Un DERBY di FESTA si trasforma in dieci minuti di PURA FOLLIA
E' accaduto domenica scorsa in Fabbrica-Lajatico (Prima categoria girone D): il racconto di un "protagonista" involontario
Il derbissimo Fabbrica-Lajatico (Prima categoria girone D) doveva essere una festa per lo sport della Valdera ma si è trasformata in dieci minuti di pura follia.
E' Alessio Marchetti che fa parte dello staff tecnico dell'Us Fabbrica a raccontare a TOSCANAGOL quello che è accaduto. "Era appena iniziata la partita e come di consueto io mi metto a vederla dalla parte opposta la tribuna, dietro alle panchine. Dopo nemmeno un minuto di gara sento molte offese e minacce dalla tribuna, grida e strilla di paura; sapendo di avere mia madre in tribuna e mia cognata in stato interessante, corro a vedere cosa stava succedendo! Era scoppiato un grande parapiglia con spintoni, offese e donne che si allontanavano dalla paura! Allora cerco insieme a molte altre persone di calmare il caos, ma vedo che la situazione sta degenerando. Dal campo si accorgono della cosa e l'arbitro addirittura interrompe la partita".
Poi cosa accade? "Mi affretto a prendere il telefono dicendo di chiamare le forze dell'ordine! Appena preso il telefono in mano un calciatore tesserato del Lajatico che era squalificato, vestito con la tuta e il giubbotto della società, mi si avventa addosso per colpirmi al volto, lo schivo e lo blocco per non creare ulteriore tafferuglio, ma mentre cerco di calmarlo altri due giocatori tesserati, uno di questi anche lui squalificato, e due genitori mi si avventano contro per colpirmi di nuovo! Mi libero da loro e riesco a uscire illeso per fortuna e senza sapere come ho fatto. Resto molto scioccato dall'avvenuto. Dopo chiamo le forze dell'ordine e la situazione si calma".
Le riflessioni sono davvero amare. "Sono stati attimi di paura che, in una domenica dove ci sono anche molti bambini, non danno certo un buon insegnamento. Lo sport è un'altra cosa, l'agonismo in campo, qualche sfottò e magari anche una pedata può far parte del gioco e ci deve essere, ma deve rimanere nel rettangolo di gioco. Queste domeniche fanno solo male al calcio dilettantistico".
Marchetti ci tiene a "salutare tutti gli sportivi che domenica erano presenti, ringrazio gli amici di Lajatico che con sms e chiamate mi sono stati vicini in queste ore. Voglio informare la Lajatico calcio che ho già ricevuto le scuse da parte del giocatore che ha perso il controllo di sè, ma mi auguro che una gloriosa società come è Lajatico, composta da persone serie e uno staff di massima professionalità, punisca almeno verbalmente i suoi "atleti" (se così si vogliono chiamare) che domenica erano sugli spalti".