"Tre nostri GIOCATORI sono stati picchiati e curati in OSPEDALE"
Dure accuse del diesse della Faellese Mauro Mugnai dopo quanto accaduto nella gara sul campo della Castiglionese (Allievi provinciali Arezzo)
Amaro sfogo di Mauro Mugnai, direttore sportivo del settore giovanile e della scuola calcio della Faellese. Lo conosciamo come un grande "innamorato" del calcio, ma quello che ci dice in questo suo intervento pare essere quasi un "testamento sportivo".
"Il calcio giovanile ormai non ci regala più giornate di allegria divertimento e sana competizione. Il calcio non è più quel bel gioco dove correre dietro un pallone regala emozioni positive e gioia. Potevi perdere vincere o pareggiare ma alla fine restava e restavano sempre solo e soltanto la stanchezza. Il calcio adesso ci spinge oltre le barriere della civiltà dell'amicizia dell'educazione. Non esistono più regole perché anche in quel contesto queste vengono disattese mal'interpretate strumentalizzare per arrivare ad un solo fine. La violenza, il contrasto ideologico. il conflitto".
Ma cosa è successo? "Quello che è accaduto ieri nella gara Castiglionese-Faellese del Campionato Allievi A provinciali della delegazione di Arezzo al campo della Spiaggina a Castiglion Fiorentino lascerà un'altro segno un'altra ferita è proprio il caso di dire in questo mondo, (il calcio) ormai in preda a isterismi assurdi dettati da frustrazioni ideologiche che nulla hanno a che fare con lo sport il sociale e l'educazione. Purtroppo tre nostri ragazzi sono stati bersaglio di atti violenti che troppo spesso ormai siamo costretti a leggere sui giornali a sentirne parlare in tv: due di loro sono stati medicati dai sanitari del 118 che sono stati chiamati per soccorrere un terzo ragazzo che tutt'oggi si trova ricoverato all' ospedale "Fratta" di Cortona sotto osservazione da ieri mattina si sospetta una micro frattura alle vertebre cervicali".
Una cosa assurda, una cosa inaudita. "Ora io mi domando: come può il calcio soprattutto il calcio giovanile essere arrivato a questo punto? Perché? Un gioco che può trasformare e cambiare la vita di un ragazzo così improvvisamente. Non voglio cercare colpevoli, non credo ce ne sia bisogno e lasceremo che siano le autorità competenti e gli organi federali a prendere le giuste decisioni i giusti provvedimenti. Non possiamo non avere fiducia nella giustizia legale e sportiva, sicuramente verrà fatto tutto quello che sarà necessario fare. Io come dirigente responsabile della Faellese ritengo che sia opportuno e doveroso proprio nei confronti di questi ragazzi e delle loro famiglie adempiere a tutte quelle azioni che un episodio, tra l'altro ormai recidivo di questo genere meritano essere fatte. Resta tanta amarezza nel vedere così tanta violenza così tanto odio represso da questa inciviltà troppo spesso trascurata".
Le riflessioni di Mugnai sono davvero amare, tanto da farlo indurre a lasciare il mondo del calcio. "Dopo tanti anni mi sto veramente rendendo conto che abbiamo sbagliato tutto, perché se accadono queste cose la colpa non può essere solo dei ragazzi. E io non so più se sia giusto andare avanti così: non le accetto più queste cose non le tollero più e siccome mi sto accorgendo che chi come me cerca di cambiare le cose, di fare un passo indietro con la gestione dei settori giovanili, diventa solo un peso per il calcio per le società di calcio. Meglio farsi da parte".