"Basta con i MORALISMI nel CALCIO: tutti vogliono solo VINCERE"
Ospitiamo le riflessioni in libertà di un genitore di un ragazzo
Ospitiamo un interessante intervento di un genitore che senza molto giri di parole tocca il tasto del VINCERE nel mondo del calcio, giovanile in particolare, ma sicuramente in senso generale. Concetti a tratti un po'... cinici... ma che meritano una riflessione. L'ideale, pensiamo, sarebbe sempre riuscire a scindere: a capire il ruolo che giustamente deve essere competitivo nel calcio (come nella vita...) ma anche che esso deve avere come fattore sociale e di aggregazione. Non tutti possono VINCERE, o almeno possono VINCERE come valore RELATIVO. Io posso essere più bravo di un altro, ma troverò sempre qualcuno più BRAVO di me. Sono questi i contesti da capire e dove muoversi soprattutto nell'ambito giovanile.
Attendiamo commenti e altre riflessioni.
Ebbasta... con i buoni propositi le buone teorie i bei discorsi che continuamente sento dire dalle società istruttori e genitori nell'ambito delle scuole calcio giovanili. Ebbasta... "l'importante che il bimbo che mio figlio si diverta" "che il risultato non conta" che la sconfitta fa bene" "la sconfitta accresce lo spirito la sconfitta sforgia l'anima aiuta a crescere ecc...
Sono solo false ideologie falsi discorsi false apparenze. La realtà è un altra è che a tutti piace vincere. Tantissimi bambini ora all'età di 6/7 anni corrono dietro al pallone e già a quell'età chi arriva primo è l'astro chi arriva secondo non è nessuno. Il calcio è molto molto di più del solito banale appiglio degli adulti dei genitori che "basta che mio figlio si diverta che giochi il risultato non conta e...."
Il sogno di ogni bambino (mascherato ma al 98,9% condiviso da ogni spettatore e da ogni genitore) è partire dalla metà campo dribblare tutti e fare goal. Il sogno di ogni bambino è segnare un goal più degli avversari, il sogno di ogni bambino è VINCERE.
Spesso a fine partita mi metto davanti agli spogliatoi e ho notato che le facce dei bambini che hanno perso sono tristi, sconsolate, arrabbiate e a volte piagnucolanti; al contrario di quelle che hanno vinto che sono gioiose sorridenti, allegre e contente e ancor di più per quei ragazzi che hanno realizzato goal.
Già, il GOAL che è un termine inglese che significa scopo, fine, meta di arrivo. La sconfitta deprime, la vittoria inneggia. Il calcio è una emozione continua, i bambini la percepiscono prima e si allenano per il giocare bene per il goal, per regalare un'emozione a chi va a vederli. Si allenano per migliorarsi ma solo per la vittoria, non per le sconfitte.
Gli stessi bambini si rendono artefici di produrre in sè stessi emozioni quando riescono a raggiungere un risultato, una vittoria e non solo nel calcio in qualunque "campo". La vittoria nel calcio è come il cibo: se ti abitui all'aragosta, poi il risottino in bianco non lo vuoi più.
Allora non siate ipocriti, non fate i falsi moralisti datemi retta. L'importante in pratica è vincere, tutto il resto è solo teoria. E come dice il prete in chiesa al cavallo prima del palio, vai e torna vincitore. E come disse il grande José Mourinho: "Quando avrò vinto tutto sarò meno egocentrico".
Il calcio è lo sport più bello al mondo 22 18 14 uomini, ragazzi, bambini, rincorrono un pallone per 90, 60 o 30 minuti, e alla fine UNO vince e UNO perde. Ah dimenticavo: donne scusate, ma siete più brave a fare shopping o a vedere una partita di calcio?
PS... La cosa a cui tengo e che sempre dirò a Jonathan mio figlio.. Che tu vinca o che tu perda, porta sempre a casa la dignità: gioca sempre per apprendere e per sempre migliorarti. Dai sempre il massimo, gioca si con la testa ma soprattutto con il cuore, sii condottiero, lotta per la maglia che indossi per i colori che indossi, perchè questi un giorno li ha indossati tuo padre con onore perche rappresentano la tua città.
Gaetano Siragusa