ZIZZARI SHOW: "Ora il PIETRASANTA è sulla STRADA GIUSTA per VINCERE"
PROMOZIONE GIRONE A, il bomber biancoceleste indica anche la via per "risorgere" dopo il fallimento della Nazionale Italiana
Quattro reti nel derby contro il Camaiore che hanno consentito al Pietrasanta di portare a casa tre punti fondamentali: così è salito in cattedra Francesco Zizzari. Per l’attaccante classe 1982 un curriculum invidiabile, avendo difeso in carriera le maglie di Baracca Lugo, Brindisi, Spezia, Pordenone, Pavia, Pistoiese, Grosseto, Lucchese, Ravenna, Pescara, Reggina, Siracusa, Bassano Virtus, Foggia, Gavorrano, Sestri Levante, Ponsacco e Sporting Recco. La voglia di continuare a giocare e gonfiare la rete è ancora tanto per il trentacinquenne nativo di La Spezia, che vuole contribuire alla risalita del club versiliese, attuale terza forza del Girone A di Promozione a quattro lunghezze dalla capolista Vorno.
Un poker indimenticabile per un risultato fondamentale. “Sono contento di aver messo a segno questo poker, ma soprattutto che alla fine si sia vinto. Volevamo dare un segnale a questo campionato ma più che altro a noi stessi, e andare a vincere a Camaiore contro una diretta concorrente per la vittoria finale è stato molto importante. Sappiamo benissimo che abbiamo tante cose da migliorare, poiché la squadra è stata costruita in ritardo, io stesso sono arrivato tardi, ma vogliamo continuare la nostra risalita”.
Come mai ha scelto Pietrasanta? “Avevo diverse richieste anche tra Serie C e Serie D, ma lontane, ed io ho l’esigenza di dover stare vicino a La Spezia, dove ho investimenti e cose personali, e Pistoia, dove ho famiglia. Ci sono stati contatti anche con società di Serie D geograficamente vicine, ma ho accettato l’ambizioso progetto del Pietrasanta che ha fatto un investimento importante per avermi”.
Com’è il rapporto con il tecnico Marco Del Medico e con la squadra? “Con i compagni ed il mister mi sono trovato subito bene, mi hanno accolto con molto entusiasmo. È normale che da me si aspettino tanto, ma non mi sono mai preoccupato di questo. Dalla fine dello scorso campionato di Serie D ho continuato ad allenarmi da solo, ma purtroppo il campo, lo spogliatoio, sono componenti fondamentali, ed è normale che all’inizio facessi fatica perché a livello fisico sono un giocatore che ha bisogno di tempo per entrare in condizione. Ma adesso voglio continuare a contribuire attivamente alla causa biancoceleste”.
Dove potete arrivare? “Siamo a quattro punti dalla vetta, proprio quelli che abbiamo perso per strada, dovevamo essere noi in testa a questo punto del campionato. Ma il calcio è fatto di queste incognite, di queste situazioni, e sicuramente se siamo a -4 un motivo c’è. Lavoriamo per migliorare questo aspetto e già domenica in casa dobbiamo vincere e continuare ad accorciare dalla prima. Una volta raggiunta la vetta però sarà più facile gestire quella posizione, perché abbiamo giocatori di esperienza e qualità per rimanerci”.
Zizzari ha tanti momenti che si porta con sé della sua carriera. “Ai miei ricordi migliori penso spesso la sera quando ho qualche minuto per riflettere davanti alla tv, in modo particolare quando c’è qualche partita, e se vedo ad esempio stadi come quelli di Napoli, Frosinone, Venezia, Foggia, Messina, tutte piazze belle, importanti, dove io ho avuto la fortuna di far goal, mi viene da sorridere nel pensare che l’età, giustamente, avanza”.
Quali sono i futuri obiettivi di Zizzari? “Ho ancora voglia, posso dare ancora tanto, e spero che il post carriera arrivi più tardi possibile. Ho già il corso UEFA B per poter allenare fino alla Serie D, ho tanti amici e conosco persone che sono in società importanti come Juventus e Milan, ho ex compagni che allenano in Serie A e mi piacerebbe rimanere in questo mondo anche se non è semplice”.
Infine, una battuta d’obbligo sulla mancata qualificazione della Nazionale Italiana ai Mondiali di Russia 2018. “È triste, penso che sia una conseguenza che sia il calcio che le società si affidano ad amministratori. Per me il calcio deve essere costituito nei ruoli principali, dove ci sono responsabili di settore giovanili ed allenatori, da ex giocatori, da gente che ha vissuto lo spogliatoio e ne conosce le dinamiche e può trasmettere ai ragazzi esperienze vissute e valori umani prima che calcistiche”.