"Mio PADRE era una persona scherzosa: il torneo dovrà essere come lui"
Benedetta Signorini ricorda il padre Gianluca e spiega le finalità di "SEI IL MIGLIORE"
Siamo arrivati alla vigilia della presentazione e del sorteggio del torneo "6 IL MIGLIORE" organizzato dal Fornacette Casarosa per ricordare la figura di Gianluca Signorini, il compianto calciatore di Pisa, scomparso nel 2002 a soli 42 anni dopo che era stato colpito dalla terribile malattia del "morbo di Gehrig".
L'evento si terrà lunedì sera, 18 febbraio, presso il centro sportivo "Masoni" di Fornacette alla presenza di tanti ospiti e delle società partecipanti. A fare gli onori di casa ci sarà anche Benedetta Signorini, una dei figli di Gianluca, che arriverà direttamente da Aosta dove oggi vive. E' lei, della famiglia, che in questo momento porta avanti i progetti in ricordo del padre. Ed è lei che spiega con molta disponibilità a TOSCANAGOL i motivi e le idee che hanno fatto nascere "6 IL MIGLIORE".
"Diciamo che i primi anni dopo la morte di papà - dice - sono nate tante iniziative a scopo benefico. Negli ultimi tempi però ci siamo accorti che venivano usate a scopo di lucro e per questo abbiamo bloccato qualsiasi autorizzazione".
Ricordiamo anche una partita del cuore organizzata a Pisa, ma l'idea di organizzare un torneo giovanile dedicato a Gianluca è partita solo ora. "Ne parlai un giorno con Alberto Nerini - ricorda Benedetta - che aveva lavorato con mio padre e voleva ricordarlo in qualche maniera. Mi mise allora in contatto con Luca Baldi del Fornacette e dà lì è partito tutto".
E' così nato un Comitato composto da persone vicine a Gianluca Signorini, come gli stessi Baldi e Nerini, e la famiglia Posarelli, proprietaria del Pisa anni fa, oltre naturalmente a Benedetta e alla sorella Giulia.
Benedetta ha le idee chiarissime sulle finalità della manifestazione. "Innanzitutto non mi piace il termine MEMORIAL, quindi prego tutti di non usarlo quando si racconterà quello che succederà in campo e fuori. La voglia è di fare un qualcosa di divertente, di ritrovare certi valori forse perduti, di portare un messaggio ai bimbi del 2006 che a calcio si può giocare con certe regole. L'idea sarebbe di ripeterlo tutti gli anni per ricordare mio padre che certi valori li aveva e li ha trasmessi anche a me".
Concetti semplici e belli, difficili però da trasmettere e coniugare in un ambito calcistico quando magari prevale l'aspetto agonistico. "E' vero, ma bisognerà provarci facendo anche piccole cose con messaggi chiari, o come premi particolari ad esempio per il giocatore o la squadra più corrette. Capisco che non sarà facile, però noi ci proveremo. E' chiaro che saranno i protagonisti in campo e fuori a mettere in pratica quello che noi diciamo".
Benedetta vuole infine ribadire un concetto. "Vorrei che tutto fosse visto con il sorriso. Mio padre era una persona divertente alla quale piaceva scherzare. Dovrà essere questo lo spirito del torneo e vorrei che le squadre partecipanti arrivassero tutte al campo vivendo queste sensazioni".