida Vernio Marco Bensi - e vediamo cosa mi risponderà. Non sapevo niente di quello che Jean Marc ha fatto. Mi ha raccontato tutto Martinelli e sono rimasto senza parole. L'ho chiamato e gli ho detto che è un grande. Queste sono cose che vanno oltre il calcio, non so quanti si sarebbero comportati così. E' una vicenda che conferma la bontà della nostra scelta che in questi anni ha sempre utilizzato ragazzi provenienti da questi Centri di Accoglienza, dandogli un aiuto. Quest'anno ne abbiamo sei, due vengono da Firenze, uno da Pistoia, Jean Marc e altri due da Prato".

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  Scritto da La Redazione il 20/03/2018
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