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Edizione provinciale di Pistoia


"SCUOLE di TECNICA? Non sono loro il problema: manca la MATERIA prima"

Andrea Taddei dice la sua senza peli sulla lingua: "Le società lavorano meglio di anni fa, i ragazzi invece hanno altri interessi"

Andrea Taddei è un'allenatore di lungo corso. Per lui tanta esperienza sui campi di tante società della regione. Personaggio nel vero senso della parola, è uno che non la manda certo a dire. E' un grande appassionato di calcio e in questi anni ha preso spesso posizioni anche antipatiche a difesa di questo mondo che ha visto troppe volte cambiare.

Ha letto questa mattina l'ARTICOLO con le dichiarazioni di Leonardo Pinto sul "fenomeno" delle "Scuole di Tecnica" e ha subito postato un commento su facebook: "Ma se sti ragazzotti si mettessero davanti ad un muro una mezzoretta non otterrebbero tanto di più piuttosto che frequentare un ora la settimana queste " scuole di tecnica" di cui è ridicolo pure il nome...e poi vorrei capire ....se un ragazzo va male a scuola e non studia i genitori non dicono niente se non gioca la domenica lo mandano a " ripetizione di tecnica"....non lamentiamoci più di nulla...non è più possibile lamentarsi di nulla...."

Interpellato poi da TOSCANAGOL, Taddei ha voluto puntualizzare il suo pensiero, chiedendo di non essere assolutamente "censurato" (e chi ha pensato di farlo?). "Parlare specificatamente di "Scuole di Tecnica" è riduttivo. Bisogna fare un passo indietro per capire la direzione che ha preso il mondo del calcio giovanile in questi ultimi anni. Questa è solo l'uitlma "perla" di una filiera in negativo di chi nel tempo non trova soluzioni, anzi le trova solo negative. Bisogna capire il motivo per cui vengono fuori queste "Scuole". Oggi i ragazzi quando iniziano, alcuni a 4-5 anni, non hanno alcun pensiero sul fare calcio. E' la famiglia che sceglie per lui. Iscrivendo e pagando una quota per il figlio alla Scuola Calcio è chiaro che si assumono dei diritti. Quando sento i dirigenti che si lamentano verso i genitori, è chiaro che dal momento che pagano hanno il diritto di chiedere delle cose. Vogliono che il figlio giochi e si diverta. Detto questo, che è un aspetto che si può dibattere in altre occasioni, la filiera in negativo porta a questa "Scuole di Tecnica" che sono un'assurdità enorme".

Perchè? "Se vogliamo vederla anche dal punto di vista sociale sono diseducative in quanto elitarie. Non tutti se lo possono permettere. Per me non hanno senso. Un ragazzino può oggi prendersi un suo pallone e mettersi davanti a un muro, divertirsi da solo o con un amico. In una mezzoretta ottiene in termini tecnici più che andare un'ora alla settimana in queste Scuole. Io l'ho visti lavorare, cose di tecnica di base che non credo debbano essere a pagamento. Sono tutte cose che fanno parte di un "circo". Sono venute fuori le scuole dei portieri, verranno fuori quelle di specializzazione per difensori o attaccanti. Tutto quello che sarà possibile tirare fuori da questo mondo. In realtà, sono cose più a pro di tecnici che integrano il loro lavoro a livello economico, facendo leva sulla "forma mentis" chiamamola così, di certi genitori che magari si preoccupano meno se prendono un'insufficenza a scuola, ma magari gli bolle il sangue se vengono sostituiti la domenica in una partita di campionato".

Taddei non è d'accordo quando gli si dice che la colpa è delle società tradizionali che non lavorerebbero come dovrebbero. "Tutt'altro. Io sono assolutamente convinto che oggi il movimento delle nostre Scuole Calcio è sicuramente più altro di venti-trenta anni fa. Mi spiego: oggi molte hanno impianti in sintetico o idonei, tutti gli istruttori, soprattutto quelli più giovani sono formati e accedono a conoscenze sempre nuove. Hanno possibilità tramite la rete di crescere. Poi ci sono quelli più portati, più lungimiranti o meno. La formazione generale è molto più alta rispetto al passato, quando c'erano dopolavoristi, o gente che aveva il pomeriggio libero. Il problema centrale è che ora manca la materia prima. Lo dico da anni. I ragazzini che vengono a giocare a sei-sette anni fanno calcio solo perchè lo vogliono i genitori. E lo fanno solo quando vengono al campo. Non c'è più usanza di giocare al pallone fuori dagli orari settimanali. il problema è lì. Si va così in questa direzione: è logico che nascano queste Scuole di Tecnica. E' normale che un genitore proponga al figlio di fare un altro allenamento settimanale, a scuola privata, per migliorare. Nascono per questo, ma è la base che manca. Oggi c'è poca voglia, è un problema culturale. Se a un ragazzino di sette anni metti in mano un telefonino, ha una manualità assoluta, vivono in questo mondo iper-tecnologico, il pallone invece è una cosa datata. Sono pochi quelli che a casa si mettono a giocare in spazi magari angusti. Per questo dico che le società per me lavorano bene, ma è il materiale che è poco e scadente"

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  Scritto da La Redazione il 06/04/2018
 

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