"Il MAESTRO di TECNICA ha il vantaggio di non fare poi la FORMAZIONE"
L'esperto Massimo Lucchesi dice la sua sulla validità delle Scuole specializzate che stanno proliferando accanto a quelle tradizionali delle società
Scuole di Tecnica che proliferano; i pro e i contro. Ecco un altro interessante contributo, è quello di Massimo Lucchesi, titolare del portale www.allenatore.net, personaggio da sempre attento a quelle che sono le tendenze e la variazioni nell’insegnamento del gioco del calcio.
Lucchesi ha lavorato recentemente anche per la società del Cgc Capezzano, mentre ora è completamente assorbito dalla sua attività all’interno di www.allenatore.net dove lavora anche alla realizzazione di libri specializzati. Attualmente è in Russia per un aggiornamento tecnico insieme a Manuele Cacicia (A DESTRA CON LUI NELLA FOTO IN ALTO), primo assistente di Davide Nicola a livello professionistico.
“Il concetto è semplice – spiega a TOSCANAGOL da Mosca - e riguarda le differenza tra l’istruttore della scuola calcio e il maestro di tecnica. Quest’ultimo non ha partite il sabato o la domenica e durante la settimana. L’istruttore invece ce l’ha. Il maestro lavora sul gesto tecnico senza preoccuparsi di ruoli o altro. Quindi si concentra sull’esecuzione del gesto, l’istruttore invece deve fare anche un lavoro di piccola organizzazione di squadra. Anche se si parla di calcio a cinque o sette, un minimo di posizioni in campo da rispettare serve. Sono due figure diverse. Il maestro di tecnico ha un compito più agevolato. Non deve rendere conto al genitore la domenica. Può lavorare serenamente sulle competenze. L’istruttore di scuola calcio non ha questa stessa condizione. Anche se il risultato non conta niente, perché alla fine della stagione non si guardano partite vinte o perse, però una sorta di impatto emotivo sulla squadra c’è”.
Per spiegare ancor di più il concetto, Lucchese fa una metafora. “E’ come il lavoro del contadino che coltiva la verdura, la cura e la fa crescere amorevolmente. Questo è il ruolo del maestro di tecnica. L’istruttore di calcio invece oltre a dover fare “il contadino”, la domenica poi “riceve ospiti e deve metterli a tavola”.
I vantaggi per le Scuole di Tecnica sono parecchi. “Possono puntare su esercizi che non hanno poi attinenza tecnica con il risultato. L’impatto è più efficace. E’ chiaro che la qualità del lavoro è fondamentale. Questo è comunque un vantaggio non da poco. Avvantaggia anche il rapporto con l’allievo; il maestro della tecnica non deve fare formazione, compito invece che spetta all’istruttore della scuola calcio”.
Quindi? E’ giusto questo proliferare? “E’ come a scuola dove si fanno corsi a parte. Chiaramente più ore di calcio fai e con più figure, è chiaro che le competenze aumentano. Altresì va evidenziato che il calcio è un gioco collettivo e il giocatore esprime le sue qualità nel collettivo. Cosa vuol dire? Che uno può essere tecnicamente bravissimo, ma se non riesce ad andare con i tempi della squadra, diventa poi fine a sé stesso. Queste cose può dartele solo l’allenatore. Il percorso del maestro della tecnica è legato alle fasce basse e direi che è diventato fondamentale. Dopo, quando si cresce, serve una specializzazione del ruolo. Queste scuole di tecnica portano dei vantaggi: il bambino si rapporta con le persone che non lo giudicano poi il sabato o la domenica. E poi lavorano essenzialmente solo sull’aspetto tecnico. Le società fanno un lavoro diverso. Devono pensare anche a mettere i ragazzi in campo per le partite. Servono tutti gli aspetti. Ci sono istruttori validi, ma sono due cose diverse”.
Ci sono poi i casi di moltre società che si sono dotate di un istruttore di tecnica: è questa la strada da perseguire. “Sicuramente, ma non tutte se lo possono permettere e poi che sia di qualità assoluta. Il fatto è che, se vogliamo allargare il discorso, servirebbe sempre un “maestro del ruolo”: non solo quello del portiere, ma varrebbe per il difensore o il centravanti o il centrocampista stesso. Quindi la cosa è complessa: all’estero in certe società si lavora così, credo che anche in Italia si sia iniziato a farlo”.