OFFESE RAZZIALI da parte del PUBBLICO e una SOCIETA' si SCUSA
E' successo domenica scorsa nel girone B della Seconda categoria durante Spedalino Le Querci-Montagna Pistoiese
"La società Spedalino Le Querci si scusa con la società Montagna Pistoiese, per le offese razziali verso un vostro tesserato. Ci teniamo a precisare che non era un dirigente, ma uno spettatore pagante. Vi comunichiamo che la persona suddetta e stata ripresa e rimproverata dalla società".
Questo il messaggio pubblicato ieri sul gruppo della Seconda categoria girone B di TOSCANAGOL dal segretario e direttore generale Luca Taino dello Spedalino Le Querci che si riferiva a quanto accaduto domenica scorsa durante la gara Spedalino Le Querci-Montagna Pistoiese.
Un messaggio che è stato apprezzato e gradito dalla società della Montagna che ha ringraziato. Lo spunto che ci dà questo episodio è per sottolineare ancora una volta il becerismo e il "clima" sempre poco sereno che c'è sui nostri campi. La maleducazione impazza in campo e fuori. Qualcuno dice che non se ne può fare davvero a meno e che è il "sale" del calcio, noi da anni la combiattiamo.
Le offese non si contano e se poi riguardano un giocatore dalla pelle diversa, ecco che sfociano nel razziasmo che tutti giustamente condanniamo e che assolutamente non riusciamo a comprendere. Attenti però a quello che noi definiamo il "razzismo all'incontrario", quello per cui se viene offeso un ragazzo di colore è sempre e per forza razzismo. Su questo mondo siamo tutti uguali, con i nostri pregi e con i nostri difetti.
Se un ragazzo con la pelle di un colore diverso si comporta male (e non parliamo solo di un campo da gioco...) e viene ripreso o criticato, non è perchè ha una pelle diversa, ma solo perchè si sta comportando male. Altrimenti si dà del razzista in maniera impropria a uno che in quel momento l'ultima cosa che pensa è al colore della pelle dell'altro. Se uno litiga in strada con un altro che ha la pelle diversa, non deve essere considerato di conseguenza.... razzista.
Attenzione dunque a non "marciarci" sopra o a confondere la realtà. Aiutiamo l'integrazione anche calcistica di ragazzi dalla pelle diversa che, in molti casi, sono italiani come noi. Loro stessi però sappiano che saranno giudicati per i loro comportamenti in campo e fuori al pari di tutti gli altri. Come giusto e che sia. E se sbagliano, che siano pure offesi (sarebbe meglio di no...) ma non certo con epiteti razziali. Un vaffanculo o un figlio di.... sono ancora ben accetti...