I FUNERALI di JACOPO PIERI a LIVORNO: è stato ucciso da un'auto pirata
L'autopsia ha rilevato tracce di pneumatici sul corpo e il nonno ha lanciato un appello perchè chi sa qualcosa si faccia avanti
Palloncini bianchi liberati verso il cielo: candore e libertà. Un addio carico di pathos alla camera mortuaria dell'ospedale per Jacopo Pieri, il ragazzino di non ancora 17 anni morto venerdì scorso in seguito a un terribile incidente in via Sicilia, a Coteto. La cappellina della morgue è troppo piccola per contenere le centinaia di persone accorse per dare l'ultimo saluto al centrocampista della Pro Livorno Sorgenti. La squadra è presente al completo con i colori societari, col dirigente Marco Braccini e con l'allenatore Andrea Domenici. E ci sono anche tanti giovani giocatori del Livorno calcio con la squadra Under 17 presente al completo con l'allenatore Yuri Cannarsa.
A officiare la celebrazione, don Placido Bevinetto. Difficile trovare le parole giuste per cercare di lenire l'enorme dolore dei genitori, della sorella, dei nonni e dei numerosi amici. Tra loro spiccano i campagni del Buontalenti, presenti con un significativo striscione: "Non esiste separazione finché esiste il ricordo. Pino". E due cuori accanto al nome. Ma tra la folla ci sono anche tanti "semplici" cittadini desiderosi di donare un pensiero o una preghiera al piccolo Jacopo.
I fiori sono tanti, prevalgono le rose bianche che ricoprono la bara. Ma adagiata sulla cassa c'è anche la maglia della Pro Livorno Sorgenti, l'ultimo amore di Jacopo, che nella sua breve, ma vissuta carriera aveva giocato anche nell'Academy e nelle giovanili del Livorno (aveva militato negli amaranto con Alessandro, il figlioletto defunto di Mr Davide Nicola), poi nei Portuali e con Banditella.
"La morte precoce di Jacopo appare come un'ingiustizia incomprensibile - dice don Placido - Ma questa vita è solo un corso di addestramento: la goduria deve essere altrove. Ognuno di noi ha un progetto da compiere: Jacopo era un angelo ed era bravo. Ora ha spiccato il volo". Il corteo funebre, curato dalla Svs, scorre lento nel cortile della camera mortuaria sul viale Alfieri. I ragazzi sono tantissimi e si apprestano ad accompagnare il loro amico al cimitero dei Lupi. Lì, nel tempietto della cremazione, Jacopo compirà l'ultimo viaggio. "Non è lontano da noi, ma solo all'altro lato del percorso", ricorda don Placido. Perché, come si legge nello striscione dei suoi amici, "Nessuno muore sulla terra finché vive nei cuori di chi resta. Ciao Pino". Segue un applauso denso d'affetto mentre il violino suona l'Ave Maria di Schubert.
fonte www.iltirreno.gelocal.it
Intanto l'esame dell'autopsia eseguta nei giorni scorsi ha rilevato come le ferite riportate da Jacopo siano compatibili con l’impatto con un altro mezzo. A questo si aggiungono le tracce di pneumatici sugli indumenti, aspetto che fa pensare ad un investimento fatale che ha portato alla morte del ragazzo, causata dalle gravi lesioni interne. Per questo il nonno di Jacopo, Nedo Di Batte, che è molto conosciuto in quanto titolare del supermercato Sigma e tifosissimo del Livorno. ha postato su facebook una sorta di appello. "Ormai è certo – ha scritto Di Batte – una persona vile ha causato la morte del nostro Jacopo ed è fuggita senza soccorrerlo. Niente e nessuno lo potrà ridare ai nostri affetti, ma chi sa o ha visto qualcosa parli. Il dolore è immenso, a questo non vogliamo aggiungere anche il rancore. Qualcuno – ha concluso – deve pure aver visto qualcosa, chi è coinvolto in questa tragica vicenda si faccia avanti con il coraggio della lealtà".