BAMBINA in tribuna colpita da una BOTTIGLIA lanciata da un CALCIATORE
Il gesto di stizza è accaduto alla fine della gara tra lo Sporting Cecina e la Pro Livorno Sorgenti (Promozione girone C)
Davvero non riesce ad evitare episodi di maleducazione e nervosismo negli stadi della nostra regione. Un altro episodio purtroppo da sottolineare è quello accaduto ieri a Cecina al termine della partita valevole per la decima giornata nel girone B del campioanto di Promozione tra Sporting Cecina e Pro Livorno Sorgenti. Un fatto curioso e singolare, sicuramente fortuito e certamente non frutto della premeditazione, ma che in ogni caso deve far riflettere per sdrammatizzare un po' e mantenere la compostezza prima, durante e dopo le partite.
Ecco il racconto che prendiamo dal portale del quotidiano IL TIRRENO.
Una bottiglietta di acqua finita in testa a una bambina, nel pomeriggio di domenica 19, ha scatenato il caos sugli spalti dello stadio "Loris Rossetti". La piccola è stata portata in pronto soccorso e in tribuna sono arrivati polizia e carabinieri.
I FATTI
In campo si era appena disputata la partita fra Cecina e Pro Livorno Sorgenti, girone C di Promozione (finita 2 a 1 per gli ospiti). Al termine del match i tafferugli. Tutto è partito dal gesto di un giocatore della squadra di casa, l’attaccante Simone Rossetti. Al termine della partita il 27enne, residente a Venturina, ha preso una delle bottiglie di acqua a bordo campo e l’ha scagliata via. La bottiglia, di quelle da mezzo litro, è finita in testa a una bambina di quattro anni, la figlia di un giocatore della Pro Livorno, che era in braccio alla mamma, seduta sugli spalti insieme a un gruppo di tifosi della squadra ospite. I familiari hanno portato la piccola al pronto soccorso, dove è stata visitata e dimessa nel tardo pomeriggio, con un referto di cinque giorni.
Sembra che quello di Rossetti sia stato un gesto di stizza, che non era indirizzato né alla piccola né ad altri tifosi. Ma è chiaro che quanto accaduto ha scatenato la rabbia della tifoseria livornese, e sulla tribuna sono scoppiati tafferugli tra i sostenitori del Cecina e quelli della Pro Livorno. Tanto che, temendo che la situazione potesse degenerare definitivamente, sono state chiamate le forze dell’ordine. Sono arrivati polizia e carabinieri, che si sono occupati di dividere i tifosi che sugli spalti ormai erano arrivati a insulti e provocazioni pesanti.
Tra l’altro sembra che, nel parapiglia, la mamma di Rossetti, il giocatore che ha tirato la bottiglietta, si sia avvicinata alle tribune per chiedere scusa ai familiari della bimba ferita e sia stata offesa e schiaffeggiata dai tifosi livornesi. Allo stadio è arrivata una seconda ambulanza. Il personale sanitario ha preso in carico la donna, che però non è stata portata al pronto soccorso.
LA POLIZIA ACQUISISCE I FILMATI
Mentre i giocatori delle due squadre sono stati fatti rientrare negli spogliatoi, le forze dell’ordine hanno placato il principio di rissa. La polizia, che ha acquisito anche i filmati delle telecamere posizionati sugli spalti, ha chiesto a Rossetti di presentarsi in commissariato per ricostruire l’accaduto. L’attaccante, nel tardo pomeriggio, è stato accompagnato dal presidente del Cecina, Massimo Gazzarri, dal vicepresidente Simone Rossi e dal direttore generale Francesco D’Amore. Tra l’altro il vicepresidente, in qualità di avvocato dell’attaccante del Cecina, era presente durante l’interrogatorio, nel corso del quale Rossetti ha fornito la sua versione dei fatti, spiegando le sue ragioni.
"Il gesto è grave - spiega il giocatore la cui figlia è stata colpita dalla bottiglietta -, possono capitare gesti d’istinto, ma il lancio di una bottiglia non è solo stizza. È stato un gesto antisportivo".
La polizia prosegue le indagini, per ricostruire i fatti e valutare eventuali sanzioni amministrative e penali nei confronti dell’attaccante rossoblù.
fonte www.iltirreno.gelocal.it