Si RIPARTE con i RISULTATI CLAMOROSI: ecco un 30-0 da RICORDARE...
E' successo in Real Cerretese-Limite e Capraia e ripropone il problema irrisolto nella categoria Giovanissimi B
Ed eccoci nuovamente a registrare i casi dei risultati eclatanti, quelli che testimoniano il divario enorme tra due diverse realtà calcistiche. E da quale categoria arrivano? La "solita incriminata", quella dei Giovanissimi B, la prima del calcio vero e proprio agonistico, undici contro undici, dove non ci sono più i "paracaduti" della scuola calcio e la realtà diventa così davvero difficile da accettare. Un problema irrisolto e forse irrisolvibile con il consueto "palleggiare" delle colpe da una componente ad un'altra che non serve certamente a risolverlo. Negli anni ormai ne abbiamo registrati di questi casi e altri ne arriveranno.
Cosa cambiare? Giusto iniziare a considerare in maniera "diversa" le società dilettantistiche? Giusto iniziare a "selezionare" queste in base ai dei principi e dei valori e non solo al campionato di militanza della loro prima squadra? Ci sono tante maniere di fare calcio giovanile e ora forse servirebbe suddividere le società secondo criteri diversi: questo potrebbe aiutare a risolvere questo problema e a confrontare realtà omogenee, creando magari un interscambio tra queste al cambiare delle loro situazioni. Qualcosa però va fatto per affrontare questo problema e su questo argomento vorremmo ancora una volta aprire un dibattito.
Il racconto lo fa il quotidiano IL TIRRENO nella sua cronaca di Empoli e noi ne riportiamo alcuni brani. "Dopo dieci minuti eravamo già sotto di sei gol: l’umiliazione finale è stata enorme. Non so nemmeno più quanto sia finita la partita, se ne abbiamo presi 29 o 30. I ragazzi alla fine piangevano: ho preso il portiere da una parte, gli ho detto che le lacrime non servivano. Siamo scesi in campo, abbiamo chiesto “scusa” ai nostri tifosi e da qui ripartiremo". Tommaso Pepe è il responsabile dei Giovanissimi B della Real Cerretese, squadra che, tra le mura amiche, è stata surclassata dal Limite e Capraia.
È lui a raccontare il sabato surreale vissuto dai suoi giocatori, anche se un risultato tanto eclatante non è certo una novità per la categoria. È successo al Malmantile, schiantato 18-1 dal Fucecchio alla prima giornata, e pure alla Ginestra, che con la Lastrigiana ha perso 13-0. La passata stagione, tra le partite col risultato più eclatante, ci fu quella dell’Affrico contro Albereta Nave finita 32-0.
Dopo il racconto dei fatti, ecco l'intervento di Enrico Gabbrielli, coordinatore regionale del settore giovanile e scolastico della FIGC. "C’è una prima fase provinciale piuttosto eterogenea, poi da gennaio il cerchio si restringe con le squadre accoppiate in gironi di merito. Non abbiamo ritenuto corretto operare preventivamente, perché è giusto che le varie società possano misurarsi sul campo. Le “selezioni sulla carta” non piacciono, rischiano di essere motivo di penalizzazione per la società che, facendo crescere i propri ragazzi, può arrivare a mettere insieme una squadra. Non vogliamo “dissanguare” i club".
Tutto questo proprio perchè essendo quello dei Giovanissimi B (quest'anno la classe 2010) il primo campionato "ufficialmente" agonistico, l'intento della FIGC è di equiparare tutti non creando "classi di merito" che potrebbero poi indurre i genitori a scegliere questa o quella società per farvi giocare il figlio. Una scelta fatta dal Consiglio Direttivo della LND Toscana che organizza i campionati.
"Detto questo – continua Gabbrielli a "Il Tirreno" -, non mancano gli strumenti per evitare risultati tanto plateali. Nelle varie riunioni che portiamo avanti, c’è sempre spazio per parlare di situazioni simili. Diamo a tutti indicazioni didattiche e metodologiche, che non devono essere considerate regole quanto suggerimenti rivolti ai tecnici. Per esempio, di fronte ad una valanga di gol, invitiamo a far giocare a due tocchi. Oppure far girare di più il pallone, lasciando spazio a tutti i ragazzi e garantendo un minutaggio minimo a ciascuno".
Il problema è chiaramente nella diversa qualità dei gruppi di ragazzi schierati. "La Federazione – continua il dirigente della Real Cerretese Pepe – dovrebbe intervenire: non si possono mettere a confronto realtà tanto diverse. La Cerretese, per esempio, tra Giovanissimi B e scuola calcio conta meno di 70 iscritti, niente rispetto ad altre realtà. Una soluzione potrebbe essere quella di puntare ad un campionato con gironi composti da meno squadre. Partite con risultati talmente eccessivi sono da diverso tempo a questa parte quasi una costante, ma va trovato il modo di arginare il fenomeno".
Ma come?