"Dopo questa "GUERRA", come ripartirà la mia SOCIETA'?
Il presidente del Barga Guido Carlo Mori analizza la difficile situazione. "Il problema non è concludere questa stagione, ma trovare le risorse per la prossima"
Guido Carlo Mori, presidente dell’ASD Barga 1924, 85 anni, esprime il proprio pensiero sul calcio in questo momento di emergenza coronavirus.
Cosa fare? "Ripartire con i campionati la vedo dura, difficile nei nostri campi sportivi garantire i requisiti minimi di sicurezza che andranno mantenuti sempre per diverso tempo almeno fino a giugno. Tante squadre hanno minorenni in rosa, chi si prende questa responsabilità, e più che altro i genitori manderanno i ragazzi a giocare?“
Il mio suggerimento? “Il problema non è la conclusione di questo campionato, ma più che altro la ripartenza del prossimo. Dove troveremo le risorse finanziarie? La gestione di un impianto come il nostro, tra utenze manutenzioni e quota Figc costa minimo 20/25 mila euro l'anno. Le faccio un esempio, avevamo concordato a marzo di fare un importante primo intervento al manto erboso del campo, investendo anche nell'acquisto di macchinari per una migliore manutenzione dello stesso, adesso che facciamo? Investiamo risorse di fondo cassa senza la certezza di un futuro immediato?
“Noi, come tante altre società, ci autofinanziamo con sagre, eventi estivi, altri con importanti tornei giovanili, si faranno? crediamo che a giugno sia tutto rose e fiori? e gli sponsor ci saranno ancora? e piu che altro avranno risorse da investire?”.
Con l'incertezza generale che ha provocato questa "guerra", sarà veramente più duro ripartire che finire l'attuale campionato; comunque, tornando alla domanda, credo che due promozioni per campionato e niente retrocessioni sia la soluzione più giusta, perché come spiegato sopra ci saranno tante defezioni e fusioni”.
Infine Mori tiene a fare un ringraziamento. “Voglio approfittare per ringraziare tutti i medici, il personale infermieristico, l’ O.S.S., la Protezione Civile, La Misericordia del Barghigiano per il l’amore che mettono nel loro lavoro, sono in prima fila in questa “guerra“ contro un nemico invisibile, per aiutarci e garantirci la nostra salute. Concludo salutando tutti, con l’auspicio di poter tornare ad abbracciarci forte, salutandoci sul prossimo campo da calcio”.