"QUATTRO anni per tornare in serie D: ci siamo riusciti in TRE..."
Il direttore sportivo dell'Aglianese Fabio Ciatti racconta l'ennesima fantastica cavalcata dei neroverdi
"Il progetto era di riportare l'Aglianese in serie D in quattro anni. Ci siamo riusciti in tre..." Fabio Ciatti (NELLA FOTO MENTRE FESTEGGIA CON I SUOI GIOCATORI) è uno dei protagonisti della fantastica cavalcata del club neroverde che domenica scorsa ha festeggiato la terza promozione consecutiva: dalla Prima categoria alla serie D. Missione compiuta.
"Quando la famiglia Giusti mi ha chiesto di entrare in società - ricorda il direttore sportivo neroverde - io avevo alle spalle solo un'esperienza in Seconda categoria. Hanno avuto fiducia in me, ci siamo organizzati e compiuto un'impresa che penso si possa definire storica".
Ciatti ha voluto prima Stefano Ceri alla guida dell'Aglianese e con lui sono arrivate due promozioni. "Ma non dimentichiamo anche la vittoria in Coppa Toscana di Prima e poi la scorsa stagione quella nella Supercoppa di Promozione. Se oggi siamo qua il merito è chiaramente anche di Stefano Ceri".
Quindi il passaggio in Eccellenza e la chiamata da Carrara di Riccardo Bracaloni, reduce dall'ottimo lavoro fatto con il San Marco Avenza. "Con lui abbiamo fatto bene, ma a un certo punto ci siamo resi conto che potevamo vincere anche quest'anno, ma che serviva qualcosa in più. Mi dispiace per Riccardo: quando abbiamo cambiato allenatore qualcuno ci ha preso per matti. I risultati ci hanno invece dato ragione. Pacifico Fanani ha fatto un lavoro incredibile. Serviva un allenatore di caratura maggiore, la società voleva vincere e ci siamo riusciti".
Fondamentale anche l'arrivo di giocatori di spessore come Pagano a dicembre. "Sicuramente, però non dimentichiamo che poi non ha giocato per diverso tempo. Diciamo che Fanani è riuscito a far compiere un salto di qualità a tutto il gruppo, ha portato una mentalità vincente. I risultati con lui parlano chiaro: dieci vittorie e quattro pareggi".
Domenica scorsa la grande festa al "Bellucci". "In queste tre promozioni, era la prima volta che ci succedeva di poter festeggiare in casa. C'erano 400 persone, siamo riusciti a riportare tante gente allo stadio. E' questa la soddisfazione più grande. L'Aglianese negli ultimi anni era stata dimenticata dalla città. Invece la piazza è importante, tra cinque anni non dimentichiamo che la società compierà 100 anni di storia.".
Il grande merito è della famiglia Giusti che è tornata in sella dopo dieci anni. "Senza di loro non si poteva fare niente. La mia amicizia con il direttore generale Gabriele Giusti è stata la molla per far ripartire tutto. Vincere non è mai facile. averlo fatto per tre anni di fila penso sia una fatto storico. Per me che sono di Agliana poi la soddisfazione è doppia. Non voglio dimenticare tre giocatori che sono partiti con noi in Prima e che sono stati protagonisti anche quest'anno come Cappelli, Raimondo e Francini".
Festeggiamenti su quali non ha minimamente pesato l'ombra della sentenza che dovrà arrivare per le presunte "combine" della passata stagione e che riguarderebbero anche l'Aglianese. "Noi siamo sempre stati tranquilli, sapendo che la nostra non è una responsabilità diretta, ma solo oggettiva. Aspettiamo gli eventi. Intanto il campo ha detto che il campionato l'ha vinto l'Aglianese. Se arriveranno penalizzazioni, andranno ormai sulla prossima stagione. Noi ci godiamo la promozione in serie D".
Il traguardo raggiunto ora imporrà un nuovo "progetto"? "Sarà una categoria nuova per tutti noi. L'idea sarà quella di cercare di salvarci tranquillamente, ma questo dipenderà poi dal girone che faremo e dalla qualità del campionato. Anche quest'anno in Eccellenza non eravamo partiti con l'obiettivo primario di vincere, poi abbiamo visto che potevamo farcela e ci abbiamo puntato e creduto. Cercheremo di adattarci quanto prima alla serie D e capire come funziona, poi vedremo".
L'importante è che la famiglia Giusti abbia ancora tanto entusiasmo. "Quello sicuramente. Però a questo punto sarà necessario che tutto l'ambiente faccia un salto di qualità. Serve gettare nuove basi anche a livello di settore giovanile. Noi puntiamo alla crescita dell'Academy Aglianese, la nostra società di riferimento, per far sì che ci siano squadre giovanili importanti con ragazzi che poi potranno entrare nell'ottica Juniores e Prima squadra. Vogliamo avere una base ben radicata per far sì che questi risultati siano duraturi nel tempo".